Capitolo 8

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Mi rovino, perdo tutto come un concorrente, perché quello che  provo chi mi sta intorno non lo sente.

"Oggi devo partire!"
"Non te ne andare!"
"Mi piacerebbe."
"Meglio andare a fare le valigie."

Piangevo facendo quelle valigie perchè mi sarebbe mancato quel fine settimana con lui al lago. Andammo alla stazione e piangevo in continuazione, lui mi asciugò il viso con la sua mano calda.

"Mi mancherai!"
"Anche tu. Fosse per me resterei per sempre con te, ma devo andare a fare gli esami."
"Lo so, ancora non ho capito perché non sei andato all'università a Milano."
"Mi ha colpito l'università di Pisa, tutto qui."
"Va bene."

Cercai di sembrare felice, ma non lo ero. So che andare all'università era il suo sogno, ma il mio era stare con lui, non con l'ansia di stare lontani. Arrivati a Milano ci salutammo. Mi abbracciò. Ci vediamo presto, la solita risposta che conoscevo a memoria e che odiavo con tutta me stessa. Tornai a casa e volevo soltanto piangere. Non pensavo a niente e neanche volevo parlare. Stavo male come ad ogni sua partenza. Era stato il fine settimana più bello della mia vita. Forse era meglio cambiare pensiero, cinque giorni e avrei dovuto presentare il saggio per vincere l'opportunità di stare un mese alla Juilliard School di New York. Non sapevo che coreografia fare, se fare classica, hip-hop; Singola o di gruppo. Insomma non sapevo che fare. Mi chiamò Jackson certo che non si voleva rassegnare.

"Ciao!"
"Ciao Katy!"
"Cosa vuoi?" Dissi gridando.
"Che mi racconti?"
"Ho un gran casino in testa."
"Perchè?"
"Jackson è complicato."
"Vuoi che vengo a casa tua?"
"No, non devi, preferisco stare da sola!"
"Nessuno sta bene da solo, apri la finestra!"

Aprii la finestra e mi misi a ridere. Era lì con la sua moto e un mazzo di rose rosse. C'era sempre per me, in tutti i modi lui c'era, più di Angelo era sicuro. Scesi e aprii la porta.

"Grazie non dovevi." Dissi prendendo le rose.
"Ti meriti di più!"
Lo abbracciai e piansi.
"Che succede Katy?"
"Ho un casino in testa."
"Dimmi tutto!"
Ci sedemmo nel divano e gli dissi tutto.
"Perché non me lo dicevi prima?"
"Non lo so nemmeno io."
"Mi sa che è il tuo giorno fortunato."
"Perché?"
"Hai davanti un ballerino."
"Tu... un ballerino? Stai scherzando?"
"Non ti sto mentendo guarda!"
Si mise a ballare hip-hop ed era davvero bravo.
"Te la cavi."
"Dimmi cosa ti serve e te la procuro!"
"Non ne ho idea."
"Ti posso proporre un'idea?"
"Certo."
"Allora inizi tu con delle ballerine e fate dei passi di danza classica, poi vi mettete in una vetrata. Entro io con dei ballerini e balliamo hip-hop. Finito questo breve pezzo restiamo ai nostri posti e arrivi tu con le ballerine. Ci fate alzare e continuiamo a ballare hip-hop. Dopo un pò i ballerini si allontanano e restiamo solo noi al centro e per il grande finale ti prendo al volo. Che te ne sembra?"

"Come ti fai venire queste idee stupende?"
"Ci ragiono un pò, ma non sono nulla di particolare."
"Non so se riusciremo a farla in 5 giorni."
"Niente è impossibile!"
"Grazie per esserci sempre!"
"Per la musica ci pensa un mio amico dj."
"Grazie, sei fantastico... TI AMO!" Dissi non credendo a quello che era appena uscito dalla mia bocca.
"Cosa?"
"Ti amo di bene."
"Ahahah! avevo capito un'altra cosa."
"Nono tranquillo io intendevo questo!" Dissi tutta rossa.
"Ahahaha!"

"TI AMO DI BENE" la cazzata del secolo. Non so nemmeno io perché gli avevo detto ti amo. Insomma tra di noi non poteva funzionare. Lo amavo si ma di bene sul serio. Lo consideravo il mio migliore amico perché nessuno avrebbe fatto quello che ha fatto lui per me. La sua idea era semplicemente perfetta, speravo di poterla realizzare in cinque giorni (ormai quattro).

"Grazie ancora!"
"Per i ballerini ci penso io, non preoccuparti!"
"Ciao Katy."
"Ciao Jackson."
Mi baciò la fronte e ancora una volta quelle labbra mi avevano conquistata.

JACKSON'S POV
Ok, mi sembrava un sogno quella frase "ti amo" detta da lei. Sarebbe stato troppo bello per essere vero. Speravo solo che un giorno quelle parole me le avrebbe dette davvero.

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