✖ EIGHTEEN ✖

2.4K 155 7
                                    

Il giorno dopo, mi ritrovo in sala registrazione per iniziare ad incidere il mio album.

Dovró lavorare fino alle tre del pomeriggio, poi dovró essere sul set per terminare le riprese.

Il film dovrebbe a breve ed io non sto piú nelle pelle! Sono cosí emozionata di vedere un film horror in cui la protagonista sono io!

«Serena, sei pronta a registrare?» mi chiede Jim, il proprietario degli studi, dall'altro lato della stanza.

Io, attraverso il microfono, rispondo affermativo e indosso le cuffie.

La base musicale parte e io inizio a cantare le parole della prima canzone in programma.

Ho nella scalette dieci brani per l'intero album: due sono state composte esclusivamente da me, nel corso di questi mesi di "solitudine" qua a New York, le altre sei sono state composte insieme ai ragazzi, quando eravamo ancora i "pointofview".

Ah, che bei ricordi!

«Quante ne mancano ancora?» chiedo, dopo quasi tre ore di canto.

«Altre tre, poi abbiamo finito.» mi risponde Jim, sorridendomi paterno.

Tiro un grosso sospiro e ricomincio a cantare l'altra canzone e poi l'altra ancora, ancora e ancora.

Abbiamo ripetuto le stesse canzoni piú e piú volte, anche per alcuni problemi tecnici, e la strada é ancora abbastanza lunga.

A fine giornata, dopo aver praticamente divorato un hamburger e delle patatine, Jim mi conduce nel suo ufficio per parlare di vari programmi per questo progetto.

Ascolto attentamente ogni singola parola riguardo i photoshoot per l'album, le nuove canzoni, il libretto del disco e cose del genere.

«Allora, hai scelto come intitolarlo?» mi chiede, prima di lasciarmi libera.

«Ehm.. Veramente no.» rispondo con un po' di vergogna.

Non ho minimamente pensato a come chiamare questo mio primo album, essendo stata anche impegnata in altri progetti riguardanti il film.

«Devi fare in fretta, Serena. L'uscita dell'album é prevista per la seconda settimana di marzo, circa.» mi avverte Jim.

«Ci penseró tutta stanotte. Entro domani vi comunicheró la mia decisione.» dico annuendo il capo.

«Va bene.» mi fa cenno di andare, ma prima che possa aprire la porta per andarmene, lo sento richiamarmi: «Domani sera ci sarà la festa di compleanno di mia figlia, compirà nove anni e a lei farebbe piacerebbe se tu venissi come ospite speciale.»

«Oh.. Ne sono onorata.» sorrido cordialmente.

Ricordati che domani hai promesso ai ragazzi di andare in discoteca con loro.

Hai ragione!

Oh, se non ci fossi io...

«Peró, potrei portare tre miei amici?» chiedo speranzosa, perché mi dispiacerebbe troppo dover annullare l'uscita con loro.

L'uomo annuisce ed io, sorridente come un'ebete, esco fuori dall'ufficio per precipitarmi verso il set e terminare le riprese dopo dieci settimane di intenso e duro lavoro.

Dopo tanti ciak, in cui ho cercato di non crollare a terra per la troppa stanchezza, finalmente sento la voce del regista interrompere ogni cosa, cosí mi accascio a terra e prendo un profondo respiro.

«LE RIPRESE SONO UFFICIALMENTE TERMINATE!» esclama urlando a squarciagola il regista, mentre tutti noi applaudiamo felici.

É cosí triste, peró, dover lasciare tutte le persone conosciute durante le registrazioni, tutte le costumiste, le truccatrici, le altre attrici e gli altri attori, i produttori e il regista... Insomma, ogni volta che si gira un film é come diventare parte di una seconda famiglia.

Ovunque tu sia, io so amare fino a lí || The CrookidsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora