✖ TWO ✖

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Tornata al mio posto, con ancora la testa frastornata dai ricordi, cerco di non pensare a quel suo sguardo.

«Chi era quel ragazzo?» mi chiede Tom una volta seduta.

«Vecchia conoscenza..» rispondo solamente e cambiando velocemente discorso, sentendo lo sguardo di Matteo fisso su di me.

Continuo a voltarmi continuamente, spostando lo sguardo da un tavolo all'altro, cercando di vedere Matteo.

Ma perché? Basta, é finita!

Ricorda che se non riesci a mettere da parte qualcuno, forse é perché non sei destinata a farlo.

Ma sparisci, per favore!

Mentre Tom parla di non so quale cazzata, sento i ricordi di un mese fa riaffiorare la mia mente e prontamente una lacrima scende sulla mia guancia, rigando il mio volto, ma riesco a nasconderla a Tom.

*«Grazie per essere passato a prendermi, Lorenzo.» sorrido io, avviandomi verso l'uscita dell'aeroporto di Fiumicino.

«Sono sicuro che Matteo sarà contento di vederti. Era distrutto quando é tornato da New York dopo che avete preso quella pausa.» mi rivela lui, aiutandomi con la piccola valigia.

«É per questo che sono qui. Ho sbagliato a chiedergli di prenderci una pausa, era solo un periodo in cui pensavo in negativo, ma ora voglio rimediare e tornare ad essere felice insieme a lui.» spiego entrando nel taxi prenotato dal rosso.

«Posso sapere perché hai deciso di prendere questa pausa?» mi chiede Lorenzo, mentre sento salire una forte malinconia lungo tutto il corpo.

«Non riuscivo a mantenere quella relazione a distanza, per me era davvero troppo dura vederlo solo attraverso uno schermo.
Posso sembrare una tipa tosta e forte, ma continuavo a soffrire come non avevo mai fatto. Credimi, é una cosa veramente orribile.
Cosí, prima che voi tornaste qua a Roma dopo le vacanze natalizie, gli ho chiesto una pausa per riflettere, perché davvero non ne potevo piú di non poterlo avere con me accanto.» inizio a torturarmi le mani.

«Quando dovrai ripartire?» mi chiede ancora Lorenzo, sedendosi accanto a me e cambiando discorso.

«Domani pomeriggio ho l'aereo.» rispondo un po' amareggiata.

Mi sarebbe piaciuto fermarmi a Roma per piú tempo e poter passare piú tempo con i miei amici e la mia famiglia.

La distanza é veramente una merda.

Arrivata di fronte casa di Matteo, saluto Lorenzo e citofono, ma senza risposta.

Suono nuovamente, iniziando ad agitarmi un po' troppo, e questa volta la porta si apre, mostrando Matteo con i capelli scompigliati e una ragazza bionda, molto simile a quell'oca della mia ex compagna di scuola, che continua a baciargli il collo davanti ai miei occhi.

«Serena?» lo vedo spalancare la bocca per lo stupore.

«Ho pensato di farti una sorpresa, ma a quanto pare sei stato tu a farmela.» gli tiro uno schiaffo talmente forte da farmi male alla mano e corro via, verso casa mia, per salutare i miei prima di dover tornare a New York.

Le lacrime solcano il mio viso e mi é quasi impossibile togliermi dalla testa la scena di quella bionda formosa avvinghiata a Matteo come una cozza.

Vaffanculo.*

«Tutto bene?» mi chiede Tom una volta usciti dal ristorante.

«Ehm.. si, perché?» aggrotto la fronte, cercando di sorridere il piú possibile.

«Sei rimasta in silenzio per tutta la serata, sei sicura che vada tutto bene?» questa volta mi prende il viso e mi costringe a guardarlo negli occhi.

«Sicurissima, sono solo molto stanca.» sorrido incoraggiante, prendendogli una mano e accarezzandola.

Tom mi porta fino a casa e dopo avergli lasciato un lieve bacio sulle labbra, mi chiudo in camera e sprofondo tra le lenzuola, sperando che tutto ció sia solo un sogno, anzi... un incubo.

