Twenty-Four

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Louis alloggiava a Beverly Hills da soli tre giorni e non si era ancora abituato all'ambiente circostante. 

Era un quartiere residenziale decisamente fascinoso, elegante, ordinato e pulito; le villette erano una più bella dell'altra ed i giardini avevano l'erba perfettamente tagliata simile a quella dei campi da golf. Era uscito un paio di volte durante la mattinata e aveva visto anche le dog-sitter a passeggio con i barboncini e tante, tantissime, Ferrari e Lamborghini -e lui che pensava che tutte quelle cose esistessero solo nei film americani!

Nei suoi saliscendi, tra macchie di verde e ricchi terreni abitati, si capisce immediatamente, come in nessun altro luogo degli Stati Uniti è possibile, cosa significhi l'espressione American Dream. Louis è sicuro di aver visto anche Logan Lerman passeggiare tranquillo al parco, o Brad Pitt in macchina con sua moglie. Aveva persino chiesto a Jeff se fosse possibile una cosa del genere o era solo frutto della sua immaginazione e lui gli aveva spiegato che molte star passavano il loro tempo tra Rodeo Drive -dove stanno le più famose boutique con firme di lusso come Armani, Valentino, D&G, Louis Vuitton- e la Walk Of Style; quindi sì, era possibile che lui avesse proprio visto quelle persone. 

No, Louis non si era proprio abituato. 

Avrebbe dovuto raccontare tutto ad Harry il prima possibile e condividere la sua gioia.


Quel pomeriggio, invece, uscì insieme a Jeff per andare allo StubHub Center, lo stadio in cui si sarebbe allenato con i Los Angeles Galaxy. Distava circa mezz'ora in macchina dal suo nuovo appartamento, quindi ne avrebbe approfittato un po' per spegnere il cervello -pieno di pensieri- e dedicarsi ad Harry. 

A Har♥ (16:10) - Buongiorno amore, o forse dovrei dire buonanotte :) 

Da Har♥ (16:17) - Hey, qui è SOLO mezzanotte! 

A Har♥ (16:19) - Scusami, ti ho svegliato? Qui sono solo le quattro del pomeriggio... 

Da Har♥ (16:20) - Tranquillo, aspettavo un tuo messaggio o una tua chiamata. Cosa stai facendo di bello? 

A Har♥ (16:21) - Sto andando allo stadio, devo incontrare il mio nuovo coach! Sono in ansia. 

Da Har♥ (16:23) - Andrai alla grande. Il tuo nuovo coach ti amerà, non quanto me ma lo farà. 


Louis ridacchiò, attirando l'attenzione di Jeff, che lo guardò dallo specchietto e scosse la testa. 


A Har♥ (16:24) - Lo spero! Tra venti minuti sarò al campo, tra un po' vomito 

A Har♥ (16:27) - E tu non mi puoi abbandonare proprio ora! 

A Har♥ (16:30) - Haaaaaarreh! 

A Har♥ (16:35) - Sto morendo, aiuto, ho bisogno di te 

A Har♥ (16:38) - Uff, okay. Ti sei addormentato. Buonanotte amore mio♥ 

A Har♥ (16:42) - Io sono arrivato, ci sentiamo presto. Dai un bacio ai bambini! x 


Jeff parcheggiò la macchina e insieme, poi, scesero per addentrarsi nei vari corridoi dello stadio. Seguirono le indicazioni e in un niente si ritrovarono dall'altra parte, faccia a faccia con il grande prato ben curato. Louis, in lontananza, vide una squadra allenarsi e qualcuno che fischiava e agitava le braccia. 

Jeff e Louis si avvicinarono e lo stesso uomo, che prima stava fischiando, sorrise verso di loro e camminò nella loro direzione. 

