Capitolo 18

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"Rufus, è pericoloso, dobbiamo portarla via di qui... Lui ci troverà."

"Calmati, ho già ottenuto i contatti per un posto sicuro, non la troverà così facilmente." Sospirò Rufus, non pensava fosse così difficoltoso nascondere una relazione proibita, considerata innaturale.

La sua compagna lo guardò negli occhi, il dolore e la tristezza li consumavano, celando lo scontro tra emozioni contrastanti.

Anche lui era addolorato, la cosa più preziosa al mondo rischiava di venirgli sottratta.

E lui avrebbe lottato con unghie e denti per difenferla.

"Arianna nascondila, prendi tutto ciò che potrebbe servirci. Vado a fare un giro di controllo."

La ragazza nascose il fagotto in un cesto e sopra ci pose con estrema delicatezza cose leggere che non pesassero su esso.

Era spaventata a morte, ad ogni ombra o rumore sospetto brandiva il pugnale regalatole molto tempo prima: un'arma particolare che poteva ferire ciò che è velato all'occhio umano.

Cercò di regolare il respiro, ma il terrore le attanagliava il cuore, si sentiva debole e stressata per tutto.

La sua vita e quella dell'amato rischiavano di venire sprecate senza portare a termine l'obiettivo.

E lei non se lo poteva permettere. Non dopo tanto lavoro e tanta fatica, dopo tanto dolore e tante sofferenze.

Troppi erano morti per proteggerli, non potevano fare un passo falso e rischiare di far saltare il piano.

Sentiva ogni giorno la minacciosa mano di Lui avvicinarsi sempre più, era solo un'umana, però percepiva la presenza incombente del Nemico.

Rimase in attesa di Rufus, pregando che tornasse da lei sano e salvo.

La porta si aprì lentamente, rivelando il volto stanco del compagno.

Gli saltò al collo abbracciandolo forte. Rimasero così per alcuni minuti, prima di prendere bagagli e burattini ed uscire nel freddo della notte.

Erano molto guardinghi, preferendo aspettare qualche istante prima di muoversi, piuttosto che buttarsi a capofitto in un sicuro suicidio.

Arianna controllava ogni tanto il fagotto, per essere sicura che fosse ancora lì, mentre Rufus scandagliava le ombre.

Un tempo era un demone molto rispettato e omaggiato nella Corte, ma venne spedito nel mondo umano per sorvegliare gli altri in modo da non combinare casini razziali.

Finché non conobbe Arianna.

Giovane, bella, dai lunghi capelli rosso fuoco.

E con un caratterino tutto particolare, che riusciva a farlo arrabbiare in un attimo e l'istante dopo farlo piegare in due dalle risate.

Si innamorò a poco a poco di quella piccola e strana creatura.

Fu la cosa più bella e più spaventosa del mondo.

Rufus scosse la testa, doveva restare concentrato e non lasciare che i ricordi avessero a meglio sulla sua mente stanca.

Osservò Arianna: gli stenti avevano segnato il corpo della giovane terribilmente, era quasi scheletrica, con piccoli segni di stress e stanchezza intorno agli occhi ed i capelli, un tempo lucenti, ora erano spenti e rovinati, sempre raccolti in una coda stretta.

Le strinse la mano per rassicurarla, il luogo dell'incontro non era così lontano, ci mancava poco, e la loro missione si sarebbe conclusa.

Mosse un passo fuori dal nascondiglio.

Ed un urlo perforò i loro timpani: erano stati individuati.

Iniziò una pazza corsa per le strette vie di quella città dormiente.

Girarono e tornarono indietro più volte per tentare di seminare gli inseguitori.

Percepiva la stanchezza di Arianna, non ce la faceva più.

La prese in braccio, correndo per le loro vite, per non fare che tutti i sacrifici sopportati divenissero vani.

Riuscì ad illudere l'orda di demoni, sapendo che non sarebbe durata a lungo, fece scendere Arianna e la guardò dritta negli occhi.

Lei capì immediatamente e iniziò a piangere, stava per finire tutto.

"Shhh amore mio va tutto bene... Ce la faremo, vedrai..." Abbracciò la ragazza, mentendo a lei ed a sé stesso "Io li distrarrò, tu devi correre al parco, ti ho mostrato dove si trova, ricordi? Non fermarti mai, ti verrò io a cercare, appena avrai concluso nasconditi. Ti amo, ti ho sempre amata e ti amerò per sempre, qualsiasi cosa accada."

Si scambiarono un bacio appassionato, sapendo entrambi che quello sarebbe stato l'ultimo.

Il demone guardò per l'ultima volta l'umana prima di sparire nell'oscurità.

Arianna tremò, il suo unico e vero amore si stava sacrificando per lei e il piccolo fagotto custodito sotto le coperte.

Ricominciò a correre. La speranza l'animava, facendola continuare senza mai cedere di un solo centimetro.

Corse per i loro amici.

Corse per il loro amore.

Si fermò solamente poco prima di entrare nel parco cittadino: due figure l'attendevano.

Percorse velocemente la distanza che li separava e consegnò loro il cesto.

I tre si guardarono, non serviva parlare per comunicare ciò che provavano in quel momento.

"Addio, mio piccolo fiore..." La donna scoprì per un istante il fagotto, rivelando una bambina dormiente dai capelli fulvi come i suoi "Addio, Anne."

Nominate quelle parole ella corse via di nuovo nella notte, andando incontro al suo destino.

I due custodi si incamminarono verso la strada di casa, nascondendo la piccola sotto i lunghi mantelli e lasciando il cesto nascosto dietro un cespuglio.

Così la nuova vita di Anne Redstone iniziava.

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