*«Isabella e Lorenzo stanno finendo di sistemare le loro valigie.» mi avverte Matteo, arrivando nel soggiorno e sedendosi accanto a me.

«Devo... devo dirti una cosa.» balbetto timorosa, quasi incerta su ció che sto per fare.

«Ser, va tutto bene?» mi chiede lui accarezzandomi una guancia.

Non riesco a resistere e mi scosto da lui, cercando di non sentire piú quelle mani che sfiorano il mio viso, o quegli occhi che si posano su di me... Sarebbe troppo difficile dire quello che ho in mente, altrimenti.

«No, non va tutto bene.» bisbiglio alzandomi dal divano e iniziando a giocherellare con la manica del mio maglione grigio «Ci ho riflettuto a lungo, Matteo. Credimi, non é una cosa facile, ma io non sopporto piú questa situazione. É vero, sono stata io la prima a dirti che avremmo fatto di tutto pur di continuare questa storia, ma io sto esaurendo le forze. Questi giorni passati con te mi hanno fatto capire quanto mi manchi, ma anche quanto non posso averti.
Non sopporto piú questa distanza, é una cosa piú forte di me e mi ritengo solo una debole. Me la prendo con me stessa perché adesso sembro un'incoerente, ma ti giuro che ho provato a resistere, ma non ce la faccio. É... é meglio se prendiamo una... una pausa.» dico con le lacrime agli occhi e grossi groppi alla gola.

«Mi stai prendendo in giro?» quasi urla Matteo dalla rabbia.

Scuoto la testa, iniziando a piangere, mentre la figura del ragazzo che amo si fa sempre piú offuscata....*

Mi sveglio ancora una volta con un forte formicolio allo stomaco.

Questi ricordi mi perseguitano ovunque, mio Dio!

Scuoto la testa, cercando di non pensare a ció che é successo, anche se mi é impossibile smettere di pensare a quel profumo, a quegli occhi, a quelle... NO! DEVO SMETTERLA!

É come se dentro di me ci fosse una lotta tra la testa e il cuore.

La testa continua a dirmi di farla finita, il cuore non ne vuole sapere di lasciare andare via i ricordi...

Mi alzo dal letto contro voglia, e dopo essermi lavata e vestita, scendo al bar sotto casa e ordino un cappuccino con una spolverata di cacao amaro.

«Grazie.» sorrido pagando e uscendo dal locale per poi fermare un taxi che mi porterà sul luogo di lavoro.

Arrivata di fronte al set, mi ritrovo alcuni giornalisti che iniziano a scattare foto su foto, qualcuno riprende anche e cerca di farmi delle domande.

«Scusate, sono in ritardo per le riprese. Se avete tempo a mezzogiorno posso rispondere a tutte le vostre domande.» dico imbarazzata, entrando e chiudendo la porta alle mie spalle.

Bisogna sempre essere gentili con la stampa, é un dato di fatto!

«Buongiorno Serena, corri a vestirti, é quasi il tuo turno di registrare!» esclama la segretaria del regista, una signora sulla cinquantina d'anni, con il naso a punta e un paio di occhiali con spesse lenti.

«Ehm, si si, corro!» esclamo di rimando, andando verso il mio camerino.

Dopo essermi preparata per andare in scena, sento il regista urlare il mio nome.
Mi alzo di scatto dalla sedia e corro verso la stanza dove avrà luogo la prossima scena, finché non vado a sbattere contro una persona con in mano due enormi scatoloni.

Le tue solite figure di merda, insomma.

Grazie, sempre delicata sei!

«Mi scusi..» farfuglio imbarazzata, alzando lo sguardo e ritrovandomi di fronte ad un ragazzo dai capelli scuri e dallo sguardo fin troppo conosciuto.

#angoloautrice
Salve popolo di Wattpad!
Questo capitolo é un po' particolare perché, come potete notare, sono presenti flashback che fanno capire cosa sia successo tra i due protagonisti. Almeno spero abbiate capito, spero che le cose siano strutturate abbastanza bene da avere un senso logico. :')
Come sempre, se vi va, lasciate una stellina⭐ e un commento.
Alla prossima, __Allyouneedislove__ ♡

Ovunque tu sia, io so amare fino a lí || The CrookidsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora