Quindici|Slap and other stuff

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Il campanello suona e non vedo l'ora di vedere la faccia che farà Ashton non appena vedrà Cal, non che a lui importi più di tanto, ma comunque sarà divertente.
Mio padre va ad aprire mentre io e  Calum siamo ancora in camera. Hood si avvicina lentamente alla mia faccia ma viene interrotto dalla voce di papà prima di poter fare qualsiasi cosa. Roteo gli occhi istintivamente, il suo tempismo è davvero pessimo. 

"Delilah scendi, sono arrivati." Sbuffo talmente forte che al ragazzo si muovono i capelli e lo vedo alzare gli occhi al cielo. Lo capisco, questa situazione è frustrante anche per me. Sono così arrabbiata che potrei seriamente inforchettare qualcuno, e perché proprio Ashton?
"Sta' tranquillo andrà tutto bene, è solo Ashton." Dico stampandogli un bacio sulle sue labbra carnose. Mi sorride teneramente e io ricambio abbracciandolo. Scendo le scale stando molto attenta a non cadere su quei cavolo di tacchi.
"Salve a tutti." Dico arrivando in soggiorno seguita dal moro.
Sorrido baciando i genitori di Ashton, per poi salutarlo con un cenno di capo. Lo osservo ed è evidentemente sorpreso dalla presenza di Calum. Sono ancora arrabbiata con Irwin, non so bene il motivo, visto che la cosa della sfigata non mi tocca più ora mai. Ma il fatto è che, io sono sempre arrabbiata con lui, nessuno mi fa saltare i nervi come quel ragazzo.
"Conoscete tutti Calum Hood, giusto?"
Ashton fa un cenno all'amico, e poi fa una faccia buffissima che non riesco nemmeno a descrivere, per poi ritornare al suo solito ghigno indecifrabile.

"Oh certo, non sapevo che tu e Delilah vi frequentaste." Dice Gemma apparentemente felice.
Sulla faccia di mia madre appare una smorfia di disgusto e cerco di contenermi dal saltargli al collo. Non riesce nemmeno a nascondere il fatto che Calum non le piaccia.

Ci sediamo al tavolo, alla mia destra ho Calum e sulla sinistra, sfortunatamente, Ashton. Questa situazione mi mette a disagio, non so bene il motivo mi sento imbarazzata, tanto che sento le mie guance colorarsi di rosso.
La mano di Calum ad un tratto scivola sul mio ginocchio. Improvvisamente avvampo, sento caldo, molto caldo.
E' novembre eppure qui sembra luglio.
Arrossisco ma nessuno apparte Ashton, che non si fa sfuggire l'occasione, sembra essersene accorto.

"Credo che tu debba andare a prendere una boccata d'aria Delilah." Sogghigna guardandomi ed io vorrei soltanto urlargli contro.

"Fatti gli affari tuoi Ashton." Sibilo a denti stretti.

"Eddai va bene che sei vergine, ma quella è solo una mano." Mi prende in giro, pensando pure di essere spiritoso.

"Chiudi quella fogna e torna ad ignorarmi. Noi non ci conosciamo ricordi?"

"Suvvia, non mi dire che sei ancora arrabbiata per quello che ho detto."

"Io sono sempre arrabbiata con te Ashton!"

Ci guardiamo per qualche secondo negli occhi e una voragine mi si apre nello stomaco.
Dov'è Rosemary quando serve?
Distolgo lo sguardo e mi concentro su Calum.
Non riusciamo mai a stare un po' di tempo da soli e la cosa mi manda su tutte le furie. Ogni volta che proviamo a stare due minuti in pace, qualcuno ci interrompe, ogni santa volta.

"Cal mi accompagni a prendere il dolce?" Sussurro piano.

Lui annuisce sorridendo lievemente.

"Noi andiamo a prendere il dessert." Dico alzandomi in piedi e il moro fa lo stesso.

"Va bene tesoro, grazie." Se non ci fosse mio padre, la mamma mi avrebbe già uccisa, e non in un  modo piacevole, il più doloroso possibile. 

Così io e Hood sgattaioliamo in cucina, non appena entriamo mi fa ruotare verso di lui facendomi appoggiare la schiena contro il frigo.

"Sei bellissima Lilah." Mi sussurra a fior di labbra, mi avvicino rapidamente, volendo sentire le sue labbra soffici sulle mie.
Ci baciamo.
Le nostre lingue si incrociano, le sue mani vagano sulla mia schiena fino a che non arrivano sul mio sedere, attirandomi sempre più verso di lui.

"Ragazzi andate in camera. Delilah ha un fottuto letto tondo."

Lo voglio morto.

"Che diavolo ci fai qui?" Cerco di contenere la mia ira.

"Volevo vedervi scopare." Ride.

"Smettila Ashton!" Sbuffa Calum spazientito.

"Hey amico calmati, mi hanno mandato perché non tornavate più." Irwin alza le braccia al cielo pensando così di essersi giustificato.

Lo fulmino con gli occhi, odio il suo sarcasmo.

"Cal, puoi aspettare fuori? Io ed Ashton dobbiamo parlare."

Lui annuisce leggermente contrariato, ma esce senza esitare.

"Devi smetterla!" Urlo, non m'importa un bel niente se mi sentono.

"Di fare cosa?" Controbatte con il mio stesso tono di voce.

"Di fare qualunque cosa." Inizio, "non ti sopporto più Ashton, sei una persona orribile e non solo stasera ma sempre! Ho cercato...ho cercato di esserti amica ma tu sei troppo menefreghista ed egocentrico per accorgertene." Gli grido contro, e poi una lacrima mi riga il viso, la tolgo immediatamente con la mano. Non si merita neppure quell'unica lacrima.

"Nessuno ti ha chiesto di essermi amica, e fidati nemmeno tu sei una passeggiata. Sei solo una sfigata che gioca a fare la popolare, ma hey non lo sarai mai." Mi guarda per un secondo piegando leggermente il capo, giuro di aver visto un lampo di bontà nei suoi occhi che però è svanita subito, spazzata via da tutto il veleno che ha in corpo.

"E si può sapere perché stai piangendo?"

Ha pure il coraggio di chiedermelo? Tutti i sentimenti positivi che potevo provare nei suoi confronti svaniscono, lasciando spazio alla rabbia. Mi avvicino lentamente a lui, sono furiosa, con un colpo secco faccio collidere la mia mano con la sua faccia. Sferro un colpo così forte che per sino io mi stupisco di me stessa.

"Esci." Urlo indicandogli la porta.

Ma lui niente, se ne sta li a fissarmi toccandosi la guancia ,ancora arrossata dal mio colpo.

"Vattene, ora!" Ripeto, sfregandomi la mano sul petto ancora frastornata da ciò che ho appena fatto. 

Finalmente obbedisce.
Crollo a terra sulle ginocchia sfociando in un pianto liberatorio ma anche carico di sentimenti.
Finalmente mi sono libera da questo peso enorme, rendendomi conto che:
Ashton Irwin tira fuori la parte peggiore di me.

Mi asciugo le lacrime e mi rialzo da terra. Prendo quel cavolo di  dolce e lo porto in tavola. Mi stupisco di non vedere il riccio, rimango un po' perplessa ma cerco di non darlo a vedere.

"Ashton dov'è?"

"Se n'è andato non stava molto bene, ha detto di salutarti." Dice Thomas, lo apprezzo molto dato che so perfettamente che l'ultima parte del discorso non è uscito dalle labbra di Ashton.

"Oh Okay." E' l'unica cosa che riesco a dire, non dovrebbe nemmeno importarmi quello che fa o non fa. 
Rimaniamo tutti in silenzio con la testa bassa per il resto della cena, troppo in imbarazzo per dire qualunque cosa.

Crabby BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora