Capitolo 17

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E ora come ne esco?
Potrei seguire il muro
Oppure potrei stare ferma e aspettare Ingrid
No, idea pessima... Chissà dov'è...

Mi gira la testa e manca l'aria, troppa gente e troppo caldo.

Ho paura...

Cerco di scappare via da quella folla, di trovare l'uscita, ma vengo risucchiata dentro la massa e più cerco di districarmi, più vengo portata lontano.

Dio ti prego fa che finisca presto questa sofferenza

La vista mi si offusca, sto svenendo mentre intorno a me nessuno si accorge di nulla.

Fa che non sia doloroso

Inizio a perdere coscienza quando una mano mi risolleva. Poi il vuoto.

"Svegliati."

Mugugno.

"Apri gli occhi."

La testa mi fa incredibilmente male ed ho freddo.

"Anne!" Una voce potente mi riporta alla realtà.

Apro di colpo gli occhi e mi ritrovo su un marciapiede, con alcune persone intorno.

Lucifer...

Mi scruta con attenzione ed io ho un tuffo al cuore.

"M-mi hai portata tu fuori?"

"E chi sennò?" Il tono è piatto, è ancora offeso allora.

Non ho il coraggio di guardarlo, inizio a torturarmi le mani, ho la pelle d'oca per l'aria autunnale e mi sento uno straccio.

"Che ci facevi lì dentro?" Domanda.

"Sono venuta con Ingrid, dovevo incontrare un ragazzo." Metà bugia, voglio vedere se reagisce.

"E dov'è questo fantomatico ragazzo?" Chiede impassibile.

Faccio spallucce e tento di alzarmi.

Ho la gambe di gelatina e per poco non crollo a terra, ma Lucifer mi sostiene e continua a scrutarmi freddamente.

"Devo tornare dentro a cercarli."

"Non vai da nessuna parte in queste condizioni." Fa appena in tempo a dirlo che esce fuori una cosa bianca con le orecchie rosa: Elisa, travestita da coniglietta.

"Lucifer!" Si avvicina a grandi passi, prima guardando illuminata lui, poi fissando disgustata me.

"Che ci fai con questa sfigatella? Ha fatto nuovamente la vittima per ricevere attenzioni?"

Mi risollevo di colpo in piedi, questa volta non subirò le sue angherie.

"Elisa! Sei ancora vestita, che cosa nuova!"

"Anne! Sei ancora vergine, che cosa sfigata! Stavi cercando di farti fottere da uno in coma etilico?" Sogghigna.

"Beh, almeno io non l'ho larga come un buco nero! Ops, scusa, sai cos'è un buco nero, vero? O durante le lezioni succhi e basta?"

"Sfigata del cazzo! Rimarrai sempre sola! Nessuno ti vuole, aborto mancato!"

La colpisco prima ancora di rendermene conto.

Vola a terra e noto del sangue sulle mie nocche: le ho rotto il naso.

L'adrenalina mi scorre in corpo, e mentre lei urla sia di dolore che di vergogna, tirandomi dietro insulti e maledizioni, io corro via.

Le ho rotto il naso... Le ho rotto il naso...

Continuo a formulare lo stesso pensiero, sono sconvolta, ma anche fiera di me.

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