ANDY
"Mika, dai ti prego mangia qualcosa"
"NO"
"Ma perché? Così ti indebolirai sempre di più...per favore."
"HO DETTO NO"I venti giorni di riposo stavano per terminare, facendo così finire tutto il ciclo dei 50 giorni di blocco.
Potevo solo immaginare lo stress che lo assillava. Lui è sempre stato un ragazzo molto attivo, sempre in giro per il mondo, sempre in mezzo alla gente, sempre alla luce del sole...50 giorni a letto sono duri per chiunque... figuriamoci per lui!
Durante questo periodo Mika è cambiato un caratterialmente. Risponde bruscamente, rifiuta qualsiasi aiuto, tiene il broncio e cerca in qualsiasi modo di essere lasciato in pace. Era così bello vederlo sorridere in ospedale ogni qualvolta gli portassi un po' di allegria nei momenti malinconici...perché adesso è diverso?
Forse sono le mura di casa, il ricordo di una vita tagliata male, che non faceva per lui...ma io sto soltanto cercando di aiutarlo...
Sua madre era veramente cambiata. Ogni sera, dopo aver visto che Michael stava volando con la mente verso i suoi sogni, me ne stavo un po' in giardino con lei, sul punto dove Michael era caduto, a parlare.
E non vi era sera nella quale ella non piangesse. Era pentita. Mi confidò che la stessa vita che sta vivendo Michael l'ha dovuta passare anche lei.
All'età del figlio, ella desiderava solamente la libertà di poter essere ciò che desiderava. Era una ragazza dolce e sensibile, con la fortuna/sfortuna di essere nata in una famiglia molto potente.
Ma si sa, la gente è perfida.
Mi confidò che le persone che considerava più care, in realtà stavano soltanto giocando alle sue spalle: la deridevano, sparlavano di lei, la giudicavano...
E quando lo venne a sapere, non riuscì più a ragionare dalla rabbia e dal dolore.
Ma lei aveva un potere in più: era una ragazza stupenda.
Poteva permettersi tutte queste sfilate, e la notorietà di una persona famosa.
E allora cominciò a cambiare, ad essere più sicura di sé... Ed ecco la donna che è adesso. Una donna normale, ricoperta da una maschera di paura di fallire...e per questo così dura col mondo.
La verità è che ho invertito il senso di marcia da quando ho invertito il senso di marcio.
In lei ho trovato un'amica, sincera. Me lo sentivo, lei mi aveva accettato."Mi dispiace che l'abbia scoperto così, e le conseguenze che ne sono derivate. Ma ci amiamo davvero"
"Andreas, io voglio il meglio per mio figlio. E con il meglio intendo tutto ciò che lo rende felice. Tu lo rendi felice? Si. E allora non hai di che scusarti"Ho perso seriamente il conto di quante volte ci siamo ripetuti questa frase, ma sentirle dire quelle parole era una fonte di sollievo enorme per me.
Sono contento.Posai sul comodino il vassoio con il pranzo, dopo l'ennesima delusione perché Michael rifiutava qualsiasi tipo di cibo.
Se ne stava seduto con la schiena appoggiata alla testiera del letto, lo sguardo fisso e imbronciato sulla parete di fronte a lui, braccia conserte e coperte fino alla vita.
Mi sedetti accanto a lui, mentre il suo sguardo si addolciva leggermente.
Accarezzai la sua gamba restando a fissarlo finché non si degnò di far incrociare i nostri sguardi.
Fu uno sguardo di sfuggita, poi tornò nella posizione di partenza."Amore che hai?"
"Niente"
"A me non sembra"
"Non. Ho. Niente"Mi sedetti sulle sue gambe bloccando il suo sguardo dritto nei miei occhi.
Incrociai le braccia cercando di imitarlo senza successo."Per favore. Non farmi stare male. Se parliamo risolveremo tutto quello che ti turba."
"Andy per favore"Disse cercando di farmi spostare.
