Sixteen

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Avete presente quel momento in cui state con una persona che vi piace, di cui siete follemente innamorati, ci trascorrete del tempo e vi sentite bene? E avete presente quando arriva quel fatidico momento in cui l'altra persona vi dice o vi scrive "ti devo parlare" o "noi due dobbiamo parlare" e allora inizi a viaggiare con la mente, costruire castelli mentali e a pensare al peggio? Ti vengono delle crisi d'ansia assurde e speri che non sia nulla di grave.

Ecco.

Louis si trovava proprio in queste condizioni.

Dire che la sua felicità si era smorzata di botto leggendo il messaggio di Harry era dire poco.

Avevano vinto la partita con due punti di vantaggio e adesso stavano urlando e facendo baldoria negli spogliatoi dello stadio, proprio com'erano soliti fare loro dopo una vittoria. Sotto le docce c'erano alcuni giocatori, tra cui Zayn, che canticchiavano motivetti allegri e divertenti; altri invece che facevano strani balletti accanto ai loro borsoni, tra cui Niall e Louis.

Solo che quest'ultimo aveva preso il suo cellulare per avvertire Harry della loro vittoria, ma aveva trovato quel messaggio.

C'è qualcosa che non va?

Che è successo?

Louis si morse il labbro, posò il cellulare nella tasca del borsone -segnandosi mentalmente di rispondere dopo al riccio- e, trascinato dell'allegria dei suoi compagni, finse un sorriso e andò a fare la doccia.

Harry, a chilometri di distanza, aspettava pazientemente un messaggio da parte di Louis, non solo per parlargli della proposta di lavoro, ma anche per sapere com'era andata la partita -dato che non l'avevano trasmessa in televisione.

Nel frattempo però accudiva Skylar. La febbre le era scesa di una sola tacchetta e scottava di meno. La riempiva di baci e spesso le faceva il solletico per farla ridere.

Aveva chiesto a Sophia di riportare a casa Matt, spiegandole il perché lui non potesse andare, e aveva poi preparato il pranzo.

"Papiii" Skylar lo chiamò ed Harry si diresse verso la sua bambina, inarcando un sopracciglio.

"Che c'è piccola?"

"Tra un po' fanno Nemo in televisione. Lo guardi con me?" chiese facendo gli occhi dolci e congiungendo le manine come per pregare.

Harry si intenerì e si morse il labbro, annuendo poco dopo. Andò a spegnere la luce in cucina, spense anche quella del salotto e accese una piccola lampada. Si sdraiò al posto di sua figlia, mettendosi quest'ultima tra le gambe, in modo tale da farle appoggiare la schiena sulla sua pancia e farla sentire ancora più al caldo. Ppggiò il cellulare lì vicino, mise poi la coperta sopra i loro corpi e aspettarono l'inizio del cartone animato.

"Louis, va tutto bene?" chiese Zayn. Il comportamento del liscio non era passato di certo in osservato. Erano saliti sul pullman da qualche minuto e Louis fissava attentamente lo schermo del suo cellulare, digitando sulla tastiera e poi cancellando ciò che avesse scritto.

"Sì, sì. Va tutto bene" mentì, sapendo che poteva mentire a Zayn, ma non al suo migliore amico. Infatti, il biondo lo stava guardando con un sopracciglio inarcato e mimando un Ah, davvero?

Louis mordicchiò la pellicina del suo pollice, dal nervosismo, e poi scosse la testa. "È stupido!" disse riferendosi al suo comportamento.

"Cosa è stupido?" chiese il biondo non capendo.

"Il mio comportamento. Harry mi scrive che dobbiamo parlare e io mi sento come una ragazzina di quindici anni pensando al peggio"

Niall sghignazzò e "Vedrai che non è nulla di che. L'hai sentito stamattina, no?" disse. Louis annuì e morse l'interno della guancia. "Ecco, allora non preoccuparti" gli diede una pacca sulla spalla "Scrivigli e vedi cosa vuole dirti"

You're never • Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora