Capitolo 14

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"Amica!!" Alex mi corre in contro, mi salta praticamente in braccio.
"Hey!!" La stringo forte a me "Aspetta" esordisce staccandosi di botto da me "porto la valigia dentro!" La lascio fare, troppo euforica per fermarla.
Entro e mi accorgo immediatamente che questa non é aria di casa, non é aria di casa mia. Roseto mi manca giá.
"Ho un'ottima notizia da darti, vieni, siediti qui!" indica, sedendosi anche lei sul divano.
Corrugo la fronte. Okay, che sta succedendo?
"Ho una notiziona, sorella mia! Per Natale siamo a casa!"
"E allora..?" Chiedo interrogativa.
"Come 'e allora?' Torniamo a casa, non sei contenta?"
"Alex, non capisco perché tutto questo entusiasmo, siamo li solo per Natale."
"Ma allora sei stupida.." no, evidentemente non capisco. "Torniamo a casa, definitivamente! Mamma e papà hanno fatto più presto del previsto con i lavori lì."
Non ci credo, sta scherzando!? Perdo un battito, credo di stare trattenendo il respiro da alcuni secondi.
"Quando torniamo?"
"Tra circa una settimana."
Qui mi sorge un dubbio, anzi più di uno. "E la scuola? Il lavoro?"
"Ha già fatto tutto papà, credimi!"
Credo davvero di non riuscire ancora a realizzare, ho appena lasciato Roseto e fra una settimana si torna?
Ho lasciato lì Marco, nonna, Morfeo, Gianluca...
Sarei potuta rimanere.
"Perché non me l'hai detto?" Chiedo un pò stizzita. "Ti avrei aspettato lì.." Improvvisamente vedo il suo entusiasmo dei suoi occhi spegnersi.
"Pensavo ti facesse piacere se te l'avessi detto io.."
Ma ha ragione, mi ha fatto piacere, ma avrei potuto stare un pò di più con nonna, con Marco forse, con Gian...
Questo ragazzo mi incuriosisce, voglio saperne di più, anche se non lo so, questo ragazzo ha un qualche cosa che avvolte mi fa impazzire, mi infastidisce. Ha un'ottimo talento per confondermi per farmi impazzire.
Sono tre giorni che ripenso a quell'abbraccio, quella scena mi tormenta sempre, la sicurezza, quel calore che ho sentito stringendolo, solo con una persona mi era capitato di provare la stessa cosa, e quella persona era proprio ...
"Emma? Ci sei?" Chiede preoccupata, distraendomi dai miei pensieri.
"Sisì, ci sono.." Eppure non è vero, eppure continuo a volerlo vedere di nuovo, ancora una volta, continuo a volerlo conoscere, a saperne di più di lui, del suo lavoro.. Voglio sapere, chi è veramente Gianluca Ginoble?

Gianluca pov's.
Martina non fa altro che tirare cuscini, sedie di casa mia, sbatte le mani sul tavolo ripetutamente, è furiosa, ma adesso sta esagerando.
"Martina, smettila ti prego.."
"Smtterla? Gian, mi hai trattato come una pezza!! Non mi hai risposto al telefono per giorni!"
Sbuffo, alzando gli occhi al cielo. Lo sapevo, era decisamente meglio ROSETO.
"Gian, non alzare gli occhi al cielo con me!"
"Faccio quello che voglio, Martina. Ti ho chiesto scusa un milione di volte, ho fatto tardi, non ci sono arrivato con i tempi e ho deciso di andare a casa per stare un po con mamma e papá prima delle effettive vacanze di Natale."
Mi lascio cadere sul divano, portando le mani agli occhi, sono esasperato, fra poco esplodo, giuro.
"E ti pare giusto? Non rispondermi? Per stare con la tua famiglia?"
"Martina, ma che cazzo stai dicendo?"
Questa cosa mi destabilizza ancora di più, mi sveglia, mi scuote. Sento la faccia andare a fuoco, non credo di poter reggere ancora un'altra parola.
"Sto dicendo che io sono la tua fidanzata e .."
La interrompo "Senti Martina, io sono stanco, vai fuori da casa mia, ci sentiamo."
"Cos..?"
"Hai sentito bene, vai fuori."
La sua faccia, interrogativa, sperduta, stupita, sgomenta.
"Mi stai lasciando?" Sussurra con gli occhi infuocati, sembra una strega.
"Martina non .."
"MI STAI LASCIANDO? Bhe, allora sono io che me ne vado, Gianluca, non sarai di certo tu a posare me."
Prende borsa e giubotto, corre verso la porta.
"Mi dispiace, l'ho fatto prima di te."
Apre la porta con forza, mi guarda, mi fissa dritto negli occhi e urla "Ti odio, Ginoble, ti odio!!"
"Vaffanculo, vaffanculo, vattene!!"
Sbatte la porta alle sue spalle, sento il rumore dei tacchi scendere le scale.
Le tempie mi pulsano, il cuore sembra quasi voglia uscire dal petto.
Stringo i pugni, colpisco la porta.
Una.. Due .. Tre.. Quattro volte, ancora e ancora.
Qualcuno bussa alla porta.
"Che cazzo vuoi Martina? VA VIA!"
"Ma quale Martina, Gianlù sono io, Ignazio."
Ecco, ci mancava lui.
"Apri sta cazzo di porta, che succede?"
Apro la porta, lo fisso con sguardo perso, ma che parla da sè.
Lui mi guarda in viso, poi mi guarda le mani.
"Gianluca, ma sanguini?"
Guardo appena le nocche delle mie mani, sono nere e ricoperte di sangue.
"Vieni!"
Ignazio chiude la porta e mi guida in bagno. Mi aiuta a levare il sangue dalle mani, poi mi porta in cucina, mi ordina di sedermi sul divano. Non ribatto.
"Che cosa è successo, si può sapere?"
Non rispondo. Mi guardo le mani, non riesco a muoverle.
"Ho sentito le urla, poi i pugni alla porta. Stavo venendo a trovarti per sapere cosa fosse successo la sera in cui hai perso l'aereo, Piero è ancora incazzato, lo sono anche io, ma avevo voglia di ascoltarti e sapere la verità sul perchè non eri in aereoporto."
Non rispondo di nuovo.
Poggio la testa sullo schienale del divano, chiudo gli occhi e li vedo.
Un paio di grandi occhi verde scuro, profondi, luccicanti.
Sono di lei.

Spazio autrice;
Colgo l'occasione per ringraziare tutte voi per i commenti bellissimi lasciati nei capitoli precedenti, per i mi piace e soprattutto per le 2.000 visualizzazioni alla mia storia! GRAZIE DI CUORE!❤️

-Ire.

Vacanze Romane// Il Volo - GianlucaGinoble (#Wattys2016) -IN REVISIONE- Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora