Tutti dobbiamo morire, non possiamo decidere nè come nè quando... però possiamo decidere come vivere.
Perciò fallo, decidi.
è questa la vita che vuoi vivere?
è questa la persona che vuoi amare?
Potresti essere migliore di così?
Potresti essere più forte?
Più gentile?
Più comprensivo?
Decidi.
Inspira. Espira.
E decidi.TANYA'S POV
Non c'era nulla da dire, ero stata da sempre una tipa vendicativa; per cui non mi sorprendevo di ciò che facevo o di quello che pensavo. La mia infanzia l'avevo trascorsa senza un padre, con una madre irrequieta che era sul punto di uccidersi per l'uomo che amava. Mi sorprendeva il fatto di non aver mai cambiato città; forse perché mia madre sperava in un ritorno del suo uomo, cosa mai accaduta. Però ogni mese mi mandava un assegno, veramente sua moglie, forse per il rimorso, non so. Beh, essendo madre non poteva non averne; forse era stata questa la causa dei miei cambiamenti, ma voi non credete che sia pazza; ero una persona normale come tutte le altre.25 dicembre 1999
Avevo appena compito due anni; ed ero felicissima visto che era la mattina di Natale. Ero scesa con il mio pigiama per aprire i regali e mia madre mi gridò di non aprirli mettendosi le mani in testa. Ero molto preoccupata, non si era mai comportata così, almeno fino ad ora; non capivo il motivo di quelle sue parole, ma quando si allontanò aprii i regali, avevo ricevuto gli stessi regali, la cosa mi turbò molto; perché Babbo natale avrebbe dovuto portarmi gli stessi regali? Pensai. Questa di Babbo natale era stata una delle più grandi cazzate mai sentite, tanto il mio regalo era lo stesso tutti gli anni un papà, ma non arrivava mai. Quando mia madre scoprì che avevo aperto i regali mi tagliò i capelli a zero, non avendo mai usato una macchinetta mi fece il sangue vicino l'orecchio destro. Per poi dirmi che non l'avevo ascoltata e dovevo essere punita. La sera di Natale fu il culmine, ubriaca marcia non preparò la cena e dovevo farlo io. Presi del prosciutto dal frigo usando una sedia, feci un panino e buttai la carta. Non vedevo mia madre da due ore così decisi di andare in camera da letto; vidi lei con un paio di forbici in mano piangere.
"Che cosa stai facendo mamma?"
"Tanya perché ti sei tagliata i capelli?"
"Mamma lo hai fatto tu stamattina, non ricordi?"
"Tesoro vai nell'altra stanza; mamma deve fare una cosa."
"Va bene mamma."
Uscii dalla stanza e mi misi dietro la porta per poi sentire le urla di mia madre ed entraii. Vidi lei a terra e il sangue che le usciva dal polso, sentii la sua voce dire che mi voleva bene. Non avevo mai capito perché mia madre teneva un foglio attaccato al telefono; chiamai questo numero ed era quello dell'ambulanza.
"Mia madre ha bisogno di aiuto."
"Dove abiti?"
"Via Tommaso, numero 19."
"Arriviamo piccola."
Nel giro di cinque minuti furono lì e un paramedico mi disse che sarebbe andato tutto bene. Andai in ospedale con loro e aspettai nella stanza dei giochi, avevo fatto molte amicizie lì. Sentii il medico parlare con un infermiere.
"Per fortuna non si è fatta nulla di grave. Portale sua figlia.
"Ma perchè lo avrà mai fatto? Ha una famiglia."
"Sei nuovo, ma queste cose sono all'ordine del giorno."
Non capivo quello che volessero dire, ma la mamma stava bene, no?
Mi portarono da lei e la vidi attaccata alle macchine; entrò qualche minuto dopo mia nonna Arianna e mi portò da lei. Qualche giorno dopo mia madre venne a prendermi anche se mia nonna non voleva lasciarmi; infatti da quel giorno in poi non la vidi più.19 gennaio 2002
Eravamo in tribunale per la causa, cioè me. I miei zii volevano adottarmi e mia madre non voleva lasciarmi. Finalmente i capelli erano allungati, lunghi e un po' mossi. Mi chiamarono per farmi sedere vicino al giudice e iniziarono a farmi delle domande.
"Come ti chiami?" Disse un uomo in giacca e cravatta.
"Tanya, perché sono qui?"
"Devi semplicemente rispondere ad alcune domande."
"Poi posso andare a casa?"
"Sì."
"Prometti di dire la verità?"
"Mamma dice che non si dicono le bugie."
"Mamma ti tratta bene?"
"Mamma mi vuole bene."
"Ti picchia?"
"No."
"Allora perché hai un occhio nero?"
"Un compagno mi ha picchiato."
"Quando?"
"Fuori l'asilo."
"Come mai?"
"Aspettavo mamma."
"E mamma che faceva?"
"Obbiezione! Basta." Disse un uomo seduto accanto a mamma.
"Obbiezione respinta!" Disse il giudice.
"Si era dimenticata di venirmi a prendere."
"Direi che basta signor giudice." Disse l'uomo che mi stava facendo tutte quelle domande.
"Però non mi separerete da mamma vero? Mamma ha bisogno di me per ricordarsi delle medicine."
"Mi ritiro per deliberare." Disse l giudice.
Scesi e andai da mamma. Mi abbracciò e mi prese in braccio. Aspettammo tre ore affinché il giudice tornasse e appena tornò disse che potevo restare con mamma, non volevo lasciarla visti i suoi problemi di schizoaffettivo. Anche se avevo cinque anni non ero stupida, capivo tutto quello che succedeva della vita di mia madre; e le conseguenze della sua malattia.
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Dance with Romeo
RomanceKaty, 17 anni, orfana dall'età di 14; ballerina in cerca di fortuna. Jackson, 19 anni, il classico ragazzo viziato da papà che vuole tutto ad ogni costo. Nulla è semplice per Katy, vede la vita un pò più complicata rispetto agli altri. Ha paura di p...