"Ok allora vaffanculo fatti aiutare da Ellie, io ci rinuncio"
Mi alzai bruscamente e iniziai a dirigermi verso la porta quando la sua voce mi bloccò.
"Aspetta. Vieni qui"
La sua voce si era addolcita, e quando mi girai notai che si era guardava verso di me.
Mi avvicinai a lui, restando però in piedi a scrutandolo dall'alto al basso."Ebbene?" chiesi
Tacque. Io non dissi niente. Aspettavo che uscissero le parole giuste dalla sua bocca.
"Ebbene io ho paura Andy."
Abbassò lo sguardo e i suoi occhi si illuminarono a causa delle lacrime.
Aspettai ancora non volevo infierire nel suo dolore, seppure non sapessi di cosa si trattasse."Ho paura di quella pu...pu...di Ellie...
Ogni volta che mia madre è venuta a controllare il mio stato di salute si portava dietro quella là...e io beh...ho notato il modo in cui ti guarda...
Ho paura..."Mi sedetti nuovamente sulle sue gambe e gli porsi il mio sorriso migliore per poi baciare quella bocca che tanto mi fa sognare.
Appena mi staccai notai che stava piegando le labbra all'insù, mi stava sorridendo finalmente."Michael, amore mio...può fare quello che vuole Ellie, ciò che conta è ciò che provo io...lo sai che non ti lascerei mai!"
"Io mi fido di te, ma...è di quella che non mi fido!"Lo baciai nuovamente per poi restare a pochi millimetri dalle sue labbra.
"Stai tranquillo, piccolo"
"Ok se lo dici tu."
"Me lo togli questo broncio?"Sorrise e sfiorò le mie labbra con le sue.
"Così mi piaci" affermai.
"Adesso mangi qualcosa? Si sarà raffreddato tutto"
"Ok, adesso mangio"Gli porsi il vassoio con dentro la cena ormai congelata, quando sentimmo bussare alla porta.
Non appena si aprì, la figura tonda della madre di Michael apparve."Salve"
"Ciao mamma"
"Ciao ragazzi. Andreas puoi farmi un favore?"
"Certo signora dica pure"
"Potresti andare alla bottega qui all'angolo a prendere della stoffa per me? Non sto molto bene"
"Certo, vado subito prima che chiuda. Torno subito. Quanta gliene serve?"
"Due metri. Grazie caro i soldi li trovi sul bancone in cucina"
"Ok grazie, e si figuri"
"Starò io con mio figlio"
"D'accordo"Uscii dopo aver preso il denaro necessario per l'acquisto che dovevo fare e iniziai ad incamminarmi verso la bottega.
"Manda te perché si vergogna ad entrare in un posto così squallido. Tu sei più credibile"
Iniziai a pensare lungo il tragitto che sarebbe dovuto durare 5 minuti a piedi...
L'ultima casa, il vicolo cieco e poi la bottega. Mancava poco, ma...sentivo come una presenza. Come se qualcuno mi stesse osservando o addirittura seguendo.
Passai anche il vicolo, scrutandolo per quanto l'oscurità permettesse ai miei occhi di farlo.
Eccola. La bottega. Sto per aprire la porta ma una mano forte mi blocca la bocca e mi spinge indietro, trascinandomi con decisione.
"Merda. Lo sapevo."
Ho paura. Tanta paura.
Ed eccomi qua, in questa stradina senza uscita, a terra con una figura che si avvicina a me.
Potevo intravedere un lungo mantello nero che scopriva soltanto gli occhi."Adesso sei mio...Andreas"
La voce era velata. Non distinguevo se fosse maschile o femminile.
So solo che ho paura, tanta...
Michael...
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"From a Toy Boy to a Good Guy" ♡MIKANDY♡
RastgeleMichael è un modello di fama mondiale. È molto duro con tutti, ma infondo lo fa per notorietà. Ma due occhi come quelli del nuovo domestico della famiglia Penniman potrebbero far innamorare anche il cuore più duro.