"Sms" #22

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Le visualizzai tutte, alzando un sopracciglio, cercando di capire il motivo del perché mi avesse cercato, e proprio nel momento in cui stavo dando un sorso di succo riprese a squillare insistentemente.
Decisi di rispondere, credendo fosse successo qualcosa di grave.
Sospirai e premetti il tastino verde.
«Kyle..»
dissi piano.
«Oh Ben..i-io.. mi dispiace non averti chiesto nemmeno una spiegazione, ma di averti cacciato fuori di casa i-io..»
La sua voce era rotta da singhiozzi e riuscivo a capire a mala pena le parole.
«Non importa Kyle, in parte é stata anche colpa mia, ma ora é finita no? amici come prima, senza rancore»
«B-Ben io non ti ho mai lasciato»
«Quando una persona ti caccia di casa, penso non ci sia una cosa più chiara di così»
«Ma io ti amo Ben..»
«Lo so.. lo so Kyle ma.. non penso sia il caso di tornare come prima io ora..»
«Stai con Dean..»
disse piano
«No.. ho molto lavoro da fare e non sono pronto per una relazione ora»
«Sei al lavoro?»
«s-si certo io..»
«Non mentirmi, ci sono appena passato per volerti parlare ma non c'eri, a quanto pare sei in ferie»
«Non voglio mentirti Kyle.. e forse hai ragione tu okay? sono stato un cretino a baciare Dean.. ma come potevo io..non credo sia una buona idea tornare insieme»
«Ti piace Dean»
«Non é questo Kyle.. é.. é per te che io non sento più le stesse cose»
«Tutti i progetti che avevamo.. »
«Ero uno stupido ragazzino che nemmeno lavorava e non averne male ma sono sicuro della mia decisione»
Lo sentì sospirare
«Allora é finita..»
«Si Kyle.»
deglutì
«La settimana prossima ti avrei chiesto di sposarmi»
«Non sono quello giusto per te..»
dissi sicuro di me
«Sii felice con Dean»
«Lo saró, ci si vede eh? »
Non rispose, chiuse la chiamata ed io lanciai il telefono sul materasso, sforzandomi di sorridere, era meglio così ed io ero stufo di fingere.
Finì la mia colazione e mi vestì, rubando una felpone a Dean dei Lakers che indossai sopra un paio di Jeans neri, con gli strappi sulle ginocchia, dei calzettoni e lasciai i capelli spettinati, prendendo il vassoio e portandolo in cucina.
Sammy era sul divano che leggeva il giornale e Dean se ne stava di spalle, intento a preparare il pranzo.
Mi avvicinai al lavello riponendoci il bicchiere e il piattino e mi affacciai a guardarlo.
"HeiHeii"
gli sorrisi ma lui non rispose, sospirai sorridendo e gli tolsi il coltello dalle mani, lasciandolo sul tagliere insieme alle carote che stava tagliando e gli tenni i polsi, facendolo girare verso di me, in modo da potermi mettere in punta di piedi e baciarlo sulle labbra, sentendolo sorridere.
"Ehi questa é la mia felpa o sbaglio?"
ridacchió avvolgendomi i fianchi con le mani.
"Si..mi sta bene hm?"
"Sei stupendo ragazzetto e perché ci hai messo tanto hm?"
mi spinse fino a farmi sedere sull'isola della cucina e si mise fra le mie gambe.
"I-io mi ha chiamato Kyle e abbiamo parlato.."
in quel momento serró la mandibola e il suo sguardo si fece duro
"cosa voleva?"
"Solite cose.. ma io non la penssvo così e abbiamo rotto"
sembró sollevato
"Va bene"
"Sei.. felice(?)"
gli chiesi
"Sono normale.."
"mi dai un bacino?"
lo stuzzicai baciandogli il collo e sentendo le sue mani alla base della mia schiena.
"Tutti quelli che vuoi"
sussurró sorridendo
"partiamo con duecento hm?"
ridacchiai facendo combaciare le due labbra in un bacio delicato e composto, dove le nostre labbra schioccavano leggere nella stanza.
E come suo solito quel biondo deve farmi impazzire, scendendo ad appropriarsi del mio collo, che morde e marchia ogni volta, il rumore della porta che viene chiusa con non curanza mi fece saltare e capendo che si trattava di Sammy non ci feci poi tanto caso.
"Cosa preparavi hm?"
sussurrai al suo orecchio, mentre era ancora occupato a mordicchiarmi.
"Niente di speciale bambolina, ora zitto e prenditi tutti questi baci vero? non me ne frega del pranzo se posso mangiare te.."
rabbrividì ed agganciai le gambe dietro la sua schiena, mentre mi baciava di nuovo a bocca spalancata, facendo, questa volta incontrare le due lingue in un bacio forte e coinvolgente spingendomi a stendermi sull'isola della cucina e salendo a cavalcioni su di me, senza staccare le nostre labbra.
Ti strappo quella maglietta di dosso
Pensai mentre mi staccavo per respirare vedendolo che mi sorrideva.
"che c'é?"
sorrisi
"niente.. niente davvero"
mi sorrise anche lui intrufolando le sue mani sotto la felpa facendomi sobbalzare per quanto fossero fredde.
"Hai le mani gelate cretino!"
risi dimenandomi come un bambino, venendo immobilizzato da un suo bacio, caldo e travolgente.
Si staccó da me e mi sorrise colpevole.
Io come mio solito continuavo a sorprendermi di quei baci e ne rimanevo sconvolto ogni volta ma tutto questo mi riempiva il cuore di gioia.
"Cosa ti va di fare oggi hm?"
mi sorrise dolcemente
"Non ho molta voglia di uscire"
"vuoi stare a letto tutto il giorno eh? ragazzetto"
"Bhe.. se sei disposto a coccolarmi.."
sussurrai piano
"Le vuoi solo da mio fratello oppure posso offrirmi volontario?"
Sammy entró nella stanza con un bicchiere di Wiskey in mano, e si fermó proprio davanti al tavolo.
"Sammy, ne abbiamo già parlato, smettila"
il biondo sospiró in cerca di pace interiore ma il fratello un po' su di giri posó il bicchiere e si avvicinó a lui.
"Altrimenti eh?"
"Sai che non devi provocare Sammy"
strinse i pugni dietro la schiena e lo spintonó
"vattene"
disse duro
"Oh.. ora vuoi anche fare a botte Dean? per un ragazzo? cosa siamo alle elementari eh?"
rise il più piccolo indietreggiando
"E allora vai altrove Samuel"
"E allora vacci tu Dean"
Ed in tutto questo io ero sul tavolo che osservavo la scena come un cretino.
Scesi velocemente da esso mettendomi in mezzo ai due e stringendo i pugni di Dean e allontanandolo da suo fratello.
"Ehi.. sono qui okay hm? non fare cazzate"
ci guardammo negli occhi per interi secondi e poi gli mollai le mani
"Sei qui"
ripeté lui sottovoce
"Sono qui, ora guardami hm?"
lo strinsi per la maglia e lo guardai negli occhi di nuovo.
"Sì"
disse secco,scostandosi da me e camminando rapido verso la camera, dentro la quale si chiuse con un tonfo.
Sospirai passandomi le mani sul viso e poggiandomi al lavello con la schiena.
"Sammy sei ubriaco, siediti da qualche perte e restaci"
dissi dandogli le spalle e continuando a fare quello che stava facendo Dean.
"E se non lo facessi?"
disse portando nuovamente il bicchiere alle labbra per bere.
"Fai quello che vuoi Samuel, ma non fare cazzate"
mi girai appena e lo vidi in piedi davanti a me a braccia incrociate.
"Cosa c'é ora hm?"
"Tu rientri nelle cazzate Benjamin vero?"
disse mordicchiandosi il labbro inferiore
"Si.. si io rientro nelle cazzate Sammy, sì"
sbuffai dandogli nuovamente le spalle "Cos'ho di così male?"
sussurró abbracciandomi da dietro facendo cadere il coltello nel lavello.
"i-io.. io devo proprio andare"
lo respinsi ma senza risultati.
"Dove?"
"Dove? non lo so"
balbettai mangiandomi le parole
"rimani qui, guardiamoci un film"
"i-io.. devo.. "
"hm certo.. devi solo toglierti i vestiti.."
avvicinó le labbra al mio orecchio mentre faceva aderire la mia schiena al suo petto.
"Non penso che questa sia una buona ide.."
"Avanti, Dean non c'é.."
Si tolse la giacca velocemente, gettandola sul pavimento e spingendo a sedermi sul piano.
"No.. "
gli poggiai le mani sul petto e lo allontanai.
"Ho detto no"
lo respinsi un'altra volta, vedendolo avvicinare le labbra al mio collo.
"Sei così.."
mi carezzó i fianchi ed io scesi dal tavolo.
"Sei ubriaco, perfavore"
scesi dal tavolo con un balzo e cercai di aprire la porta della camera che risultó chiusa a chiave.
"Dean"
bussai piano ma senza nessuna risposta.
Provai altre volte ma senza essere considerato.
Nemmeno Dean voleva parlare con me, che bello.
Sammy finalmente si era rassegnato e se ne stava sul divano.
Indossai le mie converse nere e uscí senza dire una parola.
Il cellulare stretto nella mano destra, il cielo grigio, come l'asfalto, minacciava di voler scoppiare in un temporale.
Man mano che camminavo e mi allontanano dal motel mi sentivo sempre peggio, ma dovevo farlo, almeno per il momento, non volevo assillarlo con le mie scenate da fidanzatino che poi nemmeno stavamo insieme quindi non c'era nessun motivo di preoccuparsi anche se io ero innamorato di lui e quindi a me importava più di lui che di me stesso.
Sfilai dalla tasca dei jeans le mie cuffie che non esitai a piazzarmi nelle orecchie.
Continuavo a camminare con le mani in tasca ed il cappuccio sulla testa, ignorando completamente la vibrazione del mio cellulare che aveva preso a muoversi istintivamente nella mia tasca.
Era Dean, era sicuramente Dean ma non avevo voglia di visualizzare per poi essere costretto a rispondere.
Una serata da solo non sarebbe poi stata tanto male, e avrei lasciato anche a Dean i suoi spazi,magari con il suo "amico".
Dopo qualche miglia entrai dentro ad un bar, dentro il quale usciva della musica moderna, ad alto volume e pensai che forse per quella sera avrei potuto spendere quei cinquantina che avevo in tasca in qualche drink strapieno di alcool e in sciottini.
Lentamente avvolsi le cuffie e le misi in tasca avvicinandomi al bancone ed ordinando un'invisibile alla fragola, per iniziare con "leggerezza".
Rimasi chinato sulla tavola in legno battuto per tutta la giornata fino a pomeriggio tardi a finire i Drink che diventarono 5 e poi 7 fino a che non ebbi finito tutti i soldi.
Nel frattempo le persone si erano accumolate all'interno del locale e quando scesi dallo sgabello rischia i più volte di cadere venendo sorretto da un ragazzo dai capelli neri e dagli occhi color ambra, gli sorrisi forse in un modo anche un po' sghembo dato che l'alcool si era impossessato di me facendomi sembrare un coglione assurdo.
"Ehi tutto bene?"
disse circondandomi il fianco con un braccio.
"Bene? Ma certo"
biascicai scuotendo la testa che sentí incredibilmente pesante.
"Sei ubriaco.."
disse mettendomi in piedi e cingendomi i fianchi.
"Sto bene, non importa quanto io abbia bevuto, sto bene."
scossi la testa veramente stordito faticando anche a stare in piedi.
"Io sono Tom"
Mi sorrise sincero ed io lo superai appoggiandomi alla parete retrostante a me con la mano, percependo i primi conati da vomito facendomi perdere così anche l'equilibrio.
Rimasi in un angolo rannicchiato, cercando di placare il mio bisogno di rigettare tutto quanto.
La vista si fece sfocata e persi Tom nel giro di pochi secondi.
Tirai fuori il cellulare dalla tasca aprendo e visualizzando quei messaggi che il mio orgoglio mi aveva impedito di leggere prima.

14.30 am
Da: Dean

Benjamin dove sei?

14.40 am
Da: Dean

Sammy mi ha detto che sei uscito dimmi dove cazzo sei.

15.00 am
Da: Dean

Benjamin se continui ad ignorarmi mi fai preoccupare, porca puttana non sono arrabbiato con te!

15.23 am
Da: Dean

Dimmi almeno che stai bene, giuro che appena torni ti prendo a pugni in faccia

15.47 am
Da: Dean

Benjamin sono in macchina, sto venendo a cercarti.

16.30 am
Da: Dean

Perché non rispondi al cellulare? Mi sto incazzando porca troia!

16.50 am
Da: Dean

Dimmi almeno che stai bene.

Scossi la testa e chiusi i messaggi, ce ne erano almeno una cinquantina e l'ultimo risaliva a pochi minuti prima.
Mi alzai e mi feci spazio fra la folla cercando uno sgabello o un qualcosa sopra cui sedermi perchè sentivo di stare per svenire.
La musica, l'alcool, tutto confuso, tutto troppo forte ed io ero troppo debole per poter sopportare tutto quanto.
Senti una mano stringermi il polso e tirarmi indietro con brutalità, mi volta e con la vista appannata riconobbi i lineamenti di Dean.

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