Capitolo 50

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Mi conduce al centro della sala, dove convergono in un unico cerchio tutte le linee del pavimento riccamente decorato, tutti attendono con trepidazione una nostra mossa, addirittura la musica si è fermata invece di continuare a suonare.

Sono circondata da bestie di ogni sorta, alcune con aspetto umanoide, altre talmente fantasiose che nemmeno un pazzo potrebbe mai immaginare, ma rispettano il momento, rispettano il loro re e quella povera cretina che sono io.

Pongo lo sguardo sul mio compagno di ballo che sembra godersi le mie reazioni.

Il solito bastardo dopotutto... Guardalo come gonfia il petto!

Ad un suo cenno col capo, l'orchestra intona una dolce e, allo stesso tempo, potente sinfonia.

"Ti ricorda qualcosa?" Appoggia una mano sul mio fianco e con l'altra intreccia le dita alle mie provocandomi piccoli brividi ad ogni nota.

"Sì... La conosco..."

"Certo che la conosci, l'hai ascoltata con me, in macchina, non rimembri?"

Improvvisamente mi ritrovo catapultata nel macchinone nero di Lucifer, le casse che vibrano insieme alla voce del potente tenore che impersona il Principe Ignoto e della sua sfida verso la gelida e crudele Turandot.

"Turandot..." Mormoro rapita di nuovo per la bellezza dell'opera.

Lucifer sorride divertito e pian piano mi trascina in un ballo lento, quasi ipnotico, affido completamente me stessa alle sue braccia, facendomi dimenticare di tutto il resto, siamo solo noi due ora.

"Ho desiderato tanto che questo momento giungesse" Sussurra al mio orecchio.

"Non ci crederò mai."

"Perché no? In fondo abbiamo già ballato una volta, anche se ballo non sarebbe la definizione corretta."

"Quando?"

"Quando tu sei scappata di casa e flirtavi con quel Lorenzo al bar." Ridacchia "Eri leggermente sopraffatta dall'alcol."

"Ero perfettamente lucida." Borbotto ricordando con esattezza ogni singolo momento di quella serata.

"Sì, ed io sono Dio."

Ridiamo entrambi mentre appoggio il viso sul suo petto, lo sento sospirare, so che vorrebbe ribattere su quel gesto, ma alla fine lascia stare permettendo alla musica di condurre la serata.

Balliamo ancora e ancora, come una coppia di cigni al centro di un vasto lago, certe volte più velocemente, con giravolte che mi lasciano stordita per qualche attimo, altre più lentamente.

L'orchestra cambia costantemente canzone o opera, passando da un Puccini ad un Mozart, o da un valzer ad una semplice polka.

Insomma, ce n'è di tutti i colori.

"Pronta?"

"Per cosa?"

Si ferma prendendomi al suo fianco osservando poi la folla di demoni che ci accerchia rapidamente in un'onda di occhi curiosi

Lucifer sorride raggiante, non sembra minimamente stanco quando invece io sono col fiatone, con un gesto elegante del braccio si espone in un inchino degno del sovrano che è.

Lo addocchio incantata per qualche istante prima di riprendermi dalla gelosia di così tanta grazia in un gesto che mai mi sarei aspettata da lui.

Dovresti inchinarti pure tu, cretina

Con molta goffagine mi azzardo in una di quelle riverenze che ho visto sempre fare nei film sulle principesse, dove anche la più sfigata diventa una regina perfetta.

Peccato questo non sia un film ed io non sia così fortunata... Anche se tutto questo è così strambo

Ci risolleviamo ed un impetuoso applauso esplode in tutta la sala, sorrido imbarazzata mentre Lucifer si allontana verso alcuni demoni dall'aspetto grottesco.

Trotterellando lo inseguo percependo la folla chiudersi dietro di me ad ogni passo, dita mi sfiorano, voci mi sussurrano alle orecchie, occhi seguono i miei movimenti e non ci vuole molto prima di perdere di vista il mio bersaglio.

Un senso di smarrimento si insinua sotto pelle in mezzo a tanta gente.

È impossibile... Era davanti a me un attimo fa... E adesso che cazzo faccio?! Ci sono troppi demoni... Perché questa situazione mi fa ricordare brutti momenti?

Nemmeno a dirlo che come una bestia l'ansia si arrampica dentro me, crescendo e moltiplicandosi, deglutisco più volte intanto che cerco un punto di uscita dall'ammasso di corpi.

Qualcosa mi afferra la spalla in una stretta d'acciaio, non faccio in tempo a girarmi che un paio di occhi rossi mi si para davanti.

"Vanytas!" Esclamo felicissima.

"Ecco dove vi eravate cacciata... Sempre la solita, andiamo."

Mi prende per mano facendo strada a passo sicuro fino a raggiungere una terrazza mezza vuota.

Appena mi vedono, tutti si avvicinano con occhi lucidi per salutarmi, ma Vanytas li allontana con qualche scusante riguardo al mio stato di salute precario a causa del nuovo clima infernale.

Una volta soli, si appoggia distrattamente sulla balaustra soppesando i partecipanti.

"Vedete quel demone? Quello che assomiglia ad un gallo, ma con viso umano e zampe di drago? Ecco, quello è un traditore, e vedete invece quella sottospecie di occhio rettangolare volante? Indovinate? Un altro traditore... E sapete quel diavolo lì cos'è?"

"Lasciami indovinare... Un traditore?"

"Ma come siete persipace stasera." Sorride "Sapete perché sono qui?"

Scuoto la testa.

"Per chiedere perdono."

"Perché dovrebbero?"

Non risponde, ma continua a sorridere enigmaticamente.

"È pieno di questa merda il palazzo."

Lo guardo sorpresa, sia per l'espressione usata che per la rivelazione, anche se Lucifer mi aveva accennato qualcosa del genere.

"A proposito... Ma Lucifer dov'è?"

"Sua Maestà sta discutendo con i Generali riguardo a certe cose di estrema importanza, ovviamente mi è stato ordinato di farvi da balia."

"Ma vaffanculo, io me la cavo benissimo da sola." Sbotto.

"Sì, certo, allora vi riporto in mezzo alla marmaglia."

Mordo l'interno delle guance per stizza mentre scoppia a ridere.

"Quanto devo restare qua?"

"Potreste tornare già in camera, se li volete, ogni vostro desiderio è un ordine." Si inchina davanti a me con un sorriso strafottente ed uno sguardo di pura sfida.

"Ogni desiderio eh... D'accordo, voglio che..." Mi volto intorno cercando l'ispirazione "Voglio che... Ti butti giù dal parapetto."

Incrocio le braccia al petto ridacchiando aspettando una sua supplica, invece scavalca con un agilità sorprendente e si lascia cadere.

Immediatamente mi sporgo piena di improvviso terrore, ma lo vedo dondolare poco più in basso con la scritta vittoria stampata sul viso.

"Brutto figlio di..."

Spiccando un enorme salto ritorna perfettamente in equilibrio sul pavimento della terrazza.

"Un po' a me ci tenete allora, incredibile, venite, vi accompagno alle vostre stanze."

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