"Festa"#28

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"Ti ho già chiesto scusa"

"Taci e fai il tuo lavoro, per questa tua scappata da ribelle devi ringraziarmi se non ti rimando da dove sei venuto con un calcio nel culo"

"Non ero del tutto lucido Ben"

"Io non impongo sesso al mio datore di lavoro e non chiamarmi Ben."

"Scusa"

"Ora non ti voglio nemmeno vedere, vai a fare quelle cose che ti ho chiesto e quando hai finito ricomincia"
Il ragazzo a testa bassa, si diresse verso la porta, scomparendo dietro di essa.
Avevo avuto un'attacco d'ansia, non avevo nemmeno la virilità di scoparmi uno stupido ragazzino senza pensare a Dean, senza che un ricordo non si metta fra me e la realtà mandando tutto a puttane, senza riuscire a cacciarlo via, senza riuscire a dimenticare.
Ma forse aveva ragione, avrebbe alleggerito ma non risolto giusto? Avrei immaginato ancora una volta di essere con Dean finendo con il correre in bagno a piangere, che senso aveva anche solo percorrere una strada, se l'avevo percorsa con lui, che senso aveva farmi sovrastare dai ricordi e chiedermi il perché fra le lacrime.
Che senso aveva vivere se ogni gesto, parola, luogo mi ricordavano lui? Nessuno. Non aveva nessun senso.

Il display del cellulare accanto a me si illumina, rivelando un numero a me sconosciuto ma che mi è piuttosto familiare a causa delle cifre finali.
Senza pensarci troppo decido di rispondere, pensando a qualche chiamata di lavoro o a qualche collega.

《Pronto?》

《...》

《Chi è? posso saperlo?》

《...》

《Sapete cosa avete rotto il cazzo con sti scher..》

《Benjamin...》
il cuore mi si fermò nel petto nel sentire quella voce pronunciare il mio nome.
Non risposi.

《Benjamin..》
Ripeté nuovamente ma a voce un po' piu alta, come fosse preoccupato.

"Benjamin"

Aprì di colpo gli occhi rendendomi conto che era solo un sogno.
Mi accasciai per un attimo sulla scrivania e ripresi fiato, il cuore martellata e dovevo calmare il respiro.

"Ben!"

"Cosa? Cosa cazzo vuoi porca puttana"

"Ti eri addormentato ed io.. "

"E tu.. e tu mi hai rotto i coglioni"

"Scusami ma ho finito quello che mi avevi chiesto"

"Hai ricominciato da capo fino a che non devi tornartene a casa? No. Bene ora vai"

"Ma.."

"Harry se me lo fai ripetere un altra volta ti prendo a pugni in faccia"
Nemmeno il tempo di pronunciare un'altra parola che questo era già uscito.

"Ma cosa cazzo mi succede?"
Sussurrai portandomi alla bocca una delle tante sigarette che avrei fumato quella mattina.
Era freddo, era piuttosto freddo e mi coprì le spalle con un plaid caldo fimandomi la mia sigaretta.
Era successo di nuovo, lo avevo sognato di nuovo, e aspettarlo non era servito, non mi avrebbe cercato, non lo avrebbe fatto perché di me non gliene importava, semplice.
Ero io a non essere abbastanza per lui non viceversa.
Ore ad aspettare, Giorni addirittura mesi.. in cambio di un eterno silenzio.
Quella sera decisi che avrei cercato di non pensare a Dean, avevo deciso che per quella sera saremmo esistiti solo io e le mie sigarette, mi avevano invitato ad una festa, il solito figlio di papà col casone, con l'alcool e musica fino a tardi, Dean non doveva esistere non per quelle 8 o 7 ore che erano.
A non appena 2 ore dalla fatidica festa chiamai Harry che invitai a venire con me, non avevo voglia di stare solo per quanto stessi bene.

His green eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora