"Papá, avete organizzato tutto senza chiedere nemmeno il mio parere. Io non posso sposarmi."
Discutiamo da ore, ormai è notte fonda e nella Hall dell'albergo ci siamo solo noi due, seduti sui divanetti dell'ingresso.
Papà Ercole mi guarda, intransigente, sembra proprio non capirmi.
"Gianluca, cerca di comprendere.. È una cosa seria, un figlio capisci? Devi prenderti le tue responsabilità e subire certe conseguenze delle tue azioni. Sono tuo padre, ho più esperienza di te, credimi se ti dico che questa è la giusta decisione per te e per la tua famiglia che si sta per formare."
No, non ci siamo, non capisce. Stringo i pugni.
"No, siete voi a non capire me. Qualcuno di voi si è mai fermato a chiedermi come sto? Cosa ne penso? Qualcuno si è mai fermato a chiedere il mio parere? A rendermi partecipe? È la mia vita papà, io non sposerò Martina.
Non posso."
Scuoto continuamente il capo, sono così confuso, così arrabbiato. Mi sento perso.. Mi sento come se non avessi più il controllo sulla mia vita, come se non avessi scelta, come se tutto mi venisse imposto da quando è arrivata la notizia di questa gravidanza.
"Lo farai, Gianluca. Lo farai e basta." Il suo tono è così fermo, irremovibile. Quasi non lo riconosco.
"Dimmi una cosa, tu avresti mai sposato una persona che non ami?"
La sua espressione cambia di netto. Aggrotta la fronte, inarca le sopracciglia e mi guarda sgomento, come se fossi pazzo.
"Che assurdità vai dicendo.."
"Io non la amo papà, capito? Non la amo." Gli urlo contro con tutta la rabbia, con tutta la voce che ho in gola.
Ecco, l'ho detto, finalmente l'ho ammesso. Ho smesso di tenermi le cose per me, qui nessuno mi capisce più, nessuno è più in grado di ascoltarmi e prendere in considerazione il mio pensiero, ciò che dico, ciò che penso sia giusto o sbagliato.. Qui sembra quasi che non mi conosca più nessuno.
"Gianluca, non fare lo stupido. Devi amare, c'è tuo figlio in lei. Smettila di fare sempre la scelta sbagliata, smettila di intestardirti e fare sempre di testa tua combinando casini. Questa è la vita, ed è così che vanno le cose. Abbi un po di amor proprio, smettila di scappare, smettila di avere paura e sii uomo."Uomo.
Essere un'uomo.
Quelle parole mi rimbombano continuamente nelle orecchie, mi impediscono di dormire.
Sento un vuoto dentro, le gambe continuano a tremare incontrollatamente mentre la mia testa va in tilt.
E il mio cuore che parla, stra parla, e mi dice continuamente che l'amore non è una costrizione, che l'amore si deve sentire, si deve provare, deve crescere e maturare .. E questo amore che provo, questo vuoto che sento, questo dolore, non può essere colmato da una persona come Martina.
Questo cuore non batte più per lei, questo cuore ..[...]
Nuovi spostamenti, nuovi concerti, nuovi trionfi, nuove tappe, nuove città.
Il mio compleanno che arriva, passa e se ne va come fosse stato nulla, nulla di importante, nulla di significativo, nulla di tutto quello che mi sarei aspettato qualche mese fa.1 Marzo 2016, Nash Ville, TN.
Giornate tutte uguali.
Concerti tutti uguali, che non mi entusiasmano più. Sorrisi falsi regalati al vento durante ogni sebizione.
Le parole di papà che mi rimbombano ogni giorno nelle orecchie.
"..sii uomo."
Forse non lo sarò mai.Non parlo con nessuno. Sono presente soltanto a colazione, ai pranzi e alle cene che molto spesso non riesco nemmeno a finire.
Ignazio e Piero non ci provano nemmeno più a parlarmi, le uniche volte in cui entriamo in contatto sono le prove e i concerti.Emma e Ignazio sembrano essere diventati più intimi nell'ultima settimana. Mi chiedo ancora come sia possibile. Passo metà del mio tempo a evitarli e a cercare di occuparmi, in qualche modo, di Martina e del bambino.
Passo metà delle mie nottate ad assisterla durante le sue crisi di nausee continue, che avvolte sembrano infinite.
La mia faccia è diventata irriconoscibile, non dormo più, il miei occhi sono cerchiati e stanchi.
Oggi è una giornata inutile come tutte le altre.Emma pov's.
"Allora, dove vuoi che ti porti oggi? È una bella giornata, no?"
"Si!" Sorrido, abbracciandolo.
"Vuoi che ti porti al Centennial Park oppure preferisci il First Center for the Visual Arts? Credo ci sia una mostra d'arte li! Ti piace l'arte?"
"Molto!" ammetto entusiasta, finendomi di sistemare le scarpe ai piedi.
"Va bene, allora ti porto lí, al parco ci andiamo dopo."
Gli stampo timidamente un bacio sulla guancia, recupero il giubbotto dall'armadio, ci prendiamo per mano e andiamo.[...]
"Giuro di non aver mai visto dei quadri così strani, sembrano gli scarabocchi che facevo io da bambino!"
"Ma a te non piaceva l'arte?" Rido, spintonandolo.
"Ma certo, di fatti me ne intendo pure! Guarda quello sembra mio! A casa ne ho uno uguale!"
"Patetico! Non ci provare Boschetto!"
Mi prende nuovamente per mano e mi fa fare una giravolta su me stessa, per poi avvicinarmi a lui e avvolgermi un braccio intorno alle spalle.
Oggi mi sento bene, rispetto ai giorni precedenti. Sono stati pesanti e difficili da superare. Ignazio mi ha aiutata molto a distrarmi.
"Ma questo giubotto?" Mi chiede curioso, alzando un sopracciglio.
Lo guardo confusa, cosa c'ha che non va?
Mi guardo e capisco tutto, devo aver sbagliato gruccia quando l'ho preso dall'armadio.
"Ah .. Hem.." Cerco di abbozzare in fretta una scusa, ma non ci riesco, Ignazio capisce tutto al volo.
"È di Gianluca. No?"
Annuisco, sospirando.
"Non l'ho fatto apposta, era nell'armadio, è una vecchia storia.. L'ho preso senza farci caso."
Taglio corto, prendendolo per mano e continuando a camminare per i corridoi del museo.
Improvvisamente la mostra comincia a non essere più poi così tanto interessante.
"Vieni, ti porto a pranzare."
Mi sorride, incoraggiandomi ad andare con lui."Cosa preferisci?"
"Mi prendi per un'animale se ti dico che vorrei proprio una pizza?"
"No, assolutamente! Allora facciamo due piezze! Come la preferisci?"
"Margherita!" Rispondo, senza nemmeno pensarci due volte.
"Io Capricciosa, mi piace di più!"Ordiniamo, e qualche minuto dopo tutto quel ben di Dio ci viene servito.
"Dio, non ne mangio una da settimane.."
"Quanto ti capisco." Mi risponde, masticando avidamente un triangolo di pizza.
"L'hai gia tagliata? Ma cosa sei? Superman?"
"Dovrebbero chiamarmi SuperPanzone quando faccio così, ma vabbe, vuoi che te la tagli io come i bimbi piccoli o fai da sola?" Chiede con tono di sfida, posando il pezzetto di pizza sul piatto.
"No, faccio da sola, grazie!" Rispondo sarcastica cominciando a tagliare.Finito il pranzo, come promesso, Ignazio mi porta al Centennial Park a fare una passeggiata.
La giornata e fresca e soleggiata, mi piace un sacco questa città.
"Stasera dopo il concerto, ti porto in un posto, ma è una sorpresa, non posso ancora dirti dove andremo!"
"Perchè sei così gentile con me? Perchè mi dedichi tutte queste attenzioni?"
La butto lì, senza pensarci.
Ci fermiamo, ai piedi di un'albero che ci ripara dai raggi del sole.
In giro pare non ci sia nessuno, il silenzio è rotto soltanto dal dolce suono dei passerotti che cantano.
"Mi sono affezionato molto a te, Emma.." Ammette, guardandomi dritto negli occhi.
"Lo so .." Rispondo prontamente. Mi sento a disagio, che dire? Io con lui sto benissimo ma io non lo so se..
"Tu mi piaci, Emma. Mi piaci da impazzire e vorrei solo vederti felice, vederti sorridere come hai fatto oggi. Sei speciale, hai una luce dentro che non ho mai trovato in nessun'altra ragazza. Sei così naturale, spontanea, semplice .. Sai entrare così velocemente nel cuore delle persone che credimi, nemmeno te lo immagini. Sei con noi da circa un mese e mezzo, quasi due, e già ti adorano tutti. Svolgi il tuo lavoro egregiamente, sei precisa, ordinata, puntuale.. Tutto il contrario di me." Sorride divertiro, abbassando un'attimo lo sguardo.
"Vorrei solo che tu mi dessi una possibilità. Magari un giorno ci sposiamo noi."
Scherza, facendomi sorridere.
"Ignazio.."
Poggio una mano sul suo viso.
Guardo attentamente i suoi occhi castani, non può stare mentendo.
Mi avvicino piano, il mio naso sfiora il suo.
Annullo le distanze, lo bacio.
È il momento di voltare pagina.
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Vacanze Romane// Il Volo - GianlucaGinoble (#Wattys2016) -IN REVISIONE-
Fanfiction"Chiudo la chiamata, indosso la giacca in fretta e furia e apro la porta. Mi precipito fuori come un fulmine e urto qualcosa, o forse qualcuno. "Dannazione, stia attento a dove mette i piedi." Sono infastidito come non mai, ma perché la gente non h...