Ventotto|Cal

277 3 0
                                    

Non sono pronta.
Non mi sento nè psicologicamente nè fisicamente pronta a fare quello che Calum vuole o almeno penso si aspetti da me.
Non mi sentivo pronta prima, figuriamoci adesso dopo quello che è successo con Liam.
Non riesco nemmeno a nemmeno a farmi toccare da mio padre, non credo che riuscirò a farmi toccare da nessun altro per un bel po' di tempo ancora.

"Signor Irwin, signorina Simon siete pregati di scambiarvi le vostre effusioni al di fuori di questa stanza. Grazie." La voce della professoressa risuona nell'aula catturando l'attenzione dei due, e anche la mia.

"Mi scusi" squittisce la ragazza mentre Ashton sogghigna evidentemente divertito.
Mancano dieci minuti alla fine della lezione, almeno dopo potrò andare da Calum per stare un po' insieme a lui.
Sento il cellulare vibrare nella tasca posteriore dei miei pantaloni, lo sfilo e cercando di non farmi notare leggo il messaggio.

E' di Ashton.
Non poteva dirmi ciò che voleva più tardi.

Cosa fai dopo le lezioni?

Vedo Cal

Dopo vieni da me?

Ti ho detto che sono da Cal.

Quando hai finito.

No Ashton.

Ti prego, ho litigato di nuovo con mia madre.

Mi dispiace che tu abbia discusso con tua madre, davvero, non so perchè te la prendi così spesso con lei e quando vorrai potrai parlarmene. Poi sai che se verrò ti farò la predica vero?

Correrò il rischio.

Faccio un piccolo sorriso e poi alzo la testa, il mio cuore perde dieci battiti quando vedo la professoressa davanti a me con il braccio proteso nella mia direzione e uno sguardo nero sul viso.

"Signorina Scott, mi dia il suo telefono." Deglutisco e faccio come dice, non ho la minima voglia di finire ancora di più nei guai.

"Anzi, perchè non viene lei a leggere a tutta la classe questi divertentissimi messaggi."

"No!"Ashton si alza di scatto, -stupido- e tutta la classe si volta per guardarlo.

"Questo mi fa dedurre, signor Irwin, che lei c'entri qualcosa."

"Si, cioè, no. Ma questa è...questa è violazione della privacy." Balbetta nervoso Ashton, bella mossa Irwin!

"Si sieda per favore."

La professoressa inizia a leggere i messaggi,dopo che io mi sono rifiutata, ma si blocca al secondo messaggio.
Si limita a dire: "Irwin, Scott al suono della campana voglio parlarvi." Torna poi a spiegare la sua noiosissima lezione.
Noi annuiamo e ovviamente tutti ci osservano sospettosi.
Che schifo di vita!

Dopo che tutti hanno sgombrato la stanza ci avviciniamo alla cattedra, dove la professoressa ci attende con i suoi grandi occhiali viola.

"Bene ragazzi, ho evitato di leggere gli altri messaggi perchè sono cose personali. Dato che non era mai accaduto prima, questa volta chiuderò un occhio ma che non si ripeta mai più." Ci parla spostando lo sguardo prima verso di me e dopo verso il riccio.

Noi annuiamo, ma sono preoccupata.
Se lo dice ai miei sono morta. Ashton passa leggermente la sua mano dietro la mia schiena e uno sciame di brividi mi percorre la colonna vertebrale, è una strana sensazione.

"La ringrazio. Non si ripeterà mai più, lo prometto." Asserisco consapevole di averla scampata per un pelo.
Lei mi restituisce il cellulare e io le sono infinitamente grata per non aver chiamato i miei.
Prima di uscire Ashton mi abbraccia, ed è la prima volta che fa una cosa del genere in un luogo così ad alto rischio.

"Scusami Ash, non volevo farti finire nei guai." E sono veramente sincera.

"No lil, è stata colpa mia." Mi accarezza il volto e io sorrido.

"Ci vediamo dopo."

"Questo significa che verrai da me?" Mi prende un polso per non farmi andare via.

"No, ma significa che ci sono buone possibilità."


Suono il campanello di casa Hood e ad aprire viene proprio Cal, è pallidiccio e ha il naso arrossato, ma è carino lo stesso.
Lo bacio sulle labbra, sfiorandole appena, poi mi accomodo dentro casa.

"Come ti senti tesoro?"

"Non al massimo." Mi risponde mentre ci sediamo sul divano.
Ci accoccoliamo un po' ma non sento niente, non mi sento allo stesso modo in cui mi sentivo in principio. Ma so che c'è qualcosa tra noi, o forse voglio solo convincermi che ancora ci sia qualcosa. Ho voluto per così tanto tempo stare con lui, che adesso voglio che questa storia funzioni e vada avanti. Anche se so che probabilmente non sarà così.

"Hai ancora la febbre?"

"Si che palle! Non la sopporto più." Faccio una risatina per compiacerlo.

"Invece com'è andata la tua giornata?" Mi chiede curioso. Benissimo considerando che: ho messaggiato con Ashton, la professoressa ci ha scoperti ma ha deciso di salvarci e Ash mi ha abbracciata, insomma, una giornata come tante.
In questi casi non so mai se mentire o dire la verità, opto per mentire, so che prima o poi tutte queste bugie mi si ritorceranno contro ma preferisco continuare per la mia strada.

"Tutto come al solito, parecchio noioso a dire la verità."

"Allora siamo in due ad essersi annoiati." Lo osservo ma poi mi blocco su una vecchia foto, ci sono lui ed Ashton da bambini, è carina.
Ash sembra così...così dolce, cosa da non credere lo so!

"Hai già preparato la domanda per il college?" Cavolo, ancora non l'ho ancora spedita!
In questi giorni dovrò farlo o non mi accetterà nessuno, e io voglio andarmene da questo posto il prima possibile.

"Si, ma ancora non l'ho inviata e tu?" Chiedo abbastanza curiosa.

"Stessa cosa, spero davvero che mi accettino."
Il fatto che creda così poco in se stesso mi fa sorridere.
Come può un ragazzo così bello, simpatico, dolce e popolare essere così insicuro? Non la trovo una cosa possibile.

"Lo faranno sicuramente."Cerco di rassicurarlo, anche se so che è la verità, tutti vorrebbero una persona del genere nel proprio college.
Lo bacio e poi ce ne restiamo in silenzio a guardare la tv.

Crabby BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora