Sedici|College...

303 7 0
                                    

-I contenuti di questo capitolo sono frutto della mia immaginazione-

Sono confusa.
Sono ore che fisso il computer in cerca di una buona università.
Non so quale College scegliere, ce ne sono così tanti e tutti molto prestigiosi, proprio come i miei desiderano.
Vorrei andarmene da Sydney, andare a Melburne, così finalmente sarò a otto ore di distanza dalla mia vita e poi anche Suzanne andrà li.
Preferirei trasferirmi ancora più lontano, andare in un altro continente come l'America o addirittura  l'Europa, ma purtroppo i miei non me lo permetteranno.
Già quando ho detto loro che sarei voluta andare a Melburne a mia madre le si sono rizzati i capelli in capo e mio padre ha detto: "Ma anche io ho frequentato Business a Sydney è una delle Università più prestigiose di tutta l'Australia. Poi ho sentito che anche Ashton frequenterà business li, esattamente come io e Thomas abbiamo fatto."

Ecco una delle motivazioni per cui non voglio continuare a vivere a Sydney.
Ashton.

Devo iniziare a studiare per i test di ammissione se veramente me ne voglio andare lontana e qua non riesco a concentrarmi.
Guardo l'ora e vedo che è ancora presto così prendo un borsone e butto dentro le prime cose che mi capitano, e parto per il lago.
In quel posto almeno ho tutta la calma e tranquillità per studiare in santa pace. 
Voglio starmene da sola e non pensare allo schiaffo che ho tirato al riccio ieri, ma soprattutto tentare di non ricordare quello che mi ha detto e come mi ha fatta sentire. Mi sento male per ciò che ho fatto, sono stata impulsiva e non ho pensato lucidamente.

Dato che i miei sono nel bel mezzo del loro Week-end "relax e purificazione interiore", non posso madre loro nè messaggi nè piccioni viaggiatori, insomma, non possono avere comunicazioni con il mondo esterno.
E' mia madre quella stramba in famiglia e mio padre beh...mio padre semplicemente l'asseconda.
Decido di lasciargli un biglietto per avvertirli nel caso non fossi ancora tornata.
Vado verso le mie auto e oggi voglio cambiare, quindi prendo la mia Audi rosso fiammeggiante e mi avvio verso il lago.
E' sempre un piacere andare laggiù finchè non arriva Ashton a rovinare tutto, ma oggi ho bisogno davvero di concentrarmi sullo studio, con o senza di lui fra i piedi.

Non riesco ancora a concepire l'idea di andare in Messico con lui per ben due settimane.
Credo che uno dei due non tornerà vivo dalla "vacanza".

Arrivo alla casa e fortunatamente non vedo nessun'auto, questo significa che sono da sola. Lascio andare un enorme respiro, che non credevo di star trattenendo, e mi dirigo verso la mia stanza.
Non appena la raggiungo faccio sbattere la porta per poi chiuderla a chiave, sperando che mi aiuti a concentrarmi al meglio.

Dopo qualche ora sento la testa che sta per scoppiarmi e il mio stomaco non fa altro che brontolare.
Scendo per controllare cosa c'è da mangiare e inspiegabilmente gli scaffali sono tutti pieni.
Mi arriva uno strano ma divino odore, carne, si è carne alla brace.

Esco in giardino e trovo Ashton alle prese con la griglia, indossa dei pantaloni di tuta che gli fasciano perfettamente le gambe e una semplice t-shirt nera.
I capelli sono tenuti indietro da una bandana bianca e nera e noto che la sua fronte è imperlata di piccole goccioline di sudore.
E' quasi angelico, ho detto quasi.
Mai giudicare un libro dalla copertina ed Ashton ne è la rappresentazione vivente. È bello fuori, molto bello, ma dentro è un'orrore.

Non avrei nessuna intenzione di stare qui, con lui. Ma sento che tra noi c'è una strana connessione, un'attrazione quasi magnetica e so che anche Ashton può sentirla.
È qualcosa di inspiegabile a parole, ma so che è presente. Non parlo di una tensione sessuale, è qualcosa di più. Non riusciamo a stare lontani, in un modo o nell'altro finiamo sempre per essere insieme e la cosa mi fa impazzire.

Vado vicino alla griglia e inforchetto un pezzo di carne per poi sedermi al capo del tavolo con il viso rivolto verso le sue spalle.

"Ma che cazzo?" Si volta di scatto.

Io lo saluto con la mano e un sorrisetto ironico, non mi sono mai sentita meglio. La sua faccia sorpresa e corrucciata mi fa venir voglia di ridere a crepapelle, mi sento forte, invincibile.

"Che cazzo ci fai qui?" Odio la sua volgarità.

"Dovevo studiare, ma visto che che tu sei qui me ne andrò molto presto." Sbuffo cercando di tagliare la carne nel mio piatto.

"Ottimo."

"Bene." Ribatto.

Tutta questa situazione è imbarazzante, fra nemmeno un mese partiremo per un viaggio lungo, davvero molto lungo.
Sono più che certa che saranno le due settimane più lunghe della mia vita, se non le più brutte.

Ovviamente sono io a dovermene andare, e questo mi fa impazzire, Ashton mi fa uscire di testa!
Devo smettere di fare quello che gli altri si aspettano da me, quindi non me ne andrò da qui, è anche casa mia.
Mi alzo e porto il mio piatto e il mio sedere nella mia stanza.
Come si suol dire:  Meglio soli che mal accompagnati, e Ashton Irwin è la peggior compagnia di tutti i tempi.

Ma perché devo essere io a rinunciare al lago?

Non lo farò infatti, non 'sta volta.
Ho un' idea molto più divertente e so per certo che farà impazzire Ashton, gli sconvolgerò completamente i piani, ovvero ubriacarsi fino a svenire.

Ho intenzione di organizzare un bellissimo, magnifico appuntamento a quattro, sarà esilarante!

Vado nella camera del riccio ed entro senza bussare, lo trovo sdraiato sul letto con le braccia dietro la nuca mentre guarda il soffitto, raccolgo un cuscino da terra e glielo lancio dritto in faccia,e lui scatta in piedi.

"Che vuoi Delilah?" Sbuffa alzando un po' troppo la voce per i miei gusti.

"Vestiti bene, ho una sorpresina per te." Non gli do tempo di rispondermi ed esco sbattendo, sin troppo forte, la porta alle mie spalle.

Arrivo in camera e faccio tre telefonate: Suzanne, Calum e il ristorante più elegante e costoso della città.
Non appena finisco tutto mi siedo sul letto, con un sorriso soddisfatto stampato sulle labbra e infine sospiro fissando il vuoto.
Sarà molto divertente.

Crabby BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora