✖ TWENTY FIVE ✖

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Il volo sembra durare interminabili ore, ma grazie alle battute di Matteo e Lorenzo, non do cosí tanto peso al tempo che passa.

Una volta atterrati e aver recuperato i nostri bagagli, iniziamo a guardarci intorno, abbastanza spaesati.

Adesso, dove dovremmo andare?

«Bé, prendiamo un taxi e andiamo in hotel. Il nome lo sai?» mi chiede Lorenzo.

«Ehm.. Si, mi pare si chiami Ping Pong, o una cosa del genere.» rispondo confusa.

«Allora andiamo!» esclama il ragazzo, trascinandoci tutti verso l'uscita dell'aeroporto.

Una volta chiamato un taxi e avergli mostrato la via dell'hotel, inizio ad ammirare il paesaggio dietro al finestrino.

Il cielo é limpido e sereno e vi é un grandissimo e luminoso sole che abbaglia l'asfalto della città.
Non tira neanche un soffio di vento e sembra essere dall'altra parte del mondo rispetto a New York, che é quasi sempre fredda e umida.

«Isa, mi spieghi perché ti sei portata dietro la chitarra?» domando io, mentre faccio a botte con la custodia dello strumento.

«Puó essere sempre utile!» sbuffa la ragazza, spostando di poco lo strumento musicale.

«Eccoci arrivati.» annuncia il tassista, facendoci scendere.

Ci ritroviamo di fronte ad una grande porta di vetro, da dove si intravede la reception e una donna giovane che parla animatamente con un cliente.

Entriamo con i nostri bagagli e ci posizioniamo di fronte alla reception, chiedendo delle stanze prenotate a nome di Rosalinda.

«Uhm... Fatemi vedere... Ah, ecco qua! Allora, mi date le vostre carte d'identità?» sorride la donna.

Porgiamo tutti e quattro il nostro documento e se prima la receptionista aveva un sorriso smagliante dipinto sul volto, ora ha un'espressione confusa e accigliata.

«Chi di voi é Hellinson Rosalinda, scusate?» ci domanda squadrandoci da capo a piedi.

«Ehm, lei non é potuta essere qui con noi per vari motivi.» rispondo, cercando di non essere maleducata.

Mi da un enorme fastidio quando la gente mi guarda male.

«Allora scusate, ma non posso darvi le camere prenotate.» scrolla le spalle la donna, restituendoci i nostri documenti.

«COSA? E PERCHÉ?» chiediamo tutti in coro, spancando la bocca.

«Perché abbiamo regole da rispettare e se non si hanno i documenti della persona che ha fatto la prenotazione, andate ad alloggiare in un altro albergo.» risponde la donna con nonchalance.

«Ma per favore!» esclama Matteo arrabbiato, mandando a fanculo la donna mentalmente.

«Dai, sarà meglio andare...» sospiro prendendo da un braccio Matteo e uscendo fuori dall'hotel.

Sul marciapiede, iniziamo tutti a guardarci intorno, in cerca di una valida soluzione.

«Sentite, prenotare una camera adesso costerebbe un botto di soldi, quindi o troviamo una sistemazione, oppure dormiamo per strada come i barboni.» dice Matteo.

«Io credo di avere un'idea...» dice prontamente Lorenzo, facendoci voltare verso di lui.

«E sarebbe questa idea?» domanda Isa, portandosi una mano sulla fronte, per nascondere gli occhi dalla luce del sole.

«Quanto dista la spiaggia da qua?» chiede il rosso.

«Uhm... Penso una decina di kilometri, non saprei... Ma perché?» rispondo inarcando un sopracciglio.

Ovunque tu sia, io so amare fino a lí || The CrookidsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora