Capitolo 20

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Ho litigato con i miei genitori.

È stata l'esperienza più brutta della mia vita.

Non pensavo che facesse così male, non voglio provocare loro alcun dispiacere, ma ho bisogno di staccare da tutto e tutti.

So solo che Lucifer mi sostiene, lo sento, quando mi ha stretto il ginocchio in auto ho percepito qualcosa.

Da quando è arrivato ha scovolto la mia vita, niente si è salvato, il rapporto con i miei genitori è sul filo del rasoio, Ingrid che mi dice di stargli lontana, non vado più a scuola e tutto ciò in cui credevo sta volando via come sabbia.

Sono molto confusa, non riesco a smettere di piangere, ho portato via poche cose, quelle che mi stanno più a cuore: il mio pc, alcuni libri, un peluche e il mio amatissimo kit da disegno.

Ho portato via anche i miei risparmi, niente di che, ma almeno posso andare a comprarmi dei vestiti, dato che nella furia del momento li ho lasciati là.

Entro in casa, Lucifer mi segue poco dietro, scelgo di andare in cucina.

Nella mia nuova cucina.

Mi siedo sul solito sgabello e comincio a piangere più forte.

Un braccio caldo avvolge le mie spalle stringendomi dolcemente.

Abbraccio di impeto Lucifer, bagnando la sua maglia di lacrime.

Mi accarezza i capelli ed è una cosa così rilassante che dopo un po' mi calmo.

"Va meglio?"

Annuisco, mi vergogno così tanto, non volevo fare una scenata simile.

Mi spiace di essere così debole...
Mi spiace di non riuscire a non fare la vittima ogni santissima volta...
Non voglio che mi credi una codarda, non voglio essere salvata sempre da te... Però succede ogni volta... Mi spiace...

Parole che non avrò mai il coraggio di pronuciare, mai.

Si allontana per preparare il the, ed io mugugno per la mancanza di contatto.

"Quanto zucchero?" Sorride mentre si gira verso di me.

Ho già detto quanto è bello?

"Tre..."

Storge il naso, immagino che pensi sia troppo dolce per i suoi gusti.

Poggia le tazze sul ripiano, io ne prendo una iniziando a sorseggiare.

Tazza errata.

Questa volta non riesco a trattenermi e sputo il tutto.

Lucifer mi guarda prima stupito poi scoppia a ridere fragorosamente, ed io non posso che unirmi a lui.

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Veder passare la sua espressione da tristezza assoluta a disgusto totale mentre beveva il mio the è stata la cosa più buffa dell'Universo intero.

Sono scoppiato a ridere come un idiota, trascinando anche lei in una risata liberatoria.

Quando l'hi vista sedersi su quello sgabello non ho potuto che cingerla con un braccio.

Poi mi ha abbracciato, tutte le sue emozioni erano amplificate, ed io ho provato... Empatia? Credo si possa definire così.

Sono sconvolto, mi sto umanizzando, non va affatto bene.

È pomeriggio inoltrato, e nessuno dei due ha toccato cibo.

Di certo dell'acqua macchiata non può essere definita pasto, cosa potrei preparare?

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