✖ FOURTY SEVEN ✖

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«Ma come sei cresciuta!»
«Ricordo quando ancora ti prendevo in braccio...»
«Sei diventata proprio una bella donna.»
«Hai ancora le guanciotte di quando eri piccola!»

I miei parenti, appena arrivati, non hanno fatto altro che stringermi le guancie, continuare a lodarmi sul fatto che io sia cresciuta e non sia piú la bambina di cinque anni che colorava i capelli delle Barbie per poi farle sfilare.

É questo che odio delle vacanze natalizie: rivedi parenti che non vedi magari dallo scorso Natale e, ogni anno, ti diranno sempre che sei cresciuta e che non ti ricordavano cosí; la seconda opzione, invece, é quella dei parenti che ti vedono anche tutti i giorni, ma che sempre e comunque ti diranno che sei cresciuta e che ti sei fatta bella.

«La cena é quasi pronta, fra un po' ci mettiamo a tavola.» annuncia mia madre sbucando fuori dalla cucina.

Io, intanto, prego tutti i Santi che questa cena sia pronta nel minor tempo possibile per non dovermi subire le chiacchere inutili delle mie prozie, i complimenti imbarazzanti di mia nonna e le domande fin troppo personali delle zie. Quest'anno, poi, con l'arrivo di Margherita, le domande e i complimenti sono aumentati di molto, per non parlare dei gossip delle due prozie...

«A TAVOLA!» urla mia madre, facendomi lodare il cielo.

Mi precipito in cucina e prendo posto alla lunghissima tavolata, dove a capo tavola siederà mio padre e dall'altro lato mio nonno.
Posiziono Margherita, sdraiata nella sua carrozzina, a pochi passi da me, mentre io inizio ad aiutare mia madre a portare i piatti sul tavolo.

Finalmente ci sediamo tutti a tavola e iniziamo a mangiare, a chiaccherare e a ridere alle battute, a volte squallide, altre volte divertenti, di mio nonno.
Mio zio continua a scattare foto a raffica, mentre i miei cugini piú grandi filmano il nostro cenone.
É vero, i parenti potranno essere anche imbarazzanti o troppo noiosi, ma fanno parte della nostra famiglia e rimarranno sempre al tuo fianco, in qualsiasi situazione.

Dopo l'antipasto e il primo, passiamo ai vari secondi, ma io mi sento scoppiare, cosí assaggio un po' di pesce e, con una scusa, salgo in camera insieme a Margherita. Ho bisogno di un momento di silenzio.
Nonostante io mi stia divertendo abbastanza, il mio umore non é dei migliori a causa di tutto ció che é successo con Matteo.

«Oh, Margherita, cosa devo fare con tuo padre? Mi fa star malissimo, ma ha ragione, fin troppa. Secondo te dovrei andare da lui e parlargli, cercando di chiarire?... Oh, ma chi voglio prendere in giro! Matteo non é il tipo di chiarimenti tranquilli, finiremo sicuramente con l'urlarci tutto contro!»

Mentre cullo Margherita, sulle note di una ninna nanna, sento il mio cellulare vibrare, segno di un messaggio.

Da: [Isabella]
Vieni al murales, é urgente!

Preoccupata, scendo velocemente le scale, lascio la bimba in custodia a mia madre e, senza dire nulla, afferro il cappotto ed esco di casa, dirigendomi a passo svelto verso il parcheggio.

Sono sempre stata una tipa ansiosa, se poi Isabella ci si mette con questi messaggi, allora dovranno ricoverarmi in ospedale.

Finalmente arrivo al murales, dove, a pochi passi da me, si trovano Isabella e Lorenzo, scuri in volto.

«Che diamine é successo di cosí urgente?» domando, precipitandomi accanto a loro.

«Si tratta di Matteo...» risponde Lorenzo con tono grave.

«Che... Che gli é successo?» chiedo, mentre la preoccupazione aumenta sempre di piú.

«É scomparso, non si trova da questa mattina! Sappiamo che ha passato la mattinata con te, ma non é piú tornato a casa e i genitori sono molto preoccupati, cosí come noi e tutti i ragazzi. Abbiamo pensato che tu sapessi qualcosa.» mi spiega Isa.

Ovunque tu sia, io so amare fino a lí || The CrookidsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora