Capitolo 36

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"Piccola stronza, ora ti nascondi pure?!" I suoi occhi sono due piccole fessure mentre studia la mia posizione.

È completamente bagnato e gocciola addirittura acqua dai capelli.

Rido vedendolo ridotto così, sembra un grosso gatto nero molto incazzato che è stato costretto a fare il bagno.

Scatta da un lato riuscendo a prendermi il polso, io provo a dimenarmi per scappare, ma la sua presa si stringe e comincia a fare male.

"Lucifer..." Piagnucolo "Mi fai male, lasciami."

Non cede, anzi, si fortifica strappandomi un gemito di dolore, lo supplico affinché mi lasci e finalmente molla la presa, sembra tornare in sé, non potrei dirlo con certezza però.

Mi massaggio il polso allontanandomi da lui, sono arrabbiata e un po' spaventata da questo suo comportamento.

"Annie... Scusami."

Sbatte molteplici volte le palpebre con fare innocente avvicinandosi a me, per poi posarmi le mani sulle spalle.

Me le scrollo di dosso, non voglio che mi tocchi adesso, non dopo avermi fatto male.

"Lasciami stare." Sibilo.

"Lasciarti stare? Oh eddai, mi pare che abbia iniziato tu però."

"Io? Io?! Io non ti ho fatto male, a differenza tua!" Scatto in piedi infuriata.

"Non ero in me stesso."

"Valla a raccontare a qualcun'altro questa balla!"

La testa mi gira vorticosamente adesso, fatico a restare in piedi, impreco sottovoce contro l'influenza per poi lasciare la stanza ed andarmene in biblioteca.

Stronzo... Io lo sapevo che finiva così, perché diavolo sono ancora qui?

Perché tu tieni a Sua Maestà

Non dire cazzate, è solo un bastardo senza cuore che sa fare belle promesse

Egli ti ha domandato scusa però

Me ne fotto delle sue scuse! Ho il polso dolorante, guarda! Mi sta uscendo pure un livido!

Ringrazia che Egli ti abbia fatto solo questo

Scelgo un angolo appartato e comincio a piangere silenziosamente.

---

Le ho fatto del male alla fine, è solo un piccolo livido, ma è sempre del dolore provocatole

Apro la grande finestra per prendere aria, non so cosa mi sia preso, era come se fossi... Posseduto, non lo so davvero.

È andata a rifugiarsi in biblioteca... Dannazione, sono un coglione, lei voleva solo farmi uno scherzo ed io reagisco così? Mi odierà

Sospiro massaggiandomi le tempie, mi teletrasporto nella stanza in cui si trova, senza però farmi vedere o percepire.

Sembra molto più piccola rannicchiata così a terra, un piccolo coniglio spaventato, continua a singhiozzare a intervalli regolari e il tutto il suo corpo sussulta di conseguenza, posso solo immaginare la quantità di lacrime cadute.

"Annie... Piccola..."

Esco allo scoperto sedendomi vicino a lei, non sembra apprezzare la mia presenza, dato che si raggomitola ancora di più.

"Va via..."

"No che non me ne vado... Non so come scusarmi... Io sono un completo idiota in queste cose..."

"Vattene... Ti odio."

Provo un dolore acuto al petto sentendo quelle parole, facendomi sentire ancora di più un bastardo per ciò che ho fatto.

Che... Che cos'è? Non ho mai provato nulla di simile... È strano...

"Io non voglio andarmene..."

La sollevo delicatamente nonostante la sua debole ribellione e la stringo a me, è così debole e fragile che ho paura di romperla come una bambola di porcellana.

Coglione... L'hai già rotta

Sospiro a quel pensiero continuando a percepire la fitta che pian piano si dirama nel resto del corpo.

Anne comincia a tremare appena le sfioro la testa, ciò mi intristisce ancora di più, che cosa ho fatto?

"Parlami..."

Continua a tacere, emette i soliti singhiozzi di tanto in tanto.

"Vuoi che me ne vada?"

Non risponde.

"Dimmi qualcosa... Sto impazzendo."

Dopo qualche istante scuote lentamente la testa, un macigno si solleva dal mio petto, mi vuole ancora allora.

Le do un bacio leggero sulla testa, anche se non so il perché di questo gesto.

Eppure sarebbe così semplice farle dimenticare tutto... Fare in modo che niente di tutto questo sia successo... Perché non lo faccio? Cosa mi trattiene? La potrei anche controllare mentalmente, usarla a mio piacimento come un burattino, ma sono qui seduto a terra con lei stretta come un cucciolo terrorizzato in braccio

La sola cosa che sta facendo attualmente, oltre al piangere, è stringermi la maglietta, è un gesto che in qualche modo mi rassicura, che mi fa percepire che nonostante tutto lei mi vuole ancora.

"Vuoi andare a letto?" Le domando dolcemente, da dove arriva ora tutta questa gentilezza?

Annuisce ed io mi alzo in piedi con lei stretta al collo, la sento più leggera, dev'essere dimagrita.

Di chi è la colpa?
Mia!
Lei si sta dannando per me e io la ripago così, bravo Lucifer, dieci e lode

Salgo con calma le scale, voglio godermi questo contatto con lei che sembra molto più intimo di quando ci baciamo.

Dio mi mancano le sue labbra.

Una volta giunto in camera lei scende di sua spontanea volontà e si fionda sotto le coperte.

Resto basito per un attimo, ma decido di seguirla, mi mantengo ad una certa distanza vedendola solo di spalle, dopo qualche minuto le sfioro il braccio chiedendole di potermi avvicinare.

Sospira un sì ed io mi precipito ad abbracciarla stavolta baciandole il collo invece della testa.

Una ragnatela di brividi si espande sulla sua pelle, le faccio ancora effetto allora, questa piccola reazione mi provoca un'ondata di orgoglio e felicità incredibili.

"Fammi vedere il polso." Mormoro.

È comparso il livido, con le mie scarse abilità guaritrici tento di farle sparire il dolore e il segno.

Miracolosamente ce la faccio, un altro punto a mio vantaggio.

Improvvisamente la curiosità prende il sopravvento e decido di vedere i suoi pensieri.

Sta meditando sull'accaduto e sul mio comportamento, non capendo se lo faccio per reale compassione o perché la voglio solo per... Poterla usare

Nuovamente la fitta mi colpisce rapida come una freccia ed emetto un lamento, percepisco il suo sussulto, ma non voglio dire nulla, cerco di ignorare ciò che ho appena provato concentrandomi solo su Anne.

"Mi spiace Annie... Dico davvero."

Ancora silenzio stampa, sto iniziando ad innervosirmi.

"Ti prego di rispondermi."

"Va bene Lucifer." La sua voce è roca per il pianto.

"Per cui pace..?"

"Sì..."

Sorrido mentre comincio a coccolarla.

Look Into My EyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora