Capitolo 17

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Ti darò tutti i sogni che ho,
La luce del mio show
Dentro i tuoi occhi mi mostrano il cammino
Pensa il motivo per cui io continuo.
-Articolo 31

"Non pensavo che l'avresti presa così bene."
"Perché Anto?"
"Non mi hai mai sopportata!"
"Le persone cambiano."
"Già."
"Visto che sei così entusiasta farai da testimone!"
"Significa molto."
"Mi accompagnerai dappertutto!"
"Certo!"
"Io ed Antonella volevamo farti un regalo."
"Ditemi!"
"Esci fuori che è lì."
"Chiudi gli occhi però!"
"Così cado!"
"Ti aiuto io."
Scesi le scale, che regalo ma avevano fatto? La curiosità mi stava divorando. Andai fuori.
"Posso aprire gli occhi?"
"Si."
Aprii gli occhi e non potevo credere ai miei occhi! Mi avevano regalato la macchina dei miei sogni! Una decappottabile blu elettrico! Stavo morendo! Ho letteralmente sclerato di brutto.
"Vuoi tagliare il nastro?"
"Certo Carlo!"
"Quando farai l'esame sarà tua!"
"Non vedo l'ora."
Che bellissima sorpresa! Un regalo meraviglioso oltre a mio figlio.
"Piccolo mio quando nascerai ti porterò in giro con la mia auto!" Pensavo.
"La vuoi provare?"
"Certo!"
"Salite."
"Katy ci tengo ad arrivare al mio matrimonio, mi raccomando!"
"Non preoccuparti Anto."
"Si parte!"
"Dove andiamo Carlo?"
"Vediamo se riesci a portarla fino a casa."
"Puoi giurarci."
"Katy vai più piano!" Disse spaventata Antonella.
"Non va così veloce, dalle un pò di fiducia."
"Carlo non sai cosa si prova da dietro!"
Io e mio fratello ci guardammo e ridemmo. Che paura che aveva Antonella! La sua faccia era da immortalare. Eravamo arrivati a casa.
"Piaciuto il giro?"
"Non sei male tutto sommato."
"Ho preso da mio fratello."
"Ahahah si."
"Io sono rimasta traumatizzata invece."
"Dai entriamo."
"Io salgo in camera che voglio riposarmi."
"Va bene, poi ti chiamiamo."

Salii in camera e c'era un puzza orrenda. Mi sembrava che qualcuno era morto. Un odore orribile, per non parlare del caos che c'era. Vestiti da ogni parte, le lenzuola del letto tutte macchiate. Altro che riposare, lavorai.

Misi in lavatrice le lenzuola e lavai a mano i vestiti. Non sopportavo proprio quell'odore fastidioso. Finito scesi e pulii la mia camera. Mi abbassai e vidi la collana che mi aveva regalato Jackson. Non so se avrei dovuto indossarla o meno, alla fine lo feci. Anche se gli avevo detto che non l'avrei aspettato, lo aspetterò tutta la vita. Continuai a pulire la camera e mi chiamò Clara a telefono.

"Pronto."
"Ciao Katy, stasera vuoi uscire?"
"No grazie, preferisco riposarmi."
"Dai, passo alle 10."
"Va bene."
"Allora ci vediamo dopo."
Quando Clara voleva qualcosa era disposta a tutto pur di ottenerla.

JACKSON'S POV

Dovevo sistemare un paio di faccende come avevo detto a Katy. Dovevo parlare con mio padre prima che li facesse Glenda al posto mio. Andai a casa sua. Suonai il campanello e mi rispose la domestica, Asia.

"Asia mio padre c'è?"
"Si, signor Jackson, un attimo che le apro la porta."
"È un piacere rivederla."

Mio padre abitava in una grandissima villa, guadagnava un sacco di soldi visto che si occupava di politica. Mi aveva crescito in mezzo al denaro e io ne approfittavo, ma ora basta. Andai nel suo studio e bussai.

"Avanti."
"Ciao Francesco."
"Ciao Jackson, vedo che non hai perso l'abitudine di chiamarmi per nome." Disse guardando la finestra.
"Sono passato solo per dirti una cosa."
"Ti ascolto, siediti."
Mi sedetti e lui lo fece pure.
"Non voglio più i tuoi soldi, voglio cavarmela da solo."
"Perché scusa?"
"Voglio imparare a fare le cose da solo, così è troppo facile. Voglio lavorare e farmi una carriera."
"Come mai questo cambiamento Jackson?"
"Voglio cambiare."
"Mi fa piacere. Vuoi dirmi altro?"
"No, solo questo."
"Fatti vivo ogni tanto."

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