capitolo 77 (Fede)

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Senza neanche rispondere al messaggio, anche perché Luke era stato categorico, mi andai a preparare.
Mi misi una maglietta a maniche corte nera con un teschio bianco, una giacca nera col cappuccio e jeans neri.
Prima di scendere presi le sigarette, il telefono e le cuffie, misi il cappello della felpa in testa e mi accertai che il ciuffo mi cadesse sull'occhio ma non tanto da coprire la faccia.
Appena uscii di casa chiamai Luke.
F: oi coglione dove devo venire?
L: sotto casa mia ovvio
F: arrivo.
Le nostre conversazioni erano così, nessun "ciao" o nessun "come va", arrivavamo dritti al dunque.
Durante il tragitto fumai due sigarette e nel mentre ascoltavo la voce di Demi mentre immaginavo quale canzone ci avrebbe accompagnato per il primo ballo al matrimonio.
Ero così sovrappensiero che quasi non mi accorsi che ero arrivata.
L: oh chi si vede! Una mondana senza la sua divisa.
Era Luke con una barba che non gli avevo mai visto, non era ne lunga ne corta, ma gli stava molto bene. Una giacca di pelle nera e una maglia bianca attillata, jeans neri a cavallo basso e le sue amate all stars nere.
F: oh mi scusi ho sbagliato persona! Non è il mio Lucian lei.
L: vaffanculo stronza ho solo fatto crescere la barba haha
F: ti sta bene testina
L: dai andiamo troia
Si queste sono le nostre parole d'affetto. Ci picchiamo dalla mattina alla sera, chi ci vede può credere che ci odiamo ma non è così.
Sul motore faceva freddo, per questo volevo andare in macchina ma no! Perché ascoltare la volontà di Federica, che bastardo.
Arrivati al negozio Luke, essendo più alto di me, mi avvolse con il suo braccio e mi avvicinò a lui.
F: mi mancavano i tuoi momenti dolci, oggi abbiamo fatto 19 anni che ci conosciamo.
L: eh già! Chi l'avrebbe mai detto che ti avrei sopportata così a lungo
F: senti a me amano tutti!
L: si indatti non ti caga nessuno
F: intanto io mi sposo
A quella frase non mi risoose, credevo di averlo battuto invece quando alzai la testa vidi Lucian che piangeva, o meglio cercava in tutti i modi di trattenere le lacrime e di non farsi vedere da me.
F: oi scemo? Che fai piangi?
L: io? No! Io non piango.
Lo afferrai per la giacca e lo feci sedere su una panchina, appena lo strinsi a me pianse come un bambino, quando si calmò mi disse che aveva paura, paura di perdermi, era convinto che se mi fossi sposata lo avrei abbandonato, e aveva paura della mia crescita, mi disse che ero la sua piccolina e non accettava che stessi crescendo così in fretta.
Le sue parole mi fecero perdere un battito. Aveva paura di perdermi?
F: ehi senti piccolo non mi perderai. Certo Eli è molto importante per me, è la mia ragazza, è mia moglie l'avresti mai detto?
Mi guardò sorridendo
F: per tutti questi anni tu sei stato con ottomila ragazze che ti hanno spezzato il cuore e io gli ho spaccato il culo, ma dettagli, quando stavi male io ero con te, nessun altro.
Mi hai praticamente cresciuta, siamo cresciuti insieme, mi hai visto dentro la culla quando avevi due anni e adesso che ne hai 21 mi vedrai all'altare, e quando ci sarai tu io sarò li con te a farti da testimone. Staremo insieme anche nella tomba te l'ho detto. Niente e nessuno potrà separarci, nemmeno Dio. Noi siamo una persona sola e così sarà sempre. Ci dobbiamo proteggere anche a 90 dalle persone che crediamo nocive per l'altro, anche sotto terra con le anime del cimitero haha.
Senti la nostra promessa è nata con la nascita e finirà con la nostra morte. Mi sono spiegata signor Lucian?
L: se non fossi lesbica, se non fossi la mia migliore amica e se non ti staresti per sposare, ti sposerei ora io perché la nostra promessa è come "finché morte ci separi", anzi neanche quella ci potrà separare.
F: ecco bravo il mio ometto, ti voglio bene
L: anch'io ma adesso andiamo dentro!
In men che non si dica mi afferrò per il braccio e si riprese dal pianto. Iniziò a correre come un matto fino a che non entrammo in un negozio di abiti da sposa.
La vista di così tanti abiti mi spiazzò, per non parlare del bianco! Ero stata immersa nel bianco e felice di ritornare a casa per mettermi i miei vestiti neri arriva Eli rompendo il cazzo che vuole che mi metta un abito. Dio!
F: Luke mi sento male. Non devo provare questi vestiti vero?
L: si invece e non si discute!
F: ma perché?! Miiii. Uffa....
Iniziai a fare la bambina ma Luke mi prese di forza in braccio e mi fece entrare.
Dentro quel negozio io e Luke eravamo due macchie nere in un foglio bianco senza righe. In pratica rovinavamo tutto.
F: ma tu davvero credi che con questo andamento e con questi capelli sono in grado di trovare un abito adatto a me? GUARDA! sono tutti con tulle, brillantini, ricami. Cazzo Luke li odio, eppure sembravano così belli quando il matrimonio era una meta lontana.
L: è normale mezzosangue, ma ora ti spiego una cosa. Tu vuoi fare contenta la tua donna?
Feci segno di si con la testa
L: allora devi andare contro la tua volontà e mettere qualcosa che non ti rappresenti in pieno. Ok non riesco ad immaginarti con un abito bianco, ma d'altronde non ti immaginavo nemmeno con i capelli blu. Quindi diamo un'occhiata e proviamo qualche abito.
Non feci nessun cenno, ignorai le parole di Luke e continuai a guardare i vestiti.
Nessuno attirò particolarmente la mia attenzione tranne uno, era un bel vestito, però me lo immaginai addosso ad Eli, si quell'abito mi attirava perché glielo avrei comprato ad Eli se solo non fosse così superstiziosa e non credesse alla storia che vedere l'abito prima porti sfiga.
Mentre ero incantata immaginando Eli in quell'abito Luke mi prese per un braccio e mi tirò fuori dal negozio.
L: ci sono negozi migliori di questo andiamo.
Ci girammo tutto il centro commerciale e nessun negozio di abiti da sposa aveva il vestito adatto a me, non so il motivo ma l'abito era l'unica cosa difficile da trovare.
L: fefè che ti succede? Sembri giù.
F: niente Lu solo che volevo far contenta Eli in tutti i modi, il matrimonio lo sta decidendo lei, mi ha fatto chiamare satana (mia madre) per invitarla, sta decidendo i vestiti delle damigelle, la sala, il cibo, tutto. E mi sta bene per carità perché vedere quel sorriso sul suo viso è la cosa più bella che ci possa essere in questo mondo ma è anche il mio matrimonio. Abbiamo girato un centro commerciale intero e nessun abito di quelli che ho provato mi stanno Bene come starebbero a lei.
L: ma tu il vestito devi vederlo a gusto tuo non al suo gusto.
F: allora non lo prendo. A gusto mio significa abolire l'abito.
L: fede magari dovresti provare qualcos'altro
F: Lucian ho provato vestiti di tutte le forme e misure, fronzoli e non, e sei stato il primo tu a dire che non andavano bene. Ora andiamo a casa e poi vediamo dove andare ok?
L: okay, solo perché sei giù. Hai bisogno di rifletterci un poco, ma domani usciamo di nuovo, se vuoi andiamo a vedere l'abito, ma io ho in mente altro. Hai bisogno di spassartela un po'.
Lo guardai un po' curiosa ma quando fa così è meglio lasciarlo perdere.
Salimmo sulla moto e Luke mi accompagnò a casa.
Appena entrai vidi una Eli felice, orgogliosa, innamorata. Vidi una Eli che ebbe iniziato finalmente a vivere. Sarà per il matrimonio o per l'abito non lo so. Ma era innamorata e io l'amavo.
Mi buttai sul divano sfinita, erano le 20.00.
Avevo fame ed Eli non aveva cucinato ancora niente allora presi il telefono per ordinare una pizza ma mentre digitavo il numero Eli si tuffò sopra di me come se fossi una piscina e mi baciò il collo.
E: ho trovato un abito fantastico ma non ti dico niente
F: sono felice per te! Tanto lo sapevo che non mi avresti detto niente.
E: e tu?
F: niente...

Due ragazze pervertite Eli e Fede.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora