capitolo 63 (Fede)

439 32 0
                                    

Passarono altre due settimane, e non c'era traccia di Eli da nessuna parte. Il suo nome aumentava su quella parete e mi faceva stare bene.
Cristina e Marianna mi aiutavano ad andare avanti, nonostante parlavo solo con loro due e sempre di Eli ascoltavo molto. Ascoltavo la storia di Cris e di mari, e spesso davo condigli a Cristina.
Cristina aveva 50 anni fatti da poco, aveva una nipotina e un figlio maschio, uno gli era morto quando aveva 15 anni perché si tagliò per questo adesso lavorava al centro recupero, aiutava i ragazzi e le ragazze a non fare la fine di suo figlio. Mi raccontò anche perché lo fece, subiva di bullismo perché era effemminato e la madre non sapeva niente e non potè stargli vicino, adesso per colmare il senso di colpa aiutava gli altri ragazzi, e devo dire ci riusciva molto bene.
Marianna invece era orfana di madre e suo padre lavorava sempre, un giorno suo padre lasciò una bottiglia di vodka sul tavolino, lei aveva 10 anni e curiosa assaggiò le piacque fino a quando a sedici anni ne divenne dipendente, e quando poi suo padre iniziò ad alzarle le mani perché era sempre ubriaca si iniziò a tagliare, ora aveva 20 anni ed era stanca di tutto quello per questo era li.
Le loro storie mi facevano male, erano tristi, tutte in un modo o nell'altro stavamo male ma io volevo prendere esempio da Cristina che aveva trovato un obbiettivo e lo aveva raggiunto.
Un giorno a pranzo Cristina rimase con noi per vedere se mangiavamo e beh una parola tira l'altra mangiammo tutto
C: facciamo un gioco, ditemi perché volete uscire da qua, oltre al fatto che è un postaccio.
M: voglio uscire per andare dalla mia migliore amica e farle vedere che se mi metto in testa un obbiettivo posso superarlo. E perché voglio far crepare di invidia chi mi sfotte
C: bell'obbiettivo, tu Fede?
F: io voglio uscire di qui per fare di nuovo l'amore con Eli, per poter camminare con lei mano nella mano, per poter vedere la luce del sole e la pioggia, per potermi fare tutto i tatuaggi che non ho ancora fatto, per poter sposare Eli e renderla mia.
M: oh beh ha vinto lei come obbiettivo haha
C: no. Ognuno ha un proprio obbiettivo, non ce n'è uno più bello o più importante, il mio obbiettivo è stare vicino alle persone che stanno male, è banale, ma per me no. Gli obbiettivi sono importanti per se stessi non per gli altri. Ora vado che devo scrivere che avete mangiato ciao ragazze
Dopo che se ne andò esclamai un grande "Donna saggia lei"
M: io vado in salone con le altre
F: okay, io rimango un po' qua e vengo.
Si iniziai a uscire dalla mia stanza, non mi tagliavo da quando due settimane fa vidi Eli. Volevo raggiungere il mio obbiettivo.
Avevo un pigiama d'ospedale, avevo fatto degli esami prima e mi avevano detto che andavo bene.
Quando uscii dalla camera iniziai a parlare con un paio di ragazze quando entrò Luca, con un mazzo di fiori in mano che si avvicinava a me.
Cazzo voleva? Perché non era con Eli? L'unica persona esterna che volevo vedere oltre ad Eli era Luke, il mio Luke, non lui.
F: ehi! Che vuoi?
L: ehi, che accoglienza proprio, come stai?
F: bene, ed Eli? Come sta? Ci sei stato?
L: si ci sono stato ed è questo il pun...
Non finì di dire la frase che entrò nel reparto Cristina correndo.
C: FEDE FEDE VIENI ELI HA FATTO UNA STRONZATA TREMENDA E SOLO TU PUOI AIUTARLA!
F: che? Che stai dicendo? Dov'è? !
C: nel suo reparto nella stanza di isolamento.
Mi misi a correre, salii le scale, spinsi anche qualche persona in visita o infermieri non ci feci neanche caso, dovevo vedere Eli.
Appena entrai nel suo reparto, una porta, grande il doppio delle altre alla mia destra era aperta. Dentro c'erano dei medici, entrai senza neanche chiedere, spinsi i medici e vidi Eli stesa a terra in quella stanza bianca e vuota da stare male, con una flebo di sangue mezza vuota e le braccia tutte tagliate, tagli profondi, freschi, e dolorosi.
Mi precipitai addosso mentre piangevo, lei era lì con occhi da cucciolo bastonato, non voleva che io lo sapessi.
La baciai, aveva bisogno di me, aveva bisogno di sapere che l'amavo.
E: scusami
F: tranquilla amore, perché l'hai fatto?
Era la nostra domanda tipica, in qualsiasi situazione dovevamo spiegare il motivo
E: Luca...mi ha detto che ti ama.
In quel momento il mondo mi crollò addosso, volevo morto quel coglione.
F: amore tranquilla io sono qui e amo solo te.
La strinsi a me mentre chiedevo ai medici cosa sarebbe successo.
X: aspettiamo che si riprenda un po' e poi la portiamo in psichiatria mentre lei signorina dovrà fare avanti e indietro da un reparto e l'altro purtroppo. Forse ci serve lei per aiutare la signorina.
F: non è un problema, attraverserei pure il mondo. Anzi devo risolvere un problema, Cristina stai con lei abbracciala, arrivo subito.
Diedi un bacio ad Eli e corsi da Luca. Entrando nel reparto lui era lì che mi aspettava.
L: BRUTTO COGLIONE DI MERDA TI SEMBRA IL MONENTO GIUSTO DI DICHIARARE IL TUO AMORE?! SE ELI STAVA PER MORIRE DI NUOVO È COLPA TUA! PUOI AMARMI QUANTO VUOI PER ME PUOI MORIRE.
Gli urlai contro tutto il tempo mentre lo prendevo dalla giacca e lo sbattevo ripetutamente contro il muro, appena avevo finito di parlare se ne andò e corsi di nuovo verso Eli. Sta volta l'avrei salvata sul serio.

Due ragazze pervertite Eli e Fede.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora