Capitolo 39

2K 191 9
                                    

Passano alcuni giorni nei quali non faccio altro che esercitarmi con quella dannata penna e studiare come una matta i vari passi dell'Inferno dantesco.

Il mio cervello mi supplica di fare una pausa, penso proprio che tra un po' mi uscirà in poltiglia dalle orecchie... Ma come faccio..? Vanytas non mi lascia un momento di tregua, e nemmeno Lucifer è tanto buono ora come ora... Lo sa lui come lo so io che man mano che devo muovermi ad imparare almeno le basi del comportamento che dovrò tenere a Corte... Dannazione a lui! Sto diventando scema a memorizzare tutte queste cose

Sbuffo intanto che mi stiracchio sulla sedia, la mano è dolorante per le tante ore dedite all'esercizio.

"Maledetto lui e il suo torreggiante ego..!"

"Maledetto chi scusa?"

Lucifer fa il suo ingresso trionfale nella stanza ora adibita alla mia istruzione, prima era completamente vuota, così come la maggior parte delle altre camere presenti in questa casa.

"Tu mi dai del maledetto? Ed io che ti ho pure portato un regalo." Mette il broncio.

Eppure nonostante quel cipiglio sulla fronte è bello come il sole...
Sì, e in certi casi freddo quasi quanto l'azoto liquido, se non di più

"Addirittura un regalo! Ma quale onore Sire!" Scatto in piedi improvvisando un inchino "Mi lusinga vedere come Vi degnate di una povera serva."

"Non sei una schiava angelo."

"Ah no? Come lo chiameresti allora tutto questo?"

Sbuffa sollevamento gli occhi al cielo e facendomi la solita predica su quanto io sia bla bla bla e che bla bla bla, non ho nemmeno voglia di ascoltare, quindi mi limito a sbuffare a mia volta qualche sì ogni tanto.

"Hai capito?"

"Sì certamente... Ora vorrei tornare allo studio."

Un lampo di tristezza gli attraversa lo sguardo provocandomi un senso di pietà.

Sì, è vero che mi tratta con superficialità in questi ultimi tempi, però lui difatto mi vuole bene, e gliene voglio pure io, mi piace quando mi coccola la sera oppure quando di sorpresa mi abbraccia o prende la mia mano tra la sua.

"Scusa, sono un po' stressata da tutta questa mole di lavoro e..."

"Non fa niente, tranquilla, torna pure a studiare." Il tono si fa freddo.

Quanto sei stronza anche tu certe volte

"No dico davvero! Scusa, mi dispiace tanto..."

Lo abbraccio e dopo un sospiro spazientato ricambia la stretta.

"Allora?"

"Cosa?"

"Il regalo."

"Quale regalo?"

Mi stacco da lui mettendo il broncio, purtroppo il suo sorriso è troppo contagioso facendomi sorridere a mia volta.

"Sai, non sei una brava attrice." Si avvicina al mio viso.

"Ah no?" Il mio cuore accelera mentre ammiro il magnifico colore dei suoi occhi.

"Eh no."

Le sue labbra si posano sulle mie delicatamente, liberando un brivido che mi percorre tutta la schiena, ha fame di me, lo sento, mi divora la bocca centimetro per centimetro sollevandomi in braccio per poi farmi sedere sulla scrivania.

"Chiedo scusa." Una vocina acuta perfora l'aria.

Immediatamente io mi stacco da Lucifer osservando una cosina rossa volteggiare in aria.

Look Into My EyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora