L'aereoporto di Milano sarà l'ultima cosa d'Italia che vedrò per i prossimi quattro mesi.
Torneremo qui il 19 Giugno.
Da una parte sono davvero emozionata, girerò il mondo, mio dio, chi l'avrebbe mai detto.
Dall'altra, l'idea di stare così lontana da casa per tutto questo tempo, dall'altra parte del mondo poi, letteralmente.
"Sei nervosa?"
"Un po.." Rispondo, stringendomi a lui.
"Andrà tutto bene vedrai, in aereo vuoi sederti accanto a me?"
Annuisco convinta, stringendogli fermamente il braccio.
Si, me la sto facendo sotto.
Otto ore e diciotto minuti di volo.
Non ce la farò mai.Piero ci raggiunge, mi sorride.
"Pronta a volare con noi?"
"Eh.. Come no." Ridacchio nervosamente. "Pie, me la sto facendo sotto!!"
"Dai, vedrai! Sarà divertente!!"
Gianluca ci passa accanto.
Tiene gli occhiali da sole, non riesco a scorgere i suoi occhi.
Porta una tuta e delle scarpe da ginnastica, parte comodo, vedo.
Deglutisco quando intravedo Martina andargli dietro.
Piero e Ignazio fanno la mia stessa faccia.
"Lei, cosa ci fa qui?"
"Sarà per i saluti, voglio sperare!"
"Mmh sai Igna .." Interviene Piero "a me non sembra qui per i saluti, quelle sono valigie! E non credo siano di Gian, a meno che non sia appena diventato un'amante del rosa pagliettato!"
Un'ondata di gelosia mi invade il corpo.
Non può essere, non può davvero partire con noi.
L'aereo adesso, è l'ultimo delle mie preoccupazioni.[...]
"Hey, ascoltiamo un po di musica?"
Chiede gentilmente Ignazio, porgendomi una cuffietta.
"A dire il vero, non mi va Igna. Vorrei riposare."
"Come vuoi." Avverto una nota di delusione nella sua voce. Ma non posso farci nulla, non mi va di fare nulla, voglio solo dormire e risvegliarmi quando saremo già arrivati.Gianluca pov's.
Martina è seduta accanto a me, mi stringe forte una mano mentre cerca di riposare sulla poltrona del nostro aereo privato.
Per la prima volta provo ad essere cordiale con lei, ricambio la stretta.
Non posso fare a meno di notare che la mano che stringo non ha la pelle morbida e vellutata di Emma.
Tiro un sospiro profondo.
Qualcuno mi mette una mano sulla spalla.
Mi giro piano, cercando di non infastidire il riposo della mora accanto a me.
Intravedo gli occhialoni rossi di Piero che mi scrutano.
"Tutto bene?" Mi sussurra.
Annuisco, poco convinto.
Chiudo gli occhi e tiro indietro la testa.
Non siamo nemmeno arrivati e già o voglia di scappare. Mi sento oppresso.
Tutto questo mi sembra una costrizione, odio fare le cose per forza.[...]
Buffalo. America.
Era tanto che non venivamo qui.
E bene ci risiamo, si ricomincia.Sono le 11:30 del mattino qui, ma sembrano le 11:30 di notte.
Il tempo è cupo, un freddo pungente mi penetra nelle ossa. Nevica da prima che noi arrivassimo.
Disfo le valigie in camera e mi preparo per scendere in palestra.In corridoio incontro Piero.
"Hey!" Lo fermo.
"Hey, anche tu in palestra?" Mi guarda da capo a piedi.
"Si.. Ho bisogno di scaricare un po di tenzione."
Mi mette una mano sulla spalla "capisco, dai andiamo allora!""Pie, ci vediamo a pranzo!"
"Va bene, a dopo!"
Mi passo l'asciugamano dietro il collo tutto sudato. Sono sfinito ma soddisfatto, ho buttato via un po di tensione, mi sento molto più leggero.
Bevo un sorso d'acqua dalla mia bottiglietta e mi incammini verso l'uscita della palestra dell'albergo.Alzo gli occhi è mi scontro contro due iridi verde scuoro, intense e profonde.
Emma.
Entrambe ci fermiamo a guardarci.
Non una parola, nessuno dei due ci riesce.
"C-come stai?" Balbetto.
"Bene." Risponde a denti stretti "tu?"
"Non lo so." sono sincero.
Lei mi rivolge un sorriso forzato, poi avanza sfiorandomi appena la spalla e passando oltre.
In fondo al corridoio intravedo Martina, se ci trova anche sono a mezzo millimetro di distanza sono cazzi.
È distratta, tiene gli occhi bassi, sta parlando al telefono.
Mi guardo immediatamente in torno, individuo una porta.
Mi giro di scatto e afferro il braccio di Emma.
"Vieni e sta zitta."
La strattono fino a tirarla dentro quello che sembra un camerino.
Mi affretto a chiudermi la porta alle spalle.
"Dico, ma sei impazzito?" Il suo tono è acido e scontroso proprio come la prima volta in cui ci siamo visti.
"Stavamo per finire nei guai entrambe se io non ti avessi tirata qua dentro con me!"
"Ah ma davvero? E chi ci stava la fuori? L'uomo nero!?"
"Molto peggio, credimi."
Le lancio uno sguardo d'intesa, lei per fortuna mi capisce al volo.
Sbuffa scocciata e si guarda in torno.
"Ma dove siamo qui?"
"Credo sia un camerino."
"Idiota, è uno sgabuzino! È pieno di scope qua dentro!"
In effetti ha ragione, deve essere lo sgabuzzino delle donne di servizio.
"Credi che sia andata via?" Chiedo, appoggiando leggermente l'orecchio alla porta.
"Certo che si, adesso apri la porta e andiamocene per favore, non amo gli spazzi piccoli e chiusi."
"Vabbene, signorina gentilezza, faccio subito!"
Metto le mani sulla maniglia e spingo, la porta non si muove.
Provo un'altra volta, e poi un'altra volta ancora.
"Aah dai spostati!" Emma mi sposta con forza e prova a forzare la maniglia anche lei.
Io aspetto a braccia conserte che finisca la sua grande performance da Wonder Woman alle sue spalle.
Dopo qualche minuto ci rinuncia.
Sbuffa portando le mani sulla testa.
"Io ti ammazzo, Ginoble."
"A quanto pare siamo bloccati qui." Aggiungo.
"Non esiste! Chiama qualcuno!"
"Non ho il telefono con me!" Mento.
"Cos.. Non ci posso credere."
La sua espressione sgomenta mi fa venir voglia di ridere.
Fra poco chiamo Ignazio, ma ora no, aspettavo di stare un po solo con lei da giorni.Ignazio pov's.
"Pie, ma Gianluca?"
"Era in palestra con me prima, mi ha detto che ci vediamo a pranzo!"
Annuisco e scendo di sotto, vado a dare un po un'occhiata al posto.Quella in fondo deve essere la palestra.
Accelero un po di più il passo, improvvisamente scorgo Martina uscire proprio dalla palestra.
Che ci fa lei qui?
I suoi vestiti non sono sicuramente quelli adatti per una palestra, perciò non può essere andata li perché le interessa in fitness.
Quando mi vede sussulta.
"Ignazio.."
"Martina, che cerchi?"
La vedo impallidire, ha il telefono all'orecchio, adesso lo copre con una mano.
Si, come se non l'avessi giá visto.
"Nessuno.."
"Gianluca non c'è?" Chiedo, corrugando la fronte.
"Ginaluca? Hem .. Nono, mi sono persa ecco, cercavo la sala pranzo."
"Martina, la sala pranzo è completamente dall'altra parte.. Sempre in fondo e poi a destra."
"Ah.. Grazie!" Risponde nervosamente sorridendomi.
Che sta combinando?
Non l'ho mai vista così strana.
Bho, Gianluco ma chi ti vai a scegliere?Spazio autrice;
Zan zan, eccomi!!
State seguendo Sanremo? Che ricordi eh ..? Pagherei per riaverli anche quest'anno su quel palco giuro.
Detto questo, le cose si fanno più interessanti... Martina, che combini?
Gian, sei un vecchio marpione!
Per oggi non vi dico altro, non voglio svelarvi nulla.
Ci vediamo al prossimo capitolo!-Ire.
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Vacanze Romane// Il Volo - GianlucaGinoble (#Wattys2016) -IN REVISIONE-
Fanfiction"Chiudo la chiamata, indosso la giacca in fretta e furia e apro la porta. Mi precipito fuori come un fulmine e urto qualcosa, o forse qualcuno. "Dannazione, stia attento a dove mette i piedi." Sono infastidito come non mai, ma perché la gente non h...