Twelve

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"Papaaaà! Papaaà sveglia!" una Skylar molto esuberante e felice saltò addosso a papà Louis, cercando di tirargli la maglia del pigiama per svegliarlo. "Papà Harry è tornato!"

A Louis bastò sentire il nome di Harry per aprire gli occhi e guardare sua figlia saltellare e indicare la porta. Si voltò a sinistra e non trovò Matt.

"Mh?" guardò confuso di nuovo sua figlia e sbadigliò. "Cosa?"

"Papà Harry è di là, è tornato!"

Louis sgranò gli occhi e aprì la bocca, stavolta non per sbadigliare.

Oddio, pensò.

Si tolse le coperte dal suo corpo, infilò di fretta le pantofole -rischiando di trovarsi con la faccia schiacciata a terra- e seguito da Skylar corse nella camera che condivideva da anni con Harry.

Entrò e vide Matt abbracciare forte Harry. Louis sentì le lacrime scendergli lungo le guance e il labbro tremare. Gli mancò il respiro per pochi secondi, poi non ci pensò due volte: corse verso Harry e lo abbracciò stretto al suo petto, allacciandogli le braccia al collo.

Harry non ricambiò la stretta, rimase solo con la testa incastrata nell'incavo del collo di Louis. Quest'ultimo, nonostante sapesse che Harry avesse tutte le ragioni di questo mondo per non abbracciarlo e averlo accanto, sentì il cuore sbriciolarsi a poco a poco, non sentendo le braccia forti e muscolose di suo marito circondargli la schiena e "Stringimi" disse quindi con la voce spezzata. "Abbracciami, ti prego" disse, stringendo ancora di più a sé il corpo del riccio.

Harry era troppo emotivo, si lasciava spesso trasportare dalle emozioni e vedere le lacrime solcare le guance di Louis era l'ultima cosa che voleva vedere. A quel punto ricambiò la stretta, lasciando da parte quel poco di orgoglio che si ritrovava. "Mi sei mancato" sussurrò ancora Louis, cercando di trattenere altre lacrime. Gli lasciò piccoli e infiniti baci umidi sul collo poco coperto dalla maglia del pigiama.

"Anche tu" rispose Harry, in modo così impercettibile che Louis pensò di esserselo immaginato. Quando le parole di Harry arrivarono al cervello del liscio, pianse ancora di più. E non gli importò di sembrare un bambino: la paura di perderlo era stata tanta.

I due bambini, i quali avevano capito che tra i loro papà fosse successo qualcosa nei giorni passati, li guardarono con un ampio sorriso appoggiati allo stipite della porta.

Louis si allontanò dal corpo di Harry per potergli sfiorare le guance e per incastrare i suoi occhi più azzurri che mai, rossi e gonfi in quelli verdi e lucidi del riccio.

Lo accarezzò delicatamente, come se potesse rompersi lì davanti ai suoi occhi. Aveva riflettuto in quei pochi giorni lontano da Harry, aveva capito che non poteva lasciare tutte cose nelle mani di suo marito mentre, in un certo senso, lui se infischiava. Si era ritrovato infatti, senza Harry, a non saper cucinare nemmeno una fettina di carne o a non saper fare una treccia a sua figlia. Si era sentito una nullità ed era crollato proprio quando i suoi figli erano arrivati persino a fare il gioco del silenzio in sua presenza.

Ma anche se avesse saputo fare tutte queste cose e fosse stato il papà migliore del mondo gli sarebbe comunque mancato il riccio, perché la notte non aveva qualcuno da stringere e proteggere dagli incubi, si sentiva vuoto, come se gli mancasse un pezzo... ed Harry era quel pezzo di cui necessitava Louis per sentirsi completo e felice.

Continuò ad accarezzargli la faccia, in silenzio, e quando sfiorò le labbra del riccio con il suo pollice vide un sorriso leggermente accennato. Riportò gli occhi su quelli smeraldini di Harry e con un'espressione lievemente confusa, inarcò un sopracciglio. Ma comunque sorrise, perché i suoi sorrisi erano così contagiosi. "Sono stato male senza di te" confessò sincero.

"Perché non c'era qualcuno che ti lavava il bucato, o badava ai bambini?" chiese sarcastico Harry.

Louis scosse la testa e "No" rispose, per poi continuare: "E' vero, sono un disastro, senza te credo che questa casa sarebbe andata distrutta" rise. "Ma rientravo e l'unica persona che volevo vedere non c'era. Non c'eri tu ad accogliermi con un sorriso, non c'erano i tuoi abbracci. Non c'eri tu accanto a me nel letto, la notte.." si zittì per un istante, per poi riprendere a parlare "..mi sono sentito così solo. Pensavo che non saresti tornato più da me"

E Louis, ad Harry, sembrò un cucciolo, un tenero orsacchiotto da poter stringere e coccolare, così piccolo e indifeso.

Il riccio gli accarezzò il collo "Sarei tornato. Vi amo più della mia stessa vita e non avrei mai potuto lasciarvi andare" confessò sussurrando.

"Ti amo così tanto" poggiò la sua fronte su quella di Harry e chiuse gli occhi "Mi dispiace così tanto, è tutta colpa mia, quelle cose non le pensavo davvero. Scusami" si strinse maggiormente al corpo di Harry e inspirò il suo dolce profumo.

Il riccio gli accarezzò la schiena e lasciò un bacio sul collo. Poi lo allontanò, gli prese il viso e si fiondò sulle sue labbra sottili. Gli era mancato così tanto baciarlo, assaporare le sue labbra, morderle fino farle divenire rosse e gonfie. Gli era mancato avere un contatto con lui e, cavolo, erano passati solo tre giorni.

Quando i bambini capirono che i loro due papà ne avrebbero avuto per molto, ridacchiarono e gli lasciarono la loro privacy, chiudendosi nelle loro stanze.

Louis rispose quindi al bacio, picchiettando con la lingua sulle labbra piene di Harry per chiedere l'accesso. Il riccio schiuse immediatamente le sue labbra facendo quindi scontrare le loro lingue. Si aggrappò alle spalle di Louis, facendolo cadere in avanti e sopra il suo corpo.

Il liscio apprezzò quel gesto e sorrise nel bacio, sistemandosi tra le gambe di Harry e portando una mano sulla sua coscia, carezzandola molto lentamente.

Continuarono a baciarsi, staccandosi poche volte solo per riprendere fiato. Harry continuava a infilare le dita tra i capelli morbidi e lisci di Louis e a tirarli, mentre quest'ultimo scendeva a baciare pian piano il collo e poi il petto, da sopra la maglia dal pigiama.

Poi bussarono alla porta, ma nessuno dei due osò spostarsi dall'altro, continuando a baciarsi.

"Papà? Ti stava squillando il cellulare" quindi Matt entrò e i due sbuffarono, staccandosi. Louis rotolò accanto ad Harry e guardò Matt portargli il cellulare.

Louis ringraziò il suo bambino per l'inaspettata gentilezza -viva il tempismo!- e sbloccò lo schermo, trovandosi due messaggi da Niall. Li visualizzò:

Da Niall (09:43) - Buongiorno Tommo!

Da Niall (09:56) - Non dirmi che stai ancora dormendo... domani è il grande giorno!

Louis sgranò gli occhi e il cuore cominciò a battergli velocemente. Domani è il grande giorno.

Corrugò la fronte. Come doveva dirlo a Harry?

A Niall (10:00) - Non stavo dormendo, ero solo con Harry!!

Poi bloccò lo schermo e deglutì.

"Qualcosa non va?" chiese il riccio vedendo l'espressione preoccupata di suo marito.

"Mmh" cercò le parole giuste e portò una mano tra i capelli, tirandoli indietro. "Domani io, mmh- devo andare-"

"Devi partire per una trasferta, lo so" rispose Harry tranquillamente.

Louis si sorprese e "Come fai a-"

"Sono il marito di un calciatore famoso, devo pur tenermi informato" sghignazzò Harry.

"Io pensavo che, mmh, ti saresti di nuovo arrabbiato. Abbiamo fatto pace solo stamattina, perché abbiamo fatto pace no?, e-"

"Baciami, stupido!" Harry lo interruppe per l'ennesima volta impugnando il colletto della maglia del pigiama di Louis, per poi fare scontrare le loro labbra.

You're never • Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora