Grazie dell’ aiuto.
Grazie del modo in cui mi consoli.
Grazie di abbracciarmi.
Mentirei se dicessi che non mi sciolgo quando mi stringi a te.Era passata una settimana da quella chiamata ed io mi sentivo sempre più triste. Mio fratello stava sempre con Antonella e io a casa sola. Glenda era partita per andare ad Amsterdam. Stavo giornate intere sul divano a guardare la TV oppure ballavo. Non uscivo perché non mi andava o era una semplice scusa per rinchiudermi nella mia tristezza. Stavo guardando un film alla TV quando sentii suonare il campanello ed andai ad aprire. Aprii la porta e vidi l'unica persona che volevo vedere in quel momento, Jackson; così lo abbracciai. Era strano che fosse lì, non era successo nulla di particolare tra di noi; una semplice simpatia l'avrei definita. Ma quell'estraneo stava diventando un amico speciale; una persona che mi apprezzava e c'era quando avevo bisogno di qualcuno su cui contare. Ma torniamo indietro...
Come faceva a sapere dove abitavo?"Se continui così mi strozzi!"
"Scusa è che... volevo abbracciare qualcuno."
"Dillo che lo hai fatto di proposito." Disse con il suo solito sorrisetto; ormai l'avevo tatuato nella mente.
"Aspetta... ma come fai a sapere dove abito?"
"Beh! Giravo intorno e..." Disse imbarazzato.
"E?" Sottolineai.
"Ho chiesto a Glenda."
"Appena la chiamo." Dissi facendomi sentire da lui.
"Non ha fatto nulla di male; ho insistito io."
"Immaginavo." Dissi ridendo.
"C'è qualcuno in casa?"
"No."
"Allora sono arrivato al momento giusto."
"Già."
"Posso entrare oppure devo rimanere fuori?"
"Entra, scusa." Dissi togliendomi dalla porta per farlo passare.
"Hai una bella casa." Disse guardandosi intorno.
"Grazie."
Entrammo nel soggiorno che era collegato alla cucina.
"Mettiti comodo." Dissi mettendomi le mai in tasca.
Si sedette sul divano e iniziò a giocare con le mani; alzò le maniche della sua maglietta e vidi i suoi tatuaggi.
"Non sapevo avessi dei tatuaggi."
"Ti stupisce?"
"Si."
"Perché?"
"Non mi sembravi una persona a cui piacessero."
"Ogni tatuaggio ha un significato. Non mi tatuo niente se non ha un significato."
"Perché?"
"Ogni cosa bella ha un significato."
"Ad esempio?"
"Avvicinati." Disse.
Così feci e me ne mostrò qualcuno.
"Vedi questo?"
"È una tigre."
"E un dragone."
"Cosa significa?"
"Rappresentano il bene e il male dell'universo e l'armonia fra questi mondi."
"Non sapevo fossi un poeta."
"Rimarresti sorpresa se mi conoscessi meglio." Disse guardandomi con quegli occhi che parlavano da soli.
"Questo è nuovo?" Dissi toccando il suo braccio.
"Si, l'ho fatto sei giorni fa."
"Cosa sarebbe?"
"Katy in cinese. 凱蒂."
Rimasi a bocca aperta da quella sua affermazione. Perché mai si sarebbe tatuato il mio nome?
"Perché lo hai fatto?"
"Fatto cosa?"
"Tatuato il mio nome?"
"Perché vedi Katy, come ti ho già detto; mi tatuo solo le cose belle dal significato speciale."
"Sarei speciale?"
"Tu non ti vedi così; ma se non lo fossi non saresti sul mio braccio."
"Ancora non capisco il motivo." Dissi imbarazzata da quelle sue parole.
"Mi sono tatuato il tuo nome perché sei speciale."
Quella parola risuonò nella mia mente come un eco infinito. Era tanto che non mi sentivo dire quella parola; "SPECIALE". Per qualcuno lo ero davvero, per qualcuno contavo."Che ne pensi se ci guardiamo un film?" Dissi per cambiare discorso.
"Va bene."
Mentre sceglievo un film da vedere, Jackson preparava i popcorn. Avevo seriamente paura per la cucina, infatti lo guardavo sempre e ridevo.JACKSON'S POV
L'avevo fatta ridere con poco, in fondo mi completava. Non volevo restare solo un amico per lei, volevo che fosse mia e ci dovevo riuscire. Ero diverso con lei, riusciva sempre a rendermi felice. Speravo apprezzasse il mio tatuaggio; non ero la persona che appena incontrava una persona qualsiasi faceva ciò, con lei tutto era più bello."Katy è inutile che ridi; mangeremo questi popcorn."
"Sul serio?" Dissi ridendo.
"Si."
"Non so nulla di te!" Dissi ad alta voce.
"Non c'è molto da sapere. Ho studiato alla ragioneria e ora sono disoccupato."
"Mmm... capisco."
"E tu invece?"
"Frequento una scuola vicina."
"Ti limiti a poco."
"Perché?"
"Pensavo facessi qualcosa di particolare."
"Mi adeguo alla massa."
"Sbagli!"
"Perché?"
"Gli altri non valgono nemmeno la tua metà."
"Ma se non mi conosci come fai a sapere queste cose?"
"Le so."KATY'S POV
Rimasi turbata da quelle sue parole; sapeva tutto di me e io quasi niente di lui."Sono una frana con le foto."
"È la cosa più assurda che abbia mai sentito." Dissi buttandomi sul divano dalle risate.
"Provaci tu a tenere quell'affare e stare fermo."
"Ma se è una cavolata!"
"Prova tu!"
"Se ti volevi fare una foto bastava che lo dicevi."
"Proviamo."
Presi la macchina fotografica che era sopra il tavolo. Era una macchina vecchia ma bella.
"Sorridi!" Dissi scattando la foto.
La sua faccia era venuta strana, come se non si aspettasse la foto. Appena finito di scattare la foto, uscì e sapevo che l'avrei tenuta.
"Ho scelto il film."
"Quale?"
"Remember me."
"Bel film."
"Speriamo."Poteva non esserci uno più simpatico di lui?! Anche sudato e con l'odore di popcorn era sempre lo stesso. Tutto un tratto accese una sigaretta e io la spensi.
"Perchè l'hai fatto?!" Disse arrabbiato.
"Non voglio che ti rovini la vita."
"So cazzi miei!"
"Anche miei perché ci tengo a te."
"Cosa?"
"Come un fratello, ci tengo a te come un fratello, quindi smetti!"
"Fumo da quando avevo quattordici anni ora ne ho diciannove."
"Ti prego smettila!"
"Perchè ci tieni tanto?"
"Gli hot-dog si stanno bruciando..." Dissi pur di non rispondere a quella domanda.Cambiò subito umore, ma era la verità, ci tenevo a lui solo come un fratello. Preparai la tavola e ci sedemmo per mangiare.
"Vuoi della senape?"
"Si; grazie Jackson."
Non la mise sull'hot-dog; ma la spruzzò sulla mia maglietta. Non la poteva fare franca. Mi armai di kecput e mi vendicai. In pratica fecimo una battaglia di salse (sembrava stano ma era molto divertente). Sembravamo due bustine, la cucina era un disastro. Povera me che dovevo pulire. Alla fine capimmo che era meglio smetterla."Ti rendi conto? Siamo ridicoli!"
"Manca una cosa per esserlo completamente!"
"Cosa?"
Mi abbracciò e mi cademmo a terra.
"Tu sei pazzo!"
"Lo so."
"È meglio che ci facciamo una doccia!"
"Insieme?"
"Jackson neanche ti rispondo. Tu vai nel bagno di sopra."
"Va bene."JACKSON'S POV
Che cosa strana, ma divertente. Lei era tutta sporca di salsa per non parlare di me. Salii e cercai di trovare il bagno. Vidi una stanza e notai delle foto di Katy; stavo per entrare quando mi sembrò di aver pestato qualcosa. Erano delle scarpette da ballo, tutte rovinate, si vedeva che aveva provato tanto. Le posai e feci un giro nella sua camera. Vidi una foto che era diversa dalle altre, le altre erano sorridendi e ben incorniciate; questa aveva una cornice nera, c'erano due signori e notai l'incisione: Died: 19-02-2012. Si vedeva che erano i suoi genitori, si somigliavano molto.
"Meglio uscire prima che viene Katy..." Pensai.
Andai in bagno, mi tolsi i vestiti e mi feci una doccia. Katy mi aveva lasciato dei vestiti puliti sulla sedia e li indossai. Mi venivano un pò larghi ma niente di esagerato.Scesi e cercai Katy con la speranza che avesse finito. Vidi una porta socchiusa e mi avvicinai; dentro c'era Katy che si stava allacciando il reggiseno. Mi misi a spiarla, anche volendo non sarei mai riuscito a toglierle gli occhi di dosso. Non era bellissima era molto di più. Bellissima non era abbastanza per descriverla; dovevate vederla, l'alba dell'autunno e il tramonto dell'estate; uno spettacolo irrinunciabile. Tornai in cucina e feci finta di niente.
KATY'S POV
Finito di farmi la doccia andai in cucina.
"Guardiamo il film!" Dissi contenta.
Era stupendo, una scena più bella dell'altra. Durante il film ci guardavamo come innamorati e ridevamo. Alla fine del film quando il protagonista morì io piansi, allora Jackson mi asciugò le lacrime."Non piangere è solo un film." Disse asciugandomi le lacrime.
"Lo so, è che i miei genitori sono morti nello stesso modo." Dissi singhiozzando.
Mi abbracciò fortissimo.
"Non devi piangere piccola!"
"È difficile."
"Nulla è facile in questa vita." Disse stringendomi sempre più forte.
"Perché?" Dissi mettendo le mami nelle sue spalle.
"Tutti soffriamo almeno una volta nella nostra vita."
"Ma io ho sofferto fin troppo."
"Lo so; se ti fa star bene urla, picchiami."
Urlai disperatamente; nemmeno Angelo mi aveva mai vista in quello stato.
"Brava Katy; brava."
Jackson stava diventando molto più di un semplice amico; era meglio di un fratello.
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Dance with Romeo
RomanceKaty, 17 anni, orfana dall'età di 14; ballerina in cerca di fortuna. Jackson, 19 anni, il classico ragazzo viziato da papà che vuole tutto ad ogni costo. Nulla è semplice per Katy, vede la vita un pò più complicata rispetto agli altri. Ha paura di p...