Venti|Pizza is what it takes

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"Cavolo Lilah quanti cazzo di vestiti ti sei comprata?" Mi domanda cercando di sorreggere tutte le buste che gli ho lasciato.

"Erano tutti essenziali."

"Si, per sfondarmi le braccia." Si lamenta chiudendo il bagagliaio, così posso alzare  gli occhi al cielo divertita e sbuffare senza essere ripresa o guardata male da lui.

"Non ti lamentare Irwin." Lo ammonisco con un gesto della mano.

"Sono troppo bello per portare i sacchetti di una ragazza che, per la cronaca, non è nemmeno la mia."

"Sta zitto e inizia a guidare." Ordino e lui stranamente fa quello che dico senza obiettare.

Il viaggio è silenzioso, ma non c'è nemmeno un po' di tensione o imbarazzo, si respira solo serenità e calma, sembriamo amici da una vita. Sorrido al pensiero di quella che mai potrebbe essere un'amicizia e tantomeno lunga una vita intera. Chi diavolo potrebbe sopportare Ashton Irwin per il resto dei suoi giorni?

"Ti odio per le mutande che mi hai fatto comprare." Se ne esce ad un tratto lui scherzosamente.

"Uno, sono costumi e due, sono io a dover odiare te."

"No invece." Mi punta un dito contro, molto sicuro di ciò che sta dicendo. " Quando a  Calum basterà vedere quelle per farsi venire un'erezione, mi ringrazierai eccome."

"Sei disgustoso." Ridacchio dandogli una piccola pacca.

"E' la vita Delilah, non mi dirai mica che hai paura di un cazzo di pene." Quasi mi viene da ridere per il suo gioco di parole, ma rimango seria.

In effetti si ho paura di un pene, cioè non del membro in se per se, ma del fatto che faccia male. Sono completamente terrorizzata dal soffrire, non concepisco il perché una cosa tanto bella debba provocare dolore. Ho sentito così tante storie sulla prima volta che mi sento sempre più confusa e terrorizzata.
Lo so che sono l'ultima quasi 18enne al mondo ancora vergine ma non posso farci più di tanto, purtroppo ho il brutto vizio di rimandare le cose, ma soprattutto non c'è mai stata prima di Calum una persona che reputassi giusta.

"Smettila Ashton non ho nessuna voglia di parlare di questo con te." Sbuffo voltandomi in modo da osservare fuori dal finestrino. Mi viene la nausea al solo pensiero di Irwin che prova ad intavolare questo discorso con me.

"D'accordo." Sono felice che abbia deciso di non insistere, perché non sono in vena di litigi, soprattutto dopo aver passato una così bella giornata insieme, senza discussioni di alcun genere.

Arriviamo alla pizzeria e io rimango buona buona in macchina, non ho voglia di scendere e farmi vedere con lui. Messaggio un po' con Suzanne e Calum fino a quando Ashton non ritorna con due pizze giganti e un musone lungo fino a terra.
Perché ogni volta si innervosisce così velocemente? Non sopporto i suoi cambi d'umore repentini, influenzano anche me. Con l'umore più nero che gli abbia mai visto entra in auto e sbatte la portiera talmente forte da farmi sussultare.

"Che fame." Mormoro cercando di smorzare la tensione, ma non risponde continua a guidare guardando dritto davanti a se, senza dire nulla.

"Ashton c'è qualcosa che non va?"

Lui stringe il volante e so che si sta trattenendo dall'urlarmi contro e lo apprezzo, davvero.
Ma sono anche preoccupata per lui, anche se è insopportabile non mi piace vederlo così.

"No." Risponde secco, decido così di non indagare oltre, preferisco rimanere per sempre con il dubbio che cinque minuti con Ashton infuriato.

Arriviamo a casa sua e io mi precipito davanti alla porta  d'ingresso, sto praticamente morendo di fame, durante il tragitto avevo anche preso in considerazione di mangiare Ashton, ma poi ho abbandonato l'idea. Lascio che ci pensino le altre ragazze.
Lui è ancora nervoso, riesco a sentire la sua tensione da venti metri di distanza, e lo vedo da come serra la mascella.

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