Capitolo 53 (Fede)

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Passarono un paio di settimane da quando picchiai quel tizio a scuola. Si era incazza, e anche molto, a tal punto da rendere insopportabili quelle due ultime settimane.
Non potevo uscire di casa che mi ritrovavo dei suoi amici a fare battutine.
Si iniziarono con delle batuttine sulla mia relazione con Eli, mi dicevano che ero troppo bella per accontentarmi di lei, ma non era vero, io sapevo che non era vero. Eli è mille volte più bella di me, e non è grossa cazzo.
Poi però visto che io non avevo reazioni iniziarono ad insultare anche me dicendo che forse si sbagliavano, forse non ero così intelligente e bella come dicevano.
Poi iniziarono ad alzarmi le mani, anche quando andavo a scuola, in bagno, nei corridoi, mi seguivano per poi picchiarmi.
A Eli non avevo detto niente, accennai qualcosa a Luke ma niente di che, non potevano sapere niente, non dovevano saperlo. Sarei andata avanti da sola, avevo promesso ad Eli che avrei lottato, e così volevo che fosse, ma la pressione era tanta.
Quel giorno a scuola, un ragazzo, quasi un nerd, si avvicinò a me e mi diede un biglietto.
"Fatti trovare qui alle 17.00 o per la tua ragazza la vita non sarà tanto facile"
Sotto questo messaggio c'era un'indirizzo.
Avevano trovato il mio punto debole, Eli.
Eli non dovevano toccarmela, la sua vita era già una merda, non potevano peggiorare la situazione.
In quel periodo era un continuo bere e tagliarsi di nascosto ad Eli, quella volta ero riuscita a nascondermi veramente bene.
F: amore alle 15.00 vado da Luke ti dispiace?
Era la prima scusa che mi era venuta in mente per poter andare a qull'indirizzo
E: no tranquilla non c'è problema, io devo uscire con Luca
F: perfetto allora prendo la macchina io
Pranzammo, o almeno lei pranzò io misi cose a caso in pezzo di pane e per l'ansia non riuscivo a sentire neanche il gusto.
Alle tre precise andai fuori di casa, non presi più la macchina, terrorizzata all'idea di andare da quei tizi.
Iniziai a messaggiare con Luke poi lo chiamai.
L: ehilá
F: ehi Luke, oggi non sono reperibile, alle cinque vado da alcuni ragazzi, per ora sto in giro.
L: va bene come vuoi, se vuoi venire qua non è un problema
F: non preoccuparti
Finita la chiamada andai in un bar vicino quell'indirizzo. Iniziai a bere, un bicchiere dopo l'altro seguito da qualche sigaretta. Ero mezza ubriaca e avevo finito due pacchi di sigarette quando vidi l'orologgio, erano le cinque meno un quarto.
Andai in quell'indirizzo, suonai il campanello e mi aprì un ragazzo che non vidi mai prima di allora in vita mia.
X: bene bene, ecco chi è la lesbica di merda.
Non parlai.
X: beh visto che il gatto ti ha mangiato la lingua...
Non finì la frase che un mucchio di ragazzi spuntarono da dietro la porta ridacchiando fra di loro, dopo un poco di stare li iniziatono a fare battute sul mio aspetto fisico, sul mio orientamento, su di Eli, sulla mia relazione, sulla mia vita, su tutto. Facevano battute su tutto quello che non sapevano, ma l'alcol mi aiutò a farmi scivolare tutto addosso tranne quando uno disse "che ne dite se prendiamo a questa lesbica e le facciamo vedere come brucia quella troia della sua ragazza con un po' di benzina"
F: CAZZO HAI DETTO BRUTTO STRONZO! BRUCIA TU TESTA DI CA...
non feci in tempo a finire di parlare che il ragazzo che mi aveva aperto la porta mi buttò a terra e poi tutti quanti iniziarono a colpirmi ripetutamente.
Appena avevano finito fortunatamente, e stranamente, non avevo niente di rotto, ma avevo sangue ovunque.
Andai in un negozio rubai qualche vestito e mi cambiai, poi mi diressi in un bar, avevo bisogno di bere, iniziai a bere senza sosta poi comprai una bottiglia di vodka e da li non ricordo più niente.
Ricordo solo che appena avevo smaltito l'effetto dell'alcol ero nel letto indolensita come non mai con Eli alle mie spalle che mi abbracciava.

Due ragazze pervertite Eli e Fede.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora