✖ FOURTY EIGHT ✖

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Make a wish.
«Vorrei solo che Matteo sia felice.»

Anche questo Natale é terminato: ieri abbiamo pranzato tutti insieme nuovamente, mentre questo sabato ho già in programma di uscire con Isa.

Stamattina mi sono svegliata stranamente con il sorriso.
Controllo l'orario e noto con orrore che sono già le otto e mezza e che tra meno di mezz'ora ho appuntamento con Isabella al bar della zia Franca, che negli anni di liceo ci ha ospitate quando non avevamo voglia di entrare a scuola.

Scosto le coperte e mi alzo, stropicciandomi gli occhi, per poi dirigermi in bagno a lavarmi e vestirmi.

Indosso dei leggins neri e una camicia a quadri rossa e nera, infilando poi le mie solite Converse.
Decido di legare i capelli in una treccia a spina di pesce e mi trucco come mio solito.

Lascio un biglietto a mia madre, avvisandola che sono uscita con Isa e di tenere d'occhio Margherita, che non si sveglierà prima delle dieci, sicuramente.
É una dormigliona assurda e penso di aver capito da chi ha preso...

L'aria gelida di questo 26 dicembre arriva fin dentro le mie ossa, ma a me piace il freddo, il vento, la neve, la nebbia... Adoro le giornate piú scure, magari quelle piovigginose, perché sono quelle giornate in cui tutto il mondo sembra tacere e fuori c'é una calma assurda, c'é sempre tanto silenzio, ma cosí tanto che i rumori dei tuoi pensieri ti sovrastano in continuazione.
Sarà strano, ma preferisco di gran lunga queste giornate fredde invernali, che quelle calde e afose estive.

Prima che possa chiudere il cancello di casa, sento una voce molto familiare richiamarmi.
Mi volto e vedo Matteo, con i suoi soliti skinny e le sue amate Vans nere, venirmi incontro.

«Non ero cosí sicuro di venire, ma tra due giorni partiró e vorrei... vorrei stare un po' con Margherita.» dice il ragazzo, un po' in imbarazzo, ma con lo stesso tono d'indifferenza di sempre.

«Oh, no, no, tranquillo... Ehm, lei sta dormendo ora, é molto pigra, ehm, peró entriamo in casa e la metto nel passeggino, cosí puoi passare del tempo con lei.» balbetto in tutta risposta, prima di rientrare in casa e prendere Margherita.

Strappo il biglietto intestato a mia madre, poi posiziono Margherita nella carrozzina e la porgo a Matteo, sorridendo istintivamente.

«Si, bé, stasera magari la passi a prendere, oppure la riporto io a casa. Ciao.» mi saluta freddamente il ragazzo, prima di dirigersi verso la strada che porta a casa sua, insieme alla bambina.

Deglutisco a fatica, cercando di non piangere, perché si, questo suo tono mi fa stare veramente troppo male.

Inizio ad incamminarmi verso il bar dove abbiamo appuntamento io ed Isabella.
Abbiamo deciso di andare a fare un po' di giri tra i negozi e di passare l'intera giornata in centro, per le strade ricche di luci e colori di Roma.

Non ho mai preso una giornata di risposo o una giornata dedicata solo a me da quando ho iniziato ad occuparmi di Margherita, ma ne ero consapevole, sapevo che avere una bambina sarebbe stato un lavoro molto faticoso e che avrebbe compreso tantissimi sacrifici, ma io non me ne lamento affatto, perché nonostante tutto Margherita mi ha dato la certezza che tra me e Matteo qualcosa é rimasto.

«Alla buon'ora, eh.» mi saluta Isa, vedendomi entrare al bar.

«Scusa, un piccolo contrattempo con Matteo.» scrollo le spalle, sedendomi davanti ad una tazza di cappuccino e ad un cornetto alla crema, proprio come piace a me.

«Matteo? Che é successo adesso?» domanda la ragazza, sorseggiando il suo caffé zuccherato.

«Ha voluto prendere Margherita per stare un po' insieme a lei, dato che fra qualche giorno partirà per quello stage.» rispondo come se la cosa non mi toccasse minimamente.

Ovunque tu sia, io so amare fino a lí || The CrookidsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora