A Lou Bear (03:45) - Dove sei? Perché non sei ancora a casa?
Harry si era svegliato di soprassalto nel cuore della notte sentendo improvvisamente freddo. Di solito era Louis che lo scaldava, nonostante la presenza delle coperte. Ma quella volta, stranamente, non c'era accanto a lui.
A Lou Bear (04:35) - Dio mio, ma dove sei finito?
A Lou Bear (04:49) - E menomale che saresti tornato presto. Vaffanculo.
××
Il cellulare di Harry squillò improvvisamente la mattina seguente, portando il riccio fuori dal mondo dei sogni. In realtà non aveva sognato nulla, aveva dormito poco quella notte, forse tre o quattro ore a causa dell'assenza Louis.
Era insolito che mancasse durante la notte e quando succedeva, almeno avvertiva il riccio, rassicurandolo. Invece quella volta non successe. Sperò che non gli fosse capitato niente di brutto.
Portò pesantemente e svogliatamente il braccio fuori dalla coperta e prese il cellulare, sbloccando lo schermo immediatamente alla vista di Lou Bear. "Ti sei degnato di chiamare, dove caz-"
"Harry? Sono Niall"
"Niall? Come fai ad avere il telefono di Louis? Dov'è quel cretino?" chiese furioso, cercando di non farsi sentire dai suoi bambini che dormivano beatamente nelle due stanze accanto.
Harry si mise a sedere, poggiando la schiena sulla testiera del letto. Rabbrividì quando la coperta si spostò dal suo petto e cadde sul suo bacino.
"Come spiegartelo?" si chiese il biondo. Si prese qualche minuto per formulare delle frasi decenti e poi continuò a parlare. "Ieri sera lo sai che siamo usciti tutti insieme, no?" Harry annuì pur sapendo che il biondo non potesse vederlo. "Beh, Louis ha alzato un po' il gomito e a fine serata era totalmente andato. Fuori dal locale c'erano i paparazzi e per non creare scandali, invece di accompagnarlo a casa l'ho portato da me perché so che odi vederlo ubriaco" spiegò. "Ha blaterato qualcosa in proposito, ieri sera.."
"Lo uccido!" sentenziò quindi il riccio, passandosi velocemente una mano sulla fronte. "Adesso è lì con te?"
"È in bagno, sta vomitando anche l'anima"
"Accompagnalo subito a casa appena ha finito, digli che sono furioso. Ciao Niall e grazie" chiuse la chiamata e andò a svegliare i suoi bambini che erano all'oscuro di tutto.
××
Louis rientrò in casa un paio d'ore dopo, con lo sguardo basso. Aveva paura di una reazione da parte di Harry. Niall gli aveva detto che fosse furioso e gli vennero i brividi. Odiava vedere Harry arrabbiato, specialmente con Louis, ma la sera precedente non aveva pensato a niente -o forse aveva pensato troppo- e si era lasciato andare a bottiglie e bicchierini pieni di alcool.
Lanciò le chiavi sul mobiletto all'entrata e chiuse la porta. Si incamminò verso il salotto, ma ad ogni passo che faceva gli sembrava di avere un peso di piombo attaccato ai piedi.
"Oh, ma guarda chi si vede" Harry spuntò dalla cucina, con cesto pieno di vestiti tra le mani, sicuramente diretto al piano superiore. Louis aprì la bocca per parlare, ma venne interrotto da Harry immediatamente "Louis sta' attento a ciò che dici perché al momento ti riempirei di schiaffi. Ringrazia che ho le mani occupate" disse freddo e salì le scale. Louis lo seguì come un cagnolino, nonostante la testa gli stesse facendo male.
"Harry, ti prego. Scusami" provò a dire, ma non ottenne altro che un risolino sarcastico da parte di Harry.
"Le tue scuse te le puoi ficcare su per il culo, insieme alle tue promesse" disse furioso, voltandosi di scatto verso Louis. "Sono stato tutta la notte in pensiero per te mentre tu ti ubriacavi insieme ai tuoi amici. Ho dormito pochissimo nonostante l'indomani dovessi accompagnare quelli che sono pure i tuoi figli a scuola" gli puntò un dito contro, per poi riprendere a camminare verso la camera dei bambini per cambiare le lenzuola dei letti.
Louis lo seguì pure stavolta. "Harry non so che altro dirti se non scusa, prometto che non succederà più"
"Louis non l'hai detto davvero, spero" disse in modo sarcastico, ridendo nervosamente. Al che Louis inarcò un sopracciglio. "Non azzardarti a promettermi più niente. Ho detto dove puoi metterti le tue promesse del cazzo" stavolta urlò. "Mi avevi promesso che almeno la domenica l'avresti passata con la tua famiglia, ma guarda un po'... sei uscito con i tuoi amici. Mi avevi promesso che non ti saresti più ubriacato, ma guarda un po'... è successo proprio ieri sera." E chissà quante altre volte è successo, sussurrò. "Mi avevi promesso che saresti tornato presto, ma guarda un po'... non è successo! Quindi, per cortesia, non fare promesse se poi non le mantieni" prese fiato e tornò a fare i letti.
"Io ho il diritto di divertirmi" Harry si mise ritto con la schiena e lo osservò con la bocca aperta. "Lavoro solo io qui, mi faccio in quattro per prendere quel fottuto stipendio e mantenere me, te ed i bambini"
Harry non lo lasciò parlare e "Ma sentitelo, lavora solo lui" lo scimmiottò, indicandolo. "Ti ricordo che ho abbandonato il mio lavoro per occuparmi dei bambini"
"Ciò non toglie il fatto che io posso divertirmi quanto mi pare. Non sei nessuno per dirmi cosa devo fare. Sono grande abbastanza e vaccinato per fare quel che cavolo mi pare. Ringrazia che non ti abbia tradito mentre ero ubriaco" sputò acido, rendendosi conto solo dopo e troppo tardi delle parole appena pronunciate.
Non sei nessuno.
Ringrazia che non ti abbia tradito.
Gli occhi di Harry iniziarono a pizzicare, ma si promise di non piangere di fronte a Louis. Quindi si morse l'interno della guancia, forse con troppa forza perché sentì il sapore metallico del sangue.
Louis sgranò gli occhi, portando una mano a mezz'aria. "Harry, io-"
"D-Dato che sei grande abbastanza e vaccinato il letto te lo saprai anche fare da solo" e lanciò le lenzuola con molta forza verso il corpo di Louis. "Saprai anche cucinarti qualcosa di commestibile. Saprai fare tutto! E dato che non sono nessuno, spero saprai occuparti pure dei bambini" detto ciò uscì in fretta e furia dalla stanza per dirigersi in quella matrimoniale, prendere un borsone da dentro l'armadio e riempirlo con pochi vestiti.
"Harry, scusami" Louis provò ad avvicinarsi.
"Non mi toccare!" continuò a mettere dei boxer all'interno del borsone e lo chiuse, mettendoselo in spalla. Prese il cellulare, il portafoglio e gli occhiali da sole.
"Io non intendevo dire quelle cose" provò a rimediare Louis.
"Ma le hai dette e adesso te ne assumi le conseguenze" Harry uscì dalla sua stanza e scese al piano di sotto.
"E adesso dove stai andando?"
"Saranno pure cazzi miei" e detto ciò uscì di casa, entrando in macchina e scoppiando a piangere, lasciando Louis immobile davanti la porta, con gli occhi sgranati e la bocca aperta.
STAI LEGGENDO
You're never • Larry Stylinson
FanfictionLouis Tomlinson, trentenne, calciatore affermato e famoso. Harry Styles,ventiseienne con la passione per la fotografia. Un matrimonio e due bambini adottati: Matthew, otto anni, e Skylar, quattro anni. Sembrano una famiglia felice e perfetta. Ma cos...