Thirty

4.7K 232 44
                                    


Louis diede la buonanotte ai suoi figli, gli rimboccò le coperte e dopo avergli regalato un sorriso stanco, spense la luce principale, lasciando accesa la piccola abat-jour sul comodino. Louis uscì, chiudendo appena la porta e poi scese al piano di sotto, da cui proveniva una luce. Harry era ancora sveglio ed era seduto sul tavolo in cucina mentre ultimava la sua cena -Jeff era ritornato a casa dalla sua famiglia-: non aveva parlato con Louis per tutto il giorno e al più grande mancava la voce calma e rilassante di suo marito.

Fece capolino in cucina e prese posto di fronte ad Harry. "Quando partirete?" chiese.

Harry lo guardò, puntando i suoi fari verdi in quelli azzurri di Louis, e si lasciò scappare una risatina sarcastica. "Ci vuoi già via così potrai fare quel che vuoi con quello?" si alzò per buttare nella spazzatura i residui della cena, per poi sciacquare il piatto ed il bicchiere.

Louis si diede dello stupido e "No, certo che no. Che cosa ti salta in mente Harry?" gesticolò con le mani "Mi conosci, non-"

"No, Louis" si voltò di scatto, interrompendolo, stringendo le mani in due pugni lungo i fianchi "non ti riconosco più"

Louis sospirò "Sono sempre io"

"Ah. Sei sempre tu, buono a sapersi" annuì e si voltò verso il lavello, poggiando le mani sul marmo. Louis ne approfittò per alzarsi e avvicinarsi per poterlo stringere in un abbraccio. "Non mi toccare" Harry si allontanò come scottato "non mi toccare" ripeté, alzando le mani. "Stammi lontano" e se in passato gli avessero detto che un giorno avrebbe detto questo non ci avrebbe mai creduto. Era dipendente da Louis, era la sua droga, e mai si sarebbe allontanato da lui perché era come un punto di riferimento. Amava averlo attorno, amava sentire qualche sua battuta squallida, prenderlo in giro e poi ridere insieme a lui. Amava stringerlo forte al suo corpo. Amava dedicarsi a lui. Amava, però poi di tutto, quando Louis gli dedicava le sue attenzioni, lo faceva sentire speciale e sempre messo in primo piano.
Purtroppo questo non accadeva più.

Louis fece qualche passò indietro e lo guardò ferito. "O-okay" sussurrò con voce spezzata. Respirò a pieni polmoni e "T-Ti ho preparato il letto nella stanza di Jeff. Mh- io vado. Buonanotte" mormorò per poi sparire al piano di sopra, prendere un cuscino ed una coperta e dirigersi nel divano scomodo del suo salotto. Si stese su di esso e guardò il lampadario spento. Sentiva il ticchettio dell'orologio appeso al muro, i passi leggeri di Harry che usciva dalla cucina, spegneva la luce e saliva al piano di sopra, la porta chiudersi e il suo cuore battere velocemente dentro la gabbia toracica.

Si accucciò sotto la coperta e si voltò su un fianco. E come ogni persona prima di addormentarsi, vagò con la mente: gli mancava Harry, gli mancava baciarlo, coccolarlo, stringerlo al petto. Non si vedevano da quattro mesi ed ora che Harry era lì, nella sua stessa casa, al piano di sopra, non poteva nemmeno sfiorarlo: tutto sembrava peggiorare e la situazione sembrava sfuggirgli di mano. Chiuse gli occhi per non lasciar scappare qualche lacrima birichina e ad un tratto un flash gli colpì la mente.

C'era questa sala enorme, in cima a un grattacielo. Quasi tutte le pareti erano vetrate e permettevano di godere della bellissima vista della città: i vari palazzi illuminati, addobbati a festa, le stelle in cielo e una grande luna splendente. La sala era piena di gente, famosa e meno famosa. Vi erano tavoli imbanditi di alcolici rossi e arancioni e vari stuzzichini disposti su piatti bianchi con decorazioni nere. In fondo alla sala vi stava un dj con la sua fidata console e cambiava la musica, la remixava sul momento facendo scatenare tutte le persone presenti.

Louis era lì con la sua squadra per festeggiare l'ultimo dell'anno. Erano tutti seduti su un divanetto di pelle nera e bevevano dai loro flûte pieni di spumante. Poi qualcuno aveva proposto di fare una gara. "A chi beve più alcol" e Louis si era lasciato andare. Non beveva da tanto e per quella sera se lo poteva permettere: non c'era nemmeno Harry e, com'è che si dice?, quando il gatto non c'è i topi iniziano a ballare.

You're never • Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora