"Devi per forza partire?" si lamentò Harry, aggrappando le sue mani sui fianchi di Louis e avvicinandolo di più al proprio corpo.Quelle due settimane erano passate così in fretta che era giunto per Louis il giorno del ritorno a Los Angeles.
"Purtroppo sì," rispose Louis, mettendo su un'espressione triste "Devo ricominciare ad allenarmi per la prossima partita" si morse il labbro "Anzi il coach è stato parecchio buono con me" rise, seguito da Harry, che annuì e gli passo le mani sulla maglietta per stirarla.
"Hey, Tommo! Quando si parte?" e poi c'era Niall, il solito guastafeste. Finalmente per lui, era giunto il momento di partire per Los Angeles insieme al suo migliore amico per poter avere il privilegio di giocare con uno dei suoi idoli. Ma questo non gli dava il diritto di rovinare gli ultimi istanti tra Louis ed Harry.
"Niall, ti odio" borbottò Harry lanciandogli un'occhiata che se avesse potuto l'avrebbe ucciso.
"Ti voglio bene anche io, riccio" disse, dandogli una pacca sulla spalla provocando uno sbuffo da parte di Harry.
"Niall, se sparisci partiamo tra pochi minuti" si intromise Louis.
"Okay okay, basta che non mi bullizzate più" alzò le mani in aria "Torno dai miei bellissimi nipotini... almeno loro mi apprezzano" disse con un tono risoluto e si avvicinò ai due bambini che stavano giocando nel giardino con uno dei vecchi palloni di Louis.
"Se potessi ti porterei sempre con me" continuò il più grande, dopo attimi di silenzio.
"Lo vorrei anche io, ma-"
"-ma non puoi per il lavoro ed i bambini, lo so" continuò la frase, sospirando e annuendo. Strinse le mani dietro il collo di Harry e lo baciò delicatamente, come se potesse sgretolarsi. "Ti amo"
"Ti amo anche io" sussurrò il riccio, sorridendo e baciandogli la guancia leggermente arrossata. Si sfiorarono il naso proprio come due eschimesi e si sorrisero a vicenda.
"Dio mio, siete così sdolcinati" borbottò Niall avvicinandosi nuovamente a loro. I due coniugi sbuffarono e alzarono gli occhi al cielo.
Che amico idiota che ho!, pensò Louis.
"Horan, sali in macchina o ti lascio qui!" quindi Niall abbracciò i bambini, salutò Harry e salì in macchina.
"Ciao, Styles!"
"Tieni d'occhio Louis" scherzò.
"Sarà fatto!"
-
Da quel giorno era passato un mese. Nonostante i due coniugi cercassero di mantenere vivi i contatti, a causa dei loro impegni e del lavoro sempre abbondante, si erano sentiti davvero pochissimo. Harry si divideva tra ufficio, studio fotografico e casa sua. A volte aveva la testa così piena di pensieri comprendenti i bambini, le varie bollette e i vari impegni per i photoshoot che, è brutto da dire, si dimenticava la cosa fondamentale: Louis. Quest'ultimo non si era trovato tanto meglio: gli allenamenti erano aumentati -stava pure rischiando di dimenticare il compleanno di Harry, ma fortunatamente i pochi neuroni nella sua testa funzionavano ancora-, Bruce pretendeva davvero tanto da Louis e a volte tornava casa così stanco che l'unica cosa che aveva intenzione di fare era stendersi a letto e dormire.
Si erano ripromessi di non rivivere la stessa situazione dei mesi precedenti, ma tutto remava contro di loro.
Quel giorno però Harry era a casa - era domenica, grazie tante - e sapeva che Louis avesse una partita che trasmettevano in diretta. Così si era organizzato con Niall, il quale era tornato una settimana prima da Beverly Hills davvero molto euforico. Aveva subito raggiunto casa Tomlinson-Styles per poter raccontare le tre fantastiche settimane passate insieme a Louis e a Robbie.
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You're never • Larry Stylinson
FanfictionLouis Tomlinson, trentenne, calciatore affermato e famoso. Harry Styles,ventiseienne con la passione per la fotografia. Un matrimonio e due bambini adottati: Matthew, otto anni, e Skylar, quattro anni. Sembrano una famiglia felice e perfetta. Ma cos...