✖ SIXTEEN ✖

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Rimango sveglia quasi tutta la notte a rileggere i testi, ma ho bisogno di un consiglio per decidere.

«Pronto?» la voce assonnata di Isabella risponde alla mia chiamata.

«Scusa se ti ho svegliata alle tre del mattino, ma ho bisogno di un consiglio.» dico imbarazzata, non mi ero nemmeno resa conto di che ore fossero.

«Tranquilla, sai di poter contare su di me a qualsiasi ora del giorno e della notte.» mi tranquillizza lei, con aria rilassata.

Inizio a spiegarle tutta la situazione dell'incisione del disco e le faccio ascoltare le parole di alcune canzoni.

Alla fine, se ne esce con un'esclamazione abbastanza assonnata: «Non sono un granché, penso che le canzoni che abbia scritto tu siano migliori!»

Rimaniamo al telefono a parlare e discutere fino alle sei della mattina, quando la mia sveglia suona e mi accorgo di aver passato una notte in after, praticamente.

Riaggancio la chiamata con Isa, scusandomi ancora per averla tenuta sveglia e, con svogliatezza, inizio a prepararmi per andare agli studi e parlare con il dirigente, per poi andare a registrare le ultime scene del film.

Fra un po' dovrebbero finire le riprese e il film dovrebbe uscire entro la fine di marzo.

Con un paio di leggins neri, una felpa grigia e gli stivaletti neri, arrivo al var sotto casa e mi fermo a fare quattro chiacchere con la cameriera, una ragazza piú o meno della mia età, con cui ormai ho molta confidenza essendo una cliente abituale.

«Buongiorno Serena.» mi saluta cordialmente, consegnandomi il mio solito cappuccino con un biscuit al cioccolato.

«Buongiorno Emily.» ricambio il saluto, invitandola a sedersi accanto a me.

La ragazza rifiuta con un gesto del capo e mi porge un bigliettino.

«Cos'é?» domando confusa.

«Poco fa é passato un ragazzo e ha lasciato questo per te, ha detto che non poteva venire a casa tua perché era di corsa.» risponde la cameriera, prima di salutarmi e andare a servire altri clienti mattinieri.

Apro velocemente quel foglietto spiegazzato, ritrovandomi di fronte ad una calligrafia non molto delicata, ma ordinata.

"Vorrei poterti baciare, almeno per un'ultima volta.
Mi manchi."

Il biglietto non é firmato, ma penso di capire chi sia il mittente...

Lascio da parte tutti i pensieri quando Rosalinda passa a prendermi per portarmi fino alla sede degli studi di registrazione.

«Quindi hai deciso?» mi chiede il dirigente dopo avermi sentito parlare per quasi dieci minuti sulle bellissime canzoni.

«Si. Le canzoni mi piacciono un sacco, peró ho dei miei testi con cui mi sento piú a mio agio, perció se vogliamo iniziare subito, io sono pronta a cantare le mie canzoni!» rispondo sorridendo.

«Perfetto, la cosa importante é che piacciano a te. Adesso seguimi.» dice l'uomo, alzandosi dalla scrivania e dirigendosi nuovamente verso lo studio di registrazione.

Inizia a spiegarmi tutto ció che c'é da sapere sull'incisione degli album, su come scandire bene le parole e robe del genere.

Faccio qualche prova al microfono, con diverse tonalità di volume.

Rosalinda assiste alle mie prove fino alla fine, per portarmi poi a pranzo. Sono rimasta chiusa in quella sala di registrazione per cinque ore belle piene e sono veramente esausta e ho bisogno di energia.

Ovunque tu sia, io so amare fino a lí || The CrookidsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora