"Mutaforma" #3

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Lessi e rilessi quelle parole, appuntandomi sui margini alcuni osservazioni e pensieri.
Con uno sbuffo mi lasciai andare sulla sedia, dando un'altro.sorso al caffè prendendo in cellulare, e decidendo di tornare prima da Kyle, aprì la rubrica e nel momento in cui schiacciai le chiamate recenti mi squillò il telefono d'ufficio mandando a puttane il mio voler essere dolce con il mio ragazzo.
_Pronto?_
_Benjamin oh grazie al cielo_
_Bhe? che c'è?_
_Wiston è stato male, stasera sostituiscilo tu come guardia carcerata, sei la nostra riserva_
_Si.. si va bene. Okay_
_vai sulle 21.00, grazie Wood_
_Non mi ringrazi.. buona giornata_
Sospirai abbandonando l'idea di una eventuale serata romantica con Kyle. Gli scrissi invece un messaggio, dove mi scusavo ma avrei fatto la notte quel giorno.
Non ricevetti risposta, sapevo che lui ci stava male ma non potevo certo rinunciare al mio lavoro per lui no?
Rovesciai il caffè, ancora caldo nel thermos, spostai tutti i fogli e il resto in uno zainetto e dopo essermi messo in divisa decisi di salire in macchina, fermandomi ad un fast food sulla strada per pranzare, senza peró scendere, dovevo pensare e dovevo capire, ritirai da uno sportello la mia birra media e il mio hamburgher e mi diressi verso il parcheggio di un centro commerciale, dove mi misi comodo e presi una cartina del posto, cerchiando i vari luoghi, e informandomi sulle storie, e li accumunavano una serie di leggende riguardanti qualche fantasma. Addentai quindi il cheeseburgher e mi concentrai a fare
ricerche, smanettando con il cellulare. Passai così tutto il pomeriggio, ottenendo diversi indizi, mangiai un altro panino, e bevvi un altra birra fresca, per poi mettermi al volante, dirigendomi verso il carcere.di Londra, dove da alcune ore erano stati deportati i due fratelli Winchester.
Parcheggiai, scesi dall'auto e entrai nella struttura, era la decima o undicesima volta che ci andavo, per sostituire qualche mio collega.

Camminai per il buio corridoio affiancato da.celle con detenuti che farevano cagnara a tutto spiano, aprì la porta in fondo ad esso gettando lo zaino sulla scrivania, all'inizio di un altro corridoio, composto da altre celle, accesi la lucina tirai fuori il thermos e tutti i miei fogli, continuando con quelle ricerche.
Si fecero le 23.00 poi le 2.00 e presi la mia torcia, deciso a dare un, occhiata, mi alzai e percorsi il corridoio puntando la luce all'interno delle stanzette; alcuni dormivano, altri se ne stavano a leggere, chi a scrivere o chi come in quel momento faceva Dean a guardarmi attentamente, chi a causa della luce o chi a causa dell orario.
E mi fermai davanti alla sua cella, suo fratello sembrava dormire e lui invece aveva gli occhi puntati sui miei, inizialmente ricambiai il suo sguardo per alcuni minuti poi quando finalmente la mia testa tornò a funzionare distolsi lo sguardo continuando la mia ispezione, sorseggiando il mio caffè tiepido e amaro.
Terminato il secondo giro mi sedetti sulla sedia o meglio mi lasciai andare su di essa con un tonfo e spensi la torcia lasciando che la abatjour presente sul quel tavolo male andato mi lasciasse intravedere la fine del corridoio che avevo percorso poco prima. Sospirai, ero stanco, stanco di tutto e mio giuramento mi impediva di parlarne con quslsiasi parente o in questo caso con Kyle.
Presi il cellulare, e la luce di questo me lo fece rimettere nella tasca.
Ero un pessimo padre, un pessimo fidanzato, un pessimo amico e la cosa grave era che non facevo nulla per cambiare tutto ciò; preferivo starmene dentro quattro mura a disperarmi per un uomo che mi aveva dato del figlio di puttana, augurandomene di ogni.
"Dannato Winchester"
Sospirai tornando con gli occhi sul piano, senza nemmeno essermi accorto di aver parlato.
"Ti ho sentito."
Una voce roca e graffiata eccheggiò dal buio facendomi accapponare la pelle. Lo ignorai, scuotendo la testa e mettendomi al lavoro ipugnando il pennarello rosso che portai alle labbra.
Avevo stampato da internet tutti gli articoli di giornale, cerchiando e evidenziando la data, il luogo e la vittima.
Non sembravano avere preferenze di sesso, uccidevano e basta, senza porsi troppe domande sul come e sul perchè, e il fatto era strano perchè a loro non importava di non lasciare traccia, ma di aver ucciso e ciò mi fece ricredere un po' su tutto.
Era ovvio che in mezzo a tutto questo ci fosse qualcosa, era ovvio che entrambi fossero senza fissa dimora, non avessero confidenza con nessuno e che non avessero amici conosciuti recentemente. Ma certo! Loro mi stavano dicendo la verità, non erano umane quelle persone, e tutto questo avrei dovuto spiegarlo in tribunale.
Io lo sapevo che non erano pazzi, io lo sapevo!.
A pensare tutte quelle cose mi sentì io quello pazzo e quello a dover essere ricoverato.

Ad un certo punto decisi di prendermi una pausa da tutto quello "studio" e finì di bere il mio caffè socchiudendo poi gli occhi per qualche minuto.
Mi fece svegliare un rumore di passi, proveniente dal corridoio precedente a quello che era il mio, mi venne la pelle d'oca e balzai in piedi stringendo nella mano la mia torcia, odiavo le carceri, sopratutto di notte, erano una cosa oscena e sapevo di essere l'unico in quel piano, e quindi mi chiesi se magari qualcuno era venuto a dirmi che potevo tornarmene a casa.
La porta si aprì di colpo e vidi Wiston comparire sulla soglia, e dovetti ammettere che sembrava stare piuttosto bene.
"Benjamin ma che piacere"
Mi sorrise scompigliandomi i capelli
"Wiston, il capo mi ha detto che tu eri all'ospedale.. non dimettono a quest'ora"
Sorrisi cercando di apparire tranquillo, nonostante stessi sudando freddo.
"Hanno fatto un'eccezione, sanno che lavoro"
Fece un risolino abbassando lo sguardo sulla scrivania.
"Ah hm.. certo"
Non era Wiston era certo e io non ero stupido, sapevo cosa voleva, e non ero certo io.
"Ancora in fissa con i Winchester eh?"
Lesse l'articolo che stavo analizzando e rise.
"Non crederai anche tu in tutti sti fantasmi eh? hai fatto un bel lavoro in tribunale"
Tornò a guardarmi. E cazzo no, Wiston aveva fatto l'incidente quel giorno, non poteva aver sentito, non era lui.

"Wiston tu non c'eri ."
Mormorai alzando lo sguardo sulle telecamere vedendole spente.
"Me lo hanno riferito"
Rispose lui.
"Ah.. certo si.. che stupido"
Ridacchiai nervosamente pensando ad una soluzione.
"Approposito di Dean, sai dov'è? devo parlargli"
Disse dando un piffetto alla penna che cadde facendomi saltare.
"Hai paura Ben?"
si avvicinò lentamente a me mi sfiorò il viso, io scossi la testa.
"Io non ho paura di te stupido"
Lo spinsi via in tono giocoso.
"Non so dove sia, credo l'abbiano messo in isolamento sai..è pericoloso"
Mentìì sorridendo e sentendo il sangue ghiacciarsi.
"Andrò a dare un occhiata, tu non scappare eh? potrei prendermela con te"
Mi diede un piffetto sul naso e si allontanò a passo svelto.
Non appena lo sentì in lontananza estrassi il mio inalatore e ne ispirai due soffiate di gas cercando di calmarmi e camminando avanti e indietro per il corridoio.
"Benjamin"
Una voce sussurrata ma rauca mi fece balzare in piedi.
"Benjamin cazzo sono io, avvicinati qui, velocemente"
ripetè la voce di Dean senza farmi realizzare cosa stesse succedendo, ma eseguì il suo ordine avvicinandomi.



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