capitolo 59 (Fede)

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I primi tre giorni li passai sola in camera, nessuno divideva la camera con me, non uscivo e non mangiavo, bevevo solo e mi tagliavo, si mi tagliavo, avevo trovato il modo di tagliarmi. I medici mi facevano visite e non si preoccupavano dei tagli, ne del peso perso, era molto strano che non ricevevo cazziatoni da loro.
L'unica persona con la quale avevo parlato era un'infermiera.
Si chiamava Cristina, era una donna sulla cinquantina bassina e di colore. Con lei parlavo di Eli e del perché facevo tutto quello. Era l'unica con cui sentivo di poter parlare, era lei che mi aveva fasciato le baccia, ed era lei che mi stava aiutando più di tutte quelle medicine che mi davano.
Potevo chiamarla a tutte le ore del giorno e della notte.
Il secondo giorno la chiamai alle 3.40 di notte perché avevo bisogno di parlare.
Mi diceva che dovevo provare a parlare con le ragazze ma non ci riuscivo, uscivo solo per il controllo che c'era ogni due ore.
Erano passati due tre giorni senza comunicare con nessuno ma soprattutto senza vedere Eli...
Avevo chiesto a Cristina se poteva portarmi un pennarello e lei senza chiedere il perché me lo portò. Con quel pennarello scrissi su tutta la parete del mio letto "Eli", ogni giorno lo scrivevo una volta. E la cosa più bella è che me lo lasciavano fare.
Verso le 18.30 del terzo giorno una ragazza, bionda con le punte fuxia, alta quanto me e molto, molto magra, venne inserita nella mia stanza. Avevo una compagna di stanza.
L'accompagnò dentro Cristina che mi guardò come a dire "almeno parla con lei".
Appena rimasimo sole mi presentai
F: ciao, sono fede
X: io sono marianna
F: belli i capelli
M: anche i tuoi sono belli
F: quando uscirò di qui saranno uno schifo
M: come mai sei qui?
F: beh, è il reparto delle autolesioniste alcoliste penso che sono qui per il tuo stesso motivo
M: già, scusa la domanda stupida
F: tranquilla, scommetto che non mangi vero
M: già, ma neanche tu scherzi
F: avevo qualche kg in più prima di entrare.
M: perché c'è scritto Eli li sopra?
F: oh beh, è la mia ragazza, lei è qui, in un'altro reparto e non posso vederla
M: oh mi spiace
F: tranquilla
Finito di parlare posò tutti i vestiti dentro il suo armadio si mise il pigiama e poi si sdraiò nel letto
M: sei l'unica con un pigiama nero qua dentro
F: lo so, sono una dark e mi hanno tolto bracciali e vestiti mi sono rimasti solo i pigiami
Entrò Cristina, portando la cena
C: ecco a voi ragazze, vi prego mangiate un poco
F: okay, grazie Cristi
M: la conosci bene?
F: ho parlato solo con lei per ora
Dopo il terzo giorno iniziai a parlare con qualcuno e continuai a scrivere il nome di Eli sul muro.
Nelle mie braccia le fasciature presero il posto dei bracciali, non mi tagliavo ma era una copertura, una scommessa con Cristina, avrei tenuto le bende così mi avrebbero ricordato di non tagliarmi.
Appena finì la prima settimana ero nel corridoio, appoggiata al muro bianco e freddo, con le cuffie ascoltando "fix a heart" e piangevo, perche mi mancava Eli, quando la vidi avvicinarsi a me.
Cazzo ci faceva nel mio reparto!
Era con una ragazza ma non le diedi tanta importanza, stavo rivedendo Eli.
Lei si avvicinò a me e mi baciò.
Le sua labbra, il suo sapore, dio quanto mi mancava.
L'abbracciai e quando mi chiese delle bende arrivò l'infermiere di turno.
Quel ragazzo mi stava sul cazzo.
E le disse di andare via.
La guardai andare via piano piano, la mia Eli si stava allontanando di muovo. Chiamai subito a Cristina avevo bisogno di parlarle.

Due ragazze pervertite Eli e Fede.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora