Ten

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Un paio di giorni erano passati da quando Harry aveva deciso di lasciare casa sua e di Louis per poter stare a casa della madre e il liscio si sentiva così tremendamente in colpa. In quei due giorni aveva continuato a mandare messaggi ad Harry, senza ricevere risposta. 

Non sapeva cosa fare, non voleva chiamare Anne e sentire una ramanzina dalla suocera. Chiamare sua madre non se ne parlava: abitava troppo lontano da Londra e farla preoccupare non serviva a nulla.

In aggiunta a tutta la preoccupazione, l'ansia, i sensi di colpa, si ci mettevano anche i bambini.

"Papà, ti vuoi muovere?" 

Ecco, appunto! 

Matt corse in camera da letto tutto già sistemato con il suo maglioncino preferito, i jeans e delle scarpe da tennis per ricordare al padre che dovesse accompagnare i suoi figli a scuola.

"Arrivo, vai a fare colazione" gli ordinò. Il bambino annuì silenzioso e sparì dalla vista di Louis.

I due bambini in quei due giorni avevano sentito molto la mancanza di Harry, come potevano non sentirla? Era il riccio che badava a loro per quanto riguarda il vestirli, preparare la colazione, accompagnarli a scuola.

"Papà, ma non c'è nessuna colazione preparata, in cucina" si lamentò Matt, spuntando nuovamente in camera. 

Louis sbuffò e sospirò, passandosi poi le mani tra i capelli. Senza dire niente si alzò dal letto, infilò i piedi nelle pantofole e uscì dalla stanza.

"Papaaaà" urlò Sky dalla sua stanza. 

"Che c'è?" Louis si affacciò e vide la sua bambina davanti lo specchio, con un elastico fucsia in mano -abbinato alla sua maglietta.

"Mi puoi fare una treccia?" chiese facendo il labbruccio. Louis si trovò in difficoltà: deglutì e sgranò leggermente gli occhi. Il problema era che non sapesse fare una treccia. Si avvicinò alla sua bambina e si inginocchiò per essere alla sua altezza. Prese una ciocca di capelli con una mano e un'altra ciocca con l'altra. Le unì intrecciandole, ma la bambina lo riprese dicendogli che una treccia non si facesse con due ciocche, bensì con tre. Allora Louis lasciò cadere di nuovo i suoi capelli lunghi e biondi sulla schiena e ricominciò. 

"Papà, ho fame!" urlò Matt, raggiungendoli in camera.

"Papi, che stai combinando?" Sky si voltò di scatto verso Louis e corrugò la fronte, sciogliendo quella pseudo treccia con le dita. "Papà Harry le sa fare, tu no" disse arrabbiata ed imbronciata.

"Pa', dai" insistette Matt.

Quindi Louis chiuse un attimo gli occhi, si alzò in piedi, respirò profondamente e molto lentamente. "Smettetela!" urlò. "Matt, smettila di urlare, adesso ti preparo un panino e lo mangi a scuola" puntò il dito verso di lui "E tu-" indicò Sky "-per oggi farai una coda!" prese l'elastico fucsia, si abbassò con la schiena e tirò i capelli della bambina per poterglieli legare in una lunga coda.

I due bambini si ammutolirono perché non avevano mai visto papà Louis reagire in quel modo. 


xx


Da Soph (09:15) - Harry! Quando puoi, chiamami. E' urgente! 

Harry lesse quel messaggio ed inarcò un sopracciglio. In quei due giorni era stato in casa di sua madre, immerso in una pace assoluta. Ogni tanto sua madre si affacciava per vedere come stava e il riccio la rassicurava dicendole che stava bene e che voleva solo rilassarsi. Anche Robin spesso si affacciava per vedere come stava.

You're never • Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora