«Non vai a divertirti con la tua ragazza?» chiedo acidamente.
«Volevo solo assicurarmi che tu stessi bene...» sospira il ragazzo, mettendosi davanti a me.
«Sto bene, davvero.» dico mordendo piú volte il mio labbro inferiore.
«Quindi io ti piaccio... ancora?» domanda Matteo, portandosi le mani nelle tasche del giubotto.
L'aria é fredda, gelida, probabilmente ci saranno 4/5° circa.
«Matteo...» sbuffo facendo scendere qualche lacrima dai miei occhi verdi, contornati di matita e mascara.
«Ehi, ehi, ehi, non piangere, ti prego, sorridi.» il ragazzo mi solleva il mento, costringendomi a guardarlo.
Lo guardo, mi guarda, é uno scambio di sguardi, ma sono io la prima a perdere, voltandomi di spalle in modo da non dover sottostare ai suoi occhi.
«Insegnami a sorridere, perché io non so piú farlo...» sussurro, asciugando le mie guancie umide.
«Non voglio vederti cosí.» dice Matteo, portando le sue braccia intorno alla mia vita, in modo da abbracciarmi da dietro.
«É solo colpa tua.» ribatto, continuando a piangere.
All'improvviso, la sua mano stringe forte la mia e quella sensazione mi fa venire i brividi.
Mi volto e mi scontro contro il suo petto, che si solleva ritmicamente.
«Lo so, ma vorrei sapere cosa provi.» sospira il ragazzo poggiando la sua fronte sulla mia.
«Anche se te lo dicessi le cose non cambierebbero, perché tu partirai.» dico ovvia, senza allontanarmi da lui.
«Non andró cosí lontano... E poi, siamo sotto lo stesso cielo.» mi sorride dolcemente Matteo, accarezzandomi una guancia bagnata.
«Sai quanto me ne frega che stiamo sotto lo stesso cielo, io voglio averti nel mio stesso letto!» esclamo, appoggiandomi al suo torace e iniziando a sentire i suoi battiti del cuore.
Matteo mi stringe forte a sé, baciandomi i capelli, come fa un padre con una figlia da proteggere.
«Ehm.. Ehm...» tossisce una voce alle nostre spalle, attirando la nostra attenzione.
«Oh, Sara.» la saluta Matteo, allontanandosi da me.
«É quasi mezzanotte e stanno per stappare lo spumante, non penso che il festeggiato debba mancare, no?» avvisa la ragazza, con un tono abbastanza irritato.
«Si, arrivo subito, ma prima devo parlarti. Serena, puoi lasciarci soli?» mi chiede Matteo, prendendo da parte la sua ragazza.
Lo fulmino con lo sguardo, delusa da lui. Ci stavo cascando, stavo sperando che lui preferisse me, ma non é cosí.
Senza dire niente rientro dentro, lasciando i due ragazzi soli nel giardino.
«Ser, stai bene?» mi chiede premurosa Isa, avvicinandosi a me.
«Non proprio, ma me la caveró, come sempre.» rispondo alzando le spalle.
La ragazza mi abbraccia forte, ma io non sento piú niente, quasi come se le lacrime fossero esaurite.
Non ho piú la forza di piangere né di parlare e dire le cose come stanno, preferisco tacere e sorridere, non importa a nessuno di come sto realmente.«Ragazzi, ma dove sono Sara e Matteo?» chiede una donna, probabilmente la madre di Tiberia, avvicinandosi a noi, che siamo tutti seduti al nostro tavolo.
Prima che Lorenzo possa rispondere alla sua domanda, si sente un urlo provenire da fuori, finché non vedo rientrare Sara nella sala, piú furiosa che mai.
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Ovunque tu sia, io so amare fino a lí || The Crookids
Fanfiction"La distanza puó separarli, il tempo puó cambiarli, ma come si fa a dimenticare il loro amore?" [Tratto dal capitolo 11] Mi fermo per riprendere fiato e lui mi raggiunge, sporcandomi la faccia con della crema al cioccolato. «Fanculo.» sorrido sporca...