Capitolo 1

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Forse tutti quelli che mi stavano attorno avevano ragione, perché non si sa mai cosa ti può capitare nella vita. Puoi finire in miseria oppure essere felicissimo con le persone che ami, ma nella mia vita era tutto un pò diverso, avevo seriamente paura del mio futuro. Non sai mai quando le persone possono stravolgerti l'intera esistenza. Tocca ad ognuno di noi prima o poi; beh il mio turno è stato quella mattina...

07:41
L'inizio di tutto...

"Katy... Sveglia!" Disse mio fratello.
"Bro altri cinque minuti!" Dico mettendomi la testa sotto il cuscino.
Mi sembrava che se ne era andato così mi addormentai di nuovo. Mi sentii un secchio d'acqua gelida addosso; allora mi alzai e tremai tutta come una foglia. Non poteva finire così. Lo buttai giù a terra, così non poteva muoversi.
"Okay Katy, hai vinto tu. Ma non dovresti prendere l'autobus?"
"Perché dovrei prenderlo?"
"Katy, oggi devi andare dalla zia!"
"Oggi è lunedì..."
"Katy, è mercoledì."
Guardai il calendario ed era mercoledì. Per una volta nella sua vita aveva detto qualcosa di giusto.
"Hai ragione!"
"Perché sei ancora qui? Vai a prepararti!"
"Scusa, grazie Carlo."

Mi alzai da terra ed entrai in bagno. Velocemente mi lavai i denti, mi feci la coda e indossai una semplice canotta nera con dei jeans. Presi la borsa e scesi di corsa. Presi un pancake e salutai mio fratello. Correvo mangiando quel pancake, avevo seriamente paura di perdere l'autobus. Percossi 2 km a piedi fino ad arrivare alla fermata. Non avevo mai corso così velocemente in vita mia. Arrivata lì ancora l'autobus non era arrivato; quindi mi ritenevo fortunata. Feci un sospiro di sollievo e stesi per un cinque minuti con il telefono in mano; quando alzai lo sguardo e vidi un ragazzo accanto a me; alto, con i capelli neri e gli occhi azzurri... insomma uno dei tanti ragazzi che si vedono a Milano, ma non era nulla di particolare. Mi sedetti in una panchina e iniziai a fissare l'orologio. Non so perchè ma iniziai a fissarlo. Lo guardavo e poi quando vedevo che lui si stava per girare mi abbassavo la testa. Ma non puoi riuscirci sempre; feci lo sbaglio di non abbassare la testa e lui fece un sorrisino finto.

"Vuoi qualcosa?"
"Nono."
"Se aspetti il pullman per Bergamo é già partito."
"Grazie dell'informazione. Dovevi andarci anche tu?"
"No, sono qui di passaggio."
Annuì.

Chiunque avrebbe capito che ero imbarazzata; non ero la persona con cui potevi parlare molto; preferivo starmene da sola, con i miei pensieri. Potevo dirgli se era passato il pullman, ma mi piaceva guardarlo mentre si toccava i capelli. Mi alzai dalla panchina e stavo per andare a casa quando mi girai di scatto sentendo una voce.

"Ehy tu!"
"Dimmi."
"Come ti chiami?"
"Katy."
"Per avere il tuo numero a chi devo chiedere?" Disse facendo un sorrisetto.
"Ci vediamo in giro." Dissi andando verso casa.

Odiai subito quelle sue arie da figo, anche il suo continuare fumare mi dava fastidio. Mi incamminai verso casa quando incontrai Glenda, la mia migliore amica che mi diede un passaggio.

"Pronta per stasera?"
"Certo Glenda."
"Ci dobbiamo fare tante foto."
"Ovvio, i tuoi diciotto anni si devono immotalare."
"Si."

Quando scesi dalla macchina, aprii la porta di casa e vidi nel divano mio fratello limonare con Antonella. Feci subito un colpo di tosse per attirare la loro attenzione. Smisero subito e Antonella venne a salutarmi come un'oca odiosa.

"Ciao Katy, come va?"
"Ciao, tutto bene."
"Mi fa piacere vai a prepararti per il diciottesimo, ti aspettiamo!"

Ormai erano tre lunghi anni che abitavo con mio fratello. I miei genitori erano morti quando avevo 14 anni, mio fratello 18. Mi mancavano tantissimo, i loro modi di fare, la loro presenza.. erano le mie ANCORE di salvezza. Fortunatamente oltre a mio fratello Carlo, c'era pure Angelo. Mi aveva aiutata in tutto, mi era stato sempre accanto. Sin da piccoli eravamo fratelli, ma con il passare del tempo avevo capito che era molto più di un amico e la cosa era reciproca. Peccato che non lo vedevo mai, sempre impegnato con lo studio all'università a Pisa nella facoltà di matematica. Ma lo amavo tanto ed eravamo riusciti a superare le distanze anche grazie a delle semplici videochiamate. Mi aveva sempre sostenuta, soprattutto la mia passione per la danza. Ballo da quando avevo solo sei anni. I miei genitori venivano sempre a vedermi. Alla morte dei miei genitori avevo smesso con la danza, odiavo quelle scarpette da ballo, ma un giorno all'improvvo decisi di continuare e da quel momento non smisi più. Dovevo ringraziare Carlo ed Angelo per questo. La danza era la mia vena artistica più profonda. Il mio sogno era quello di poter partecipare a qualche talent famoso oppure essere presa come ballerina in qualche compagnia. Piangevo sempre quando ripensavo al mio passato. Salii di sopra ed entrai nella doccia: ma pensavo a qualcosa... qualcuno... il ragazzo dagli occhi azzurri come il mare. Ma non capivo proprio perchè pensassi a lui, in fondo ero felice, avevo un fidanzato premuroso, un fratello che non mi faceva mancare niente, un'amica stupenda; ma sentivo sempre un vuoto dentro di me. Uscii dalla doccia e andai in camera. Indossai un vestito verde che si abbinava con le scarpe nere e dei tacchi. Mi lasciai i capelli sciolti ricci e mi feci truccare da Antonella-la sua passione era il make-up ed era tra le più bravi truccatrici di Milano-. Appena finito salii in macchina e andammo alla festa. Quella sala era uno spettacolo... sembrava un palazzo di quelli che si vedono nei film. Una grande sala con la fontana di cioccolato e ogni genere di drink. Andai a salutare la festeggiata, la mia migliore amica, Glenda. Aveva sempre voluto fare una festa principesca ed era stata accontentata. Incontrai altri miei amici e parlai con loro, incominciarono ad ordinare sambuca ed altri alcolici, io ovviamente ne approfittai. Chi si sarebbe mai lasciato sfuggire un occasione del genere?! Ubriaca ballai in pista con chi capitava, non capivo più niente. Ad un certo punto mi sentii afferrare per i fianchi.. mi girai e avrei riconosciuto quegli occhi come il mare ovunque...

Dance with RomeoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora