Capitolo 58

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"Ti ho aspettata così a lungo."

Osservo quel volto dai tratti decisi ed affilati, pare un lupo sul punto di saltare, in quel breve attimo in cui la preda sa di essere spacciata ed il tempo si ferma, sospeso in quella dilatazione dove il più forte vince, dove la vita ha appena il tempo di esalare l'ultimo sospiro.

Provo a parlare, ma la voce rimane congelata, solo un rantolo basso si alza dalla mia gola, ed anche il resto del corpo sembra essere paralizzato, pesante, morto.

Che sta succedendo..? Perché non riesco a muovermi? Perché non riesco a parlare?

"Va tutto bene, non agitarti... È normale che tu non riesca a muoverti, sta tranquilla, ci sono io con te adesso." Mi sfiora la guancia con leggerezza, quasi avesse paura di farmi male, ma il tocco è freddo, e mi spaventa solo di più. Sono braccata. Sono la preda.

Serro gli occhi con tutta la forza a mia disposizione quando si china su di me per baciarmi la fronte: un bacio dal sapore mortale.

Ma la cosa più spaventosa sono i suoi occhi, potrebbero inghiottire l'universo in un sol boccone se volessero, occhi potenti, spaventosi... Occhi da pazzo.

L'aria è carica di elettricità, pesante e pericolosa, che non fa altro che agitarmi ancora di più. Senza contare il fatto che non arrivo a muovere un singolo muscolo.

"Sei stata così tanto tempo via... Sai, non ho smesso di aspettarti, ti sono stato vicino tutto il tempo disponibile. Ma eri sempre così distante..." Ridacchia sommessamente scoprendo i denti "Non mi volevi? Non volevi tornare da me? Non stavi bene qui, con me? Ti davo noie? Mi odiavi?"

La sua espressione si rabbuia, trasformandosi in una specie di ghigno, a metà tra lo schifato e l'ironico, le iridi diventano di un rosso intenso man mano che quel pensiero velenoso si insinua nella sua mente e nuovamente le sue dita si posano in modo apparentemente casuale sul mio collo, ma le sue dita pian piano cominciano a stringere, a stringere, a stringere sempre più...

Non posso muovermi.

Non posso ribellarmi.

La vista si offusca, i polmoni reclamano disperatamente l'aria, ma nessuna preghiera sarà esaudita, la coscienza si libera del peso della carne.

Sono libera.

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Merda!

Blocco il corpo di Anne in preda alle convulsioni cercando di tenerle la testa ferma per evitare che si morda la lingua.

Singhiozza in preda agli spasmi, il respiro è irregolare man mano che il corpo si calma, è il terzo attacco in poco tempo, ed è sempre peggiore.

"Merda..."

I lividi sul suo collo sono di volta in volta sempre più scuri e profondi, ad ogni attacco di convulsioni è sempre più difficile recuperarla.

"Anne... Ti prego... Torna..."

Le bacio la fronte imperlata di sudore percependo il suo cuore rallentare fino a tornare ad un battito normale.

Attiro quel corpo così indifeso e piccolo accanto al mio, racchiudendola in una culla di ombre e buio. La sua mente è ancora lontana, ma almeno ora è rilassata.

"Ricordati di me..."

Le ore si susseguono l'una dopo l'altra, alternandosi in una lenta danza continua, non ho mai abbandonato Annie, almeno, non in parte. Le ho lasciato accanto parte delle mie energie, ma stare lì con lei... No.

Troppo pesante, troppo... Doloroso? Non è un sentimento che mi contraddistingue, però qualcosa di strano c'è

Svolgo le solite commissioni, ascolto le solite suppliche e preghiere, amministro i soliti gironi. Non sono nemmeno più sceso sulla Terra, me ne mancava la voglia.

"Almeno posso sdoppiarmi, sto cazzo di posto crollerebbe se non ci fossi io, dannazione a me e dannazione a quei miserabili che non sanno fare il loro lavoro!" Sbotto osservando i diavoli discutere su chi debba infliggere per primo le pene ai dannati "Che io sia maledetto! Tra poco li fulmino tutti!"

Una stretta sulla spalla mi fa desistere dallo scagliare un macigno su quelle teste marce. Mi volto all'istante per prendermela con lo sconosciuto, ma un boato potente mi interrompe: metà rocca crolla distrutta, mentre un plotone angelico stermina i miei sudditi.

Fottute teste di cazzo, mi mancavano solo loro ora!

Mi teletrasporto nella camera di Annie, che è integra grazie al mio campo di forza, almeno ho avuto la lungimiranza di crearne uno in casi come questi.

Le pareti vibrano lievemente nonostante lo scudo, ma, a dirla tutta, ho ben poco interesse negli scontri in questo momento.

L'aura di Anne mi attira, come se fosse ambrosia, la vedo sospesa lì, sopra il suo petto, una semplice e bianchissima pallina di luce splendente, la luce più pura dell'universo quando non è corrotta.

Mi avvicino osservando quel particolare globulo roteare pigramente su se stesso e ne sfioro la superficie, ma ritraggo immediatamente la mano appena la zona si scurisce, come se dell'inchiostro fosse stato iniettato al suo interno.

"Non... Non sono degno." Digerisco a fatica quelle parole mentre un groppo di delusione comincia a formarsi nella gola. Sospiro amareggiato. Per poco non dimenticavo chi fossi.

Delusione e... Frustrazione, ecco cosa provo, la sua essenza è lì, ad un paio di centimetri da me, così affascinante ed attraente... Ed intoccabile...

Nuovamente sento quella bestia artigliarmi il ventre, ruggire e fare le fusa sentendo la mia di disperazione, trascinandomi ad un passo dal precipizio che mi porterebbe a farle del male.

"No."

Volto le spalle al letto e mi materealizzo lontano di lì, lontano da lei e dal suo dolce sapore che mi avvelena l'essere.

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Galleggio in un liquido scuro e denso.

Acqua?

Non ho bisogno di respirare, è impossibile affogare qui.

Sarebbe da stupidi, sì

Nuoto senza una meta in quell'oceano fatto di nero senza fine.

Non so dove sia il cielo.

Cos'è il cielo?

Non so dove sia casa.

Casa?

Ruoto su me stessa abbandonando i pensieri così pesanti, così inutili che mi fanno soltanto precipitare ancora più in giù.

Qui si sta così bene... Perché me ne dovrei andare?

Svuoto la mente da ogni pensiero, non ho bisogno di pensare a nulla, non in questo luogo.

Qualcosa mi blocca... C'è... Qualcosa che devo ricordare... Però non si cosa... È... Importante? Io... Io non lo so...

Senza rendermene minimamente conto, comincio ad agitarmi, quasi fossi in preda agli spasmi, il liquido si fa pesante ed opprimente, mi strozza, mi stritola, mi paralizza.

Cosa devo ricordare?
O meglio... Chi devo ricordare?

Un tentacolo mi afferra le gambe, ho appena il tempo di urlare prima di venire trascinata verso l'alto. Verso la luce.

Look Into My EyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora