Tredici|Calum's party

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Oggi finalmente è il tanto atteso sabato.
Il giorno della festa di Calum.
Tutti dicono che è una delle feste migliori dell'anno, dopo quella di Michael.
Non capisco cosa ci abbiano trovato in quella festa, ma forse sono stata io l'unica a non divertirmi.

Mi alzo presto e decido di dare un'occhiata ai vari college che l'Australia mi offre.
Vorrei studiare business e marketing proprio come i miei genitori, ma vorrei anche andarmene il più lontana possibile da Sydney.
Potrei andare a Melbourne, a Brisbane o magari a Perth.

Questa sera sarà indimenticabile, magari riuscirò a stare sola con Calum, anche se la vedo una cosa un po' improbabile dato che è la sua festa, e tutti saranno lì per lui oltre che per divertirsi.
Purtroppo non potrò prepararmi con Suzanne dato che lei andrà la da sola e io accompagnata da Ashton.

"O ti fai accompagnare da Ashton o non andrai alla festa Delilah Scott." Mi ritornano in mente le parole di mia madre.
Odio l'idea di andare alla festa insieme a Irwin, ma odio ancora di più l'idea di non andarci proprio, e visto che ci tenevo troppo ho dovuto accettare a malincuore la proposta di mia madre.

Nel pomeriggio dopo aver finito tutti i compiti per il Lunedì, decido di stendermi sul letto e leggere un bel libro.
È un romanzo d'amore, mi sento così stupida a leggere questo genere di libri, nella speranza di essere come una di quelle protagoniste dove il ragazzo di cui è sempre stata innamorata la ama a sua volta.
È così assurdo, so benissimo che certe cose non accadono nella realtà.

Guardo l'ora ed è già tardi, se non inizio a prepararmi arriverò alla festa domani mattina.
Corro in bagno ed apro l'acqua calda, mi spoglio e sciolgo i capelli color cenere.
Non appena entro dentro l'acqua è talmente calda che sento la pelle ustionarsi, e diventa subito di un rosso intenso.
Massaggio i capelli con il mio solito Shampoo e poi applico il balsamo sulle punte, lascio che l'acqua sciolga i muscoli tesi e mi rilasso sotto il getto.
Cerco invano di regolarizzare il mio battito cardiaco, sono così in ansia per questa sera che quasi mi manca il respiro.

Mi spazzolo e asciugo i capelli, infilo le mutande e il reggiseno ed esco dal bagno per entrare dentro la mia camera.

Sobbalzo dallo spavento non appena lo vedo lì, sdraiato sul mio letto.
Mi copro istintivamente e urlo: "Ashton che diavolo ci fai qui? Chi ti ha fatto entrare?"

"Puoi farmi una domanda per volta per favore. Mi scoppia la testa". Dice massaggiandosi le tempie.
Quanto mi infastidisce!

"Smettila, esci mi devo vestire."

"Tesoro forse dimentichi che ti ho già visto mezza nuda più volte di te stessa." Asserisce sfrontato.

Lo guardo male e vado verso l'armadio, non ho idea di cosa indossare, ma soprattutto sento lo sguardo incandescente di Ashton su di me e la cosa mi mette  a disagio.

"Smetti di fissarmi, pervertito."

Lui emette una sonora risata, così forte che la sento ancora echeggiare nelle orecchie.

"Non ti sto fissando."

"Si, come no." Alzo gli occhi al cielo e continuo a cercare qualcosa da mettere ma non trovo niente di adatto.
Controllo l'ora ed ho ancora il tempo di uscire e comprare un vestito.

"Ashton dobbiamo andare a comprare un'abito, non ho nulla da mettere."

"Spero che tu stia scherzando, hai un armadio enorme." Mi indica la mia cabina armadio.

"Si, ma dentro non c'è nulla di adatto ad una festa."

"Che palle." Dice stufo.

Saltello felice battendo le mani, come una bambina di tre anni.

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