Capitolo 34

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Da dove diavolo mi è saltata fuori quest'idea?! Trasferirmi ora? Devo aver perso la testa!

Mi mordo un labbro pensando al casino che ho appena combinato.

"Molto bene... Predisporrò la servitù per il vostro arrivo milady, tornerò domani per i preparativi, buona giornata, Sire." Fa un elegante inchino rivolto a Lucifer ed uno rivolto a me sempre mantenendo il contatto visivo.

Così come è arrivato sparisce e noi due restiamo nuovamente soli.

Almeno è stato rapido e secco... Non sarà così male, no?

"E così hai cambiato idea..." La sua voce mi fa sussultare, non riesco a capire se sia arrabbiato o cosa.

Annuisco guardando fuori dalla finestra, mi manca il coraggio di guardarlo negli occhi e vederci rabbia.

"Potevi dirmelo." La sua mano ha raggiunto il gancio del reggiseno ed io mi sto preoccupando da morire per ciò che so che vorrebbe fare.

"Non ti azzardare a farlo."

"Fare che cosa, angelo?"

"A sganciarmi... Il reggiseno." Borbotto arrossendo.

"Ah, quella cosa, perché no?"

"Perché di no!"

Cerco di scappare via dalla sua presa, ma mi butta sul divano sovrastandomi.

"Ora come la mettiamo?" La sua voce è un sussurro mentre si china su di me per baciarmi.

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Si accende per me, basta così poco per sentirla scalpitare... È meravigliosa, prima timida ed impacciata, ma man mano che acquista sicurezza diventa quasi... Incontrollabile, mi piace

Il suo corpo si adatta perfettamente al mio mentre risalgo nuovamente la sua schiena, Anne emette un piccolo lamento quando mi stacco un istante, e questo mi strappa un sorriso.

Improvvisamente si tira a sedere fermando la mia avanzata, allontana la testa da me e starnutisce.

"Salute."

"Sì... Proprio." Borbotta.

Le mordo delicatamente il collo esposto riuscendo a farle emettere un urletto di sorpresa, io purtroppo mi accorgo che la sua temperatura è aumentata.

"Piccola scotti."

"È colpa tua che mi fai arrabbiare." Tira su con il naso mentre le passo una mano sulla fronte.

"Hai acceso il camino?"

"Con quale legna?" Starnutisce nuovamente "Oh dannazione."

"Sei uscita in giardino?" Le chiedo intanto che mi alzo e vado a recuperare una coperta.

"Sì, ieri sera."

Ottimo... Ha preso l'influenza e non se n'è nemmeno accorta.

Torno nel salotto con un piumone e alcuni cuscini, accendo il fuoco senza bisogno di legna o cose simili e la faccio stendere per bene.

"Sto bene..."

Cerca di scoprirsi lamentandosi per il caldo, ma io glielo proibisco all'istante ordinandole di starsene ferma immobile.

Faccio comparire sul tavolo un piatto con del brodo, una bottiglia d'acqua e una pastiglia di tachipirina, non sono un guaritore, non è il mio campo, posso solo limitarmi a questi rimedi umani.

"Non ho la febbre..."

"Oh, io dico di sì." Mi siedo accanto a lei accendendo la tv e tenendo un volume relativamente basso per non disturbarla "Annie mangia, ora."

"Non ho fame, sto bene."

"È un ordine."

Sbuffa e si mette seduta, prendendo piccoli sorsi alla volta, a metà piatto si lamenta che è piena, stavolta sono io a sbuffare e le faccio prendere la medicina.

"Non puoi guarirmi con qualche abracadabra o bidibi bodibi bù di tua conoscenza?"

"Ti sembro il tipo che guarisce le persone?" Scuoto la testa, la febbre le fa davvero male.

"Non lo so..." La sento a malapena dire quelle tre parole che cade addormentata, ammetto di averle tirato un colpo basso inducendole il sonno, ma almeno così riposa ed io posso tornare a Corte tranquillamente.

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"Lucifer..?"

Sono sola, di nuovo.

Emetto un singhiozzo provando a trattenere la rabbia che mi attanaglia, sono pure malata e lui mi lascia qui mentre se ne va in giro a fare le sue conquiste.

Quante amanti avrà? 10? 20? 50? Che se ne vada a quel paese... Dio, non posso starci continuamente male

"Ti sei svegliata finalmente."

Mi giro dolorante verso la porta e lo vedo appoggiato allo stipite.

"Come stai?"

Si avvicina tranquillamente sedendosi vicino a me e prendendomi la mano.

"Meglio... Credo." Mormoro, mi sento in colpa per averlo accusato ingiustamente.

"Ho avvisato Vanytas di venire domani, così da lasciarti il tempo di riposare." Passa le labbra sul dorso della mia mano facendomi rabbrividire, e non per la febbre.

"B-bene allora."

"Fatti da parte."

Si sdraia con me sul divano, io sono bloccata tra lui e lo schienale, se non stessi male probabilmente farei di tutto per scappare.

"Potrei sostituirti al camino da quanto sei ancora calda."

Ridacchio mentre caccio la testa nel suo petto, come può farmi arrabbiare un minuto prima e quello dopo farmi ridacchiare come una scema?

Oh Lucifer... Se solo non mi trattassi come una delle tue schiavette...

"Sei contenta?"

"In che senso?" Borbotto contro la sua maglia.

"Di venire via con me."

"Direi di sì, non dovrei?"

Mi solleva il mento passando il pollice sul labbro inferiore, è un contatto che mi provoca nuovi brividi.

"Non mi sembri entusiasta, questo dico."

"È che è... Difficile, devo imparare tante cose ed abituarmi a nuove realtà che prima credevo fossero solo storie per mandare a letto i bambini..."

Non replica, invece continua la sua lenta tortura finché non si china a baciarmi sulla fronte.

"Ti voglio accanto a me." Sussurra prima di alzarsi.

Arrossisco a quelle parole, è bello essere desiderati, e quando non fa il cazzone è ancora più piacevole.

Accendo la tv facendo zapping tra i vari canali finché non trovo qualcosa di interessante: un documentario sulla fauna e flora tailandese.

"Wow che posti..."

Uccelli dai mille colori si contendono lo schermo, sono bellissimi, quasi finti.

Mi piacerebbe andarci, sarebbe una bella esperienza da fare, magari posso chiedere il permesso a Lucifer... Ma mi lascerebbe andare da sola? Oppure verrebbe per poi finire con il lamentarsi o sparire per tornare a Corte?

Un brivido freddo che parte dal cranio per finire giù lungo la spina dorsale mi scuote.

Mi metto seduta in allerta, l'ho già vissuta quest'esperienza, ma perché sta succedendo qui ora?

"Fatti vedere bastardo." Mormoro continuando a scrutarmi intorno.

Ai piedi del camino si manifesta l'ormai familiare massa oscura, stavolta mostrando un ghigno che rivela delle lunghe ed affiliate zanne da almeno dodici centimetri.

"Che cosa vuoi? Perché sei qui?"

Alza quello che dovrebbe essere un braccio e mi indica continuando a ghignare.

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