"Ciao Jeff, benvenuto Louis Tomlinson" guardò il primo e poi il secondo. Il ragazzo ringraziò stringendogli la mano e poi l'uomo continuò "Io sono Br-"

"Bruce Arena, attualmente il commissario tecnico di maggior successo nella storia della nazionale statunitense, con ben settantuno vittorie nell'arco della sua gestione£ continuò Louis al suo posto. "Sì, la conosco molto bene" rispose elettrizzato. Jeff e Bruce risero e Louis, leggermente imbarazzato, si passò una mano sul retro del collo. "Ehm, scusate"

"Non ti preoccupare, sono felice che tu sappia chi sono. Vieni con me, ti presento alla squadra" 

Bruce soffiò nel suo fischietto e attirò l'attenzione dei suoi calciatori. "Ragazzi," parlò a gran voce "vi presento Louis Tomlinson, il nostro nuovo acquisto"

Okay, essere trattati come un oggetto che si può comprare e scambiare quando si vuole non era mai piaciuto a Louis ed è per questo che fece una smorfia impercettibile. 

I suoi nuovi compagni di squadra sorrisero e uno in particolare si fece avanti "Io sono Robbie Keane, il capitano, e a nome della squadra ti do il benvenuto!"

"Grazie, Robbie" sorrise e gli strinse la mano.


"Spero ti troverai bene qui da noi" disse Bruce, dopo aver mandato nuovamente i suoi calciatori ad allenarsi. Gli circondò le spalle con il braccio e lo condusse vicino la panchina. 

"Sicuramente" sorrise cordiale Louis: non vedeva assolutamente l'ora di iniziare a giocare e sperava di trovarsi bene anche con i compagni. Gli sarebbe mancata l'intesa che aveva sempre avuto con Niall.

"Questo è il tuo borsone" Bruce indicò col dito un borsone color blu notte posto sui sedili. "Qui dentro ci sono i tre completini, due dei quali usiamo quando siamo fuori casa ed uno mentre giochiamo in casa" Louis aprì il borsone e ne vide uno, che doveva essere la divisa tradizionale, interamente bianco con inserti di colore blu e giallo; un altro invece era interamente blu con inserti bianchi e gialli, ed infine vi era un completino interamente nero con inserti bianchi. "Poi ci sono le scarpe e una borraccia. Se ti dovesse servire altro non esitare a chiedere"

"Siete stati davvero gentilissimi, grazie!"



A otto ore di distanza, in periferia di Londra, Harry stava correndo dietro ad i suoi bambini, urlandogli contro di essere in ritardo. La sveglia quella mattina non era suonata e, quando il riccio aveva visto che fossero le sette e mezza passate, si era fiondato immediatamente giù dal letto e, senza badare al piccolo capogiro, aveva bussato alla porta delle camere dei suoi figli.

Sì, in quel momento sembrava una donna isterica. 

"Dobbiamo andare per forza a scuola?" borbottò Matt, che strascinò le ciabatte sul pavimento.

"Sì, tesoro. Non potete saltare un giorno di scuola e poi a casa non potete stare da soli. Io tra un'ora dovrei essere a lavoro, quindi sbrigati a vestirti" rispose, entrando poi in cucina per preparare la colazione ai suoi figli.

La sera precedente si era addormentato e non aveva più risposto a Louis. Chissà com'era andato l'incontro con il suo nuovo coach, si chiese. Guardò l'orologio appeso alla parete che segnava le otto e dieci: non poteva chiamare Louis, da lui era mezzanotte passata. Magari avrebbe aspettato il pomeriggio per chiamarlo, così ci sarebbero stati anche i bambini.

Decise comunque di mandargli un piccolo messaggio, per fargli capire che non si era scordato di rispondere.

A Lou Bear♥ (08:11) - Lou, scusami, lavoro troppo il giorno e poi la sera crollo. Ti chiamo più tardi quando i bambini tornano da scuola. 

A Lou Bear♥ (08:13) - Spero che sia andato tutto bene lì al campo, poi mi racconti tutto, buonanotte xx 


Inviò il tutto e si rese conto di una cosa: avrebbe dovuto decisamente cambiare il nome al contatto di Louis.







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Ringrazio Internet per alcune informazioni e ringrazio voi per i voti ed i commenti ♥

You're never • Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora