Glielo direi per tutta vita quant'è bella, glielo direi per tutte le volte che non gliel'ho detto.
Qualche ora dopo...
03:47Mi alzai dal letto e guardai l'orario. Non ricordavo di essere andata a dormire. Indossai una giacca grigia che trovai nell'armadio. Scesi le scale ed andai nel soggiorno e c'era Jackson disteso sul divano che dormiva. Così ricordai tutto; lui mi aveva consolata, mi aveva abbracciata; probabilmente mi addormentai e mi portò sopra. Mi sedetti accanto a lui e toccai i suoi capelli neri. Gli sussurrai all'orecchio "Grazie". Lo baciai sulla fronte; un bacio caldo e tenero. Mi alzai e andai fuori, nel balcone e mi soffermai a guardare il cielo. Era bellissimo; molti mi consideravano strana, quando pensavo avevo l'abitudine di fissare il vuoto. Il vuoto cosmico che mi circondava, dove non ero me; ma quella che gli altri volevano che fossi.
"Che ci fai a quest'ora sveglia?" Disse Jackson mettendosi accanto a me.
"Vedo che ti sei svegliato."
"Non avevo molto sonno." Disse guardando il cielo.
"Vedo che non sono l'unica." Dissi mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Posso accendere?" Disse uscendo il pacchetto di sigarette che aveva dentro il giubbotto.
"Si; scusami per prima."
"Non preoccuparti."
"Che stavi facendo?"
"Stavo pensando."
"A cosa?"
"Nulla di particolare."
"In questo nulla di particolare qualcosa non va?"
"Diciamo che ho avuto momenti migliori."
"Capisco; non ti senti considerata dalla gente, tuo fratello non ti calcola; così la tua migliore amica.."
"Non ho mai detto che Glenda non mi calcola."
"Lei è partita senza di te, un po' di rabbia la provi." Disse guardandomi negli occhi.
"Ci conosciamo da anni, ma non mi ha mai dato motivo di essere arrabbiata con lei."
Fece un lungo tiro con la sigaretta per poi buttarlo in aria.
"Vuoi andare in un posto?" Disse spegnendo la sigaretta.
"A quest'ora?"
"Si."
"Ci sarà un caos in città..." Dissi per contraddirlo.
"Ma noi non dobbiamo andare in città." Disse sorridendo.
"E dove andiamo?"
"Ti porterò in un posto dove non si cade mai."
"Questo posto ha un nome?" Dissi incuriosita.
"Dark heart."
"Mai sentito."
"Nessuno lo conosce."
"Perché?" Dissi stupita.
"Perché l'ho creato io."
"Non prendermi in giro." Dissi ridendo.
"Non ho alcuna intenzione di farlo." Disse seriamente.
Restai in silenzio.
"Andiamo?" Disse prendendo le chiavi dalla tasca.
"Va bene."Salii nella sua macchina, cosa mai fatta con una persona conosciuta da poco. Durante il viaggio mi bendò; perché non dovevo vedere la strada. Vedevo soltanto delle ombre, ma nulla di chiaro. Sentivo che lui mi toccava la mano; ma io la toglievo per non farlo illudere. Avevo Angelo al mio fianco; non potevo far illudere Jackson che mi stava dando molto per cui vivere. Arrivati nel "posto speciale" scese e poi fece scendere me. Mi teneva la mano per condurmi a Dark heart. C'era fresco; sentivo il vento che mi spostava i capelli; mi fece togliere le scarpe iniziammo a camminare. Sentivo la terra sotto i miei piedi; probabilmente eravamo in un bosco o una foresta. Camminammo per circa 10 minuti fino a che mi disse che eravamo arrivati. Sotto i piedi sentivo una superficie liscia e fredda; non più terra, poteva essere una pietra.
"Ora ti tolgo la benda." Disse e così fece.
"Wow." Dissi. Non avevo parole per quello spettacolo.
"Sapevo ti sarebbe piaciuto."
"È tutto perfetto; la cascata, il gazebo, il cielo stellato."
"Ora hai capito il significato di quelle parole."
"Ti porterò in un posto dove non si cade." Replicai.
Con le sue mani mi strinse i fianchi.
"Vuoi aspettare l'alba insieme a me?"
"Si."Quando sarei potuta tornare in quel posto? Mi sarei ricordata per sempre di Black heart.
"Cosa facciamo adesso?" Dissi distesa fra le sue braccia.
"Quello che vuoi?"
"Vediamo; possiamo mangiare, nuotare o parlare."
"Preferisco dormire."
"Allora poi ti chiamo quando è l'alba."
"Va bene."Mi addormentai sotto un albero con una coperta sopra.
JACKSON'S POV
La tentazione di assaggiare quelle labbra rosee si faceva sempre più forte; avevo voglia di lei, volevo fare tutto, assaggiare i suoi umori. Non potevo più resistere così feci quello che i miei ormoni comandarono. La baciai a stampo, due secondi potevano essere; ma quella carne era il diavolo in persona, appena assaggiata ne vorresti ancora fino a sazziarti. Peccato dormisse e non poteva sapere nulla.
Andai a fare una nuotata in quel piccolo laghetto, per poi buttarmi dalla cascata; per essere autunno l'acqua era abbastanza fredda. Dopo un pò Katy si svegliò e uscii dall'acqua. Notavo che mi guardava come avessi qualcosa che non andava bene. Così mi avvicinai e glielo chiesi; lei non rispondeva come se era in un altro mondo, mi stavo seriamente preoccupando. Dopo dieci secondi precisi mi rispose dicendo che andava tutto bene; anche se mi lasciava un pò perplesso, ma lasciai stare. Mancava poco all'alba e la aspettavamo sopra la cascata."Manca poco."
"Sì. Sei ancora bagnato."
"Già." Dissi guardandomi.
Fissava il cielo, probabilmente aspettava l'alba.
"Voglio vedere i tuoi occhi a diamante che brillano."
"E come li vorresti vedere?"
"Gli occhi a diamante rappresentano l'anima della persona."
"Quindi?"
"L'alba guarda."
Guardavo Katy e aveva quegli occhi a diamante che parlavano da soli, la sua anima era pura come un diamante. Non parlò molto, piuttosto fissava il cielo, forse alla ricerca di qualcuno. La riportai a casa, non ringraziò; ma mi accarezzò la guancia e si avvicinò sempre di più, sempre di più."Ciao Katy!" disse suo fratello entrando in cucina.
Allora io e Katy ci allontanammo subito; facendo finta che non stava accedendo nulla.
"Ciao!" Disse Katy.
"Ho interrotto qualcosa?"
"Nono."
"Ho una sorpresa per te!"
"Cosa?"Vidi entrare dalla porta un ragazzo; poteva avere più o meno la mia stessa età e le tornò il sorriso. Corse ad abbracciarlo e lo baciò.
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Dance with Romeo
RomanceKaty, 17 anni, orfana dall'età di 14; ballerina in cerca di fortuna. Jackson, 19 anni, il classico ragazzo viziato da papà che vuole tutto ad ogni costo. Nulla è semplice per Katy, vede la vita un pò più complicata rispetto agli altri. Ha paura di p...