Capitolo 57

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Il suo corpo è freddo e pallido, la pelle sembra ceramica. Una bambola, un fantoccio della vera Anne, una sua copia incolore.

Il respiro è leggero, quasi impercettibile: se non sapessi che in lei vive ancora un luccichio di vita, l'avrei potuta scambiare per morta.

Più il tempo passa, più debole diventa... Devo muovermi, non resta molto tempo... Resisti

Avanzo nell'acqua sacra, avvertendo mille aghi elettrici che mi lacerano la pelle: ha conservato il suo potere, nonostante il misero rimasuglio del potente corso d'acqua.

Cerco di trovare il punto d'acqua più profondo, che non supera però metà del mio polpaccio, e lentamente la depongo sulla superficie ristagnante.

Dieci.

Alcune luci iniziano a convergere verso il corpo di Anne.

Nove.

La luce prodotta dai globi luminosi aumenta man mano che si accumulano.

Otto.

Un lieve ronzio si alza dalla terra, crescendo fino a diventare un rombo, un urlo quasi straziante della terra.

Sette.

Ondate di energia pura si alzano dal pelo dell'acqua andando a colpire il soffitto della grotta

Sei.

Cristalli d'acqua si formano partendo dalle rive avanzando verso il centro man mano che l'energia si espande.

Cinque.

La luce accecante, le urla della terra, le onde devastanti mi colpiscono con potenza devastante, un dolore atroce mi lacera le carni, facendo scoppiare ogni singola vena e comprimendo tutto il mio essere: una situazione paragonabile a quando mi strapparono le ali.

Quattro.

Un mulinello d'acqua si forma sotto il corpo di Anne, sollevandola a mezz'aria.

Tre.

Di colpo tutto si ferma.

Due.

Ho appena il tempo per ricompormi.

Uno.

Anne precipita in acqua.

Zero.

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Aiuto...

C'è qualcuno..?

Ehy... Fa freddo... È buio...

Sono sola...

Ho paura...

Aiutatemi... Vi prego...

Cos'è questo sussurro?

Chi c'è? C'è qualcuno?

Ricorda.

Io... Non ricordo...

Ricorda.

N-non ce la faccio... Aiutami...

Ricorda!

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Con non poca fatico sputo la polvere che ho inghiottito, osservo la mano maciullata che riforma le ossa prima di esplodere in un attacco di tosse che mi porta a sputare gli ultimi residui di polvere e terra.

"Porca... Puttana..." Tossisco grumi di sangue e altri liquidi non ben definiti mentre il mio corpo si riassemblea per l'ultima volta, almeno è quello che spero.

Pian piano riprendo il controllo del mio sistema, alzandomi da terra, osservo i pochi stracci che mi sono rimasti addosso e con un gesto seccato li strappo completamente sostituendone con un completo nuovo e pulito.

"Guarda cosa mi tocca fare." Borbotto in tono stizzito una decina di maledizioni a quella dannata pozza.

Solo poco dopo noto come la luce sia scomparsa, lasciando posto ad una penombra carica di tensione.

Vi aleggia il silenzio più assoluto, più oscuro, quello che ti fa dubitare perfino della tua ombra, quel silenzio che in realtà è pieno di cose. Il silenzio che genera mostri.

Con cautela mi guardo intorno, ora che questo luogo è stato profanato non può ospitare altro che Oscurità, chiunque in un posto simile si può smarrire, pure io. Qui non ho alcun potere.

La terra è nera, pare quasi marcia e fetida, malata e maledetta, ogni passo potrebbe essere l'ultimo se non si presta attenzione, non c'è più acqua e l'atmosfera è talmente opprimente che il solo respiro provoca un rumore assordante.

Mi avvicino al corpo di Annie adagiato su quello che è un masso liscio e perfettamente tondeggiante, potrebbe sembrare un sasso qualsiasi, levigato dallo scorrere dell'acqua, ma io ben so che in realtà è un altare.

Con discrezione la sollevo dal ripiano e creo un portale dietro di me, ma prima di salutarci dentro getto l'occhio verso il passaggio da cui ero passato la prima volta: un'Oscurità densa vi si annida, pronta ad invadere quel luogo non appena avessi fatto un passo falso, pulsava, è viva, ma allo stesso tempo no, è il tutto ed è il nulla, un potere superiore perfino a quello mio e di Dio messo assieme a cui non è possibile opporsi, dove nasce il terrore puro, dove la morte più grottesca è solo una dolce ricompensa, dove la malattia e la pazzia non sono nulla a confronto di quell'Essere.

Indietreggio senza staccare gli occhi dall'ingresso, percependo già i tentacoli dell'Essere accarezzare la mia aura, ed attraverso il varco.

Sospiro nel vedere la familiarità della stanza di Anne, dove il silenzio non è mortale.

Il barlume di vita nel suo corpo è già più stabile, adesso è solo addormentata ed il suo respiro è più regolare e forte rispetto a prima.

Mi stendo accanto a lei sul letto e cerco di creare un contatto mentale quantomeno per localizzare la sua coscienza.

"Non so nemmeno io cosa sia successo lì dentro... Non... Me lo capacito... Va oltre alla mia comprensione."

Parlo più a lei che a me stesso, chiunque potrebbe entrare nella camera in questo momento e vedermi in un tale stato di... Debolezza... Devo riprendermi, ora andrà tutto per il meglio, lei è guarita

Osservo le sue labbra socchiuse e ripenso a quanto tempo sia passato dall'ultima volta in cui l'ho vista sorridere, a quando se le stropiccia quando legge, a quando l'ho baciata per la prima volta.

"Un'eternità fa..."

Il mio corpo la brama, freme ad ogni suo respiro, sento il sangue ribollire nelle vene, una sensazione che non capitava da parecchio tempo.

Inspiro a fondo, ma il suo profumo mi penetra ancora più a fondo.

"Merda..."

Le do un bacio sulla fronte, che almeno adesso è più calda, e mi allontano indugiando un poco sulla porta prima di voltarmi per osservarla un'ultima volta.

"Finché non si sveglierà."

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Una luce soffusa mi riempie la vista, strappandomi dalla sonnolenza.

"Ancora cinque minuti... Oggi non c'è scuola mamma..."

Sento una mano scorrere sul braccio con tocco leggero.

"Dai mamma..."

Dita mi afferrano delicatamente il collo, sono fredde e risalgono con lentezza lungo il mio viso fino ad accarezzarmi una guancia.

"Mamma, ma che stai facendo..?"

Sbatto ripetutamente le palpebre per trovarmi di fronte a due occhi del colore del metallo fuso con screziature rosse come il fuoco intorno all'iride.

"Sei... Tornata..." Una voce roca e profonda mi accoglie "Sei veramente qui."

"Che... Succede? Dove sono?"

"A casa angelo... Sei a casa."

Look Into My EyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora