E non guardarmi in faccia, guardami dentro, non pesare a me ma al dolore che trasmetto.
Ancora non potevo credere a quello che avevo fatto a Jackson. Ero proprio un verme schifoso. Ero triste, non potevo negarlo. Speravo che facendo così lui si sarebbe preoccupato solo di Glenda e meno di me. Mi aspettava un'altra giornata a studiare e provare, non pensavo che sarebbe stata così dura. Mi alzai verso le 8 e mi preparai. Mi misi dei pantaloni gialli, una T-shirt con la scritta "keep calm and smoke marijuana" e delle scarpe bianche. Mi piastrai i capelli ed andai in classe. In ritardo come al solito mi misi a correre. Erano le 9 e 30 e mi precipitai in classe. Stavo per aprire la porta della classe quando dall'altro lato uno la stava aprendo e mi sbattè la porta in faccia così caddi a terra.
"Ti ho fatto male?"
"No sai, mi hai fatto il solletico."
"Sei tu Katy!"
"Matthew che ci facevi nella mia classe?"
"Il mio professore voleva sapere una cosa. Stai bene?"
"Tutto okay, a parte il naso."
"Ti esce sangue."
"Ahi!"
"Non te lo toccare."
"Che è successo?" Disse il mio professore di cultura.
"Le ho sbattuto la porta in faccia ed è caduta a terra."
"La porti in infermeria. Rizzi questo succede perché arriva sempre in ritardo."
"Si signore. Katy alzati."
Provai ad alzarmi e lui mi prese in braccio.
"So camminare, mi cola solo un pò di sangue dal naso. Mica non posso camminare."
"Può essere che volevo prenderti in braccio per allenarmi?"
"Non sono la tua palestra."
"Hai ragione sei troppo pesante."
Mi lasciò a terra.
"Mi stai dando dell'obesa?"
"No, dico solo che sei pesante."
"Dov'è l'infermeria?"
"Siamo arrivati."
"Grazie, ora posso andare da sola."
"Io non ti lascio."
"Matthew è solo un pò di sangue. Farai tardi a lezione!"
"Poco mi interessa. Resto fino a quando non stai meglio."
"Va bene."
Aprii la porta e non c'era nessuno.
"Wow! A momenti non ho più spazio per passare di quante infermiere ci sono."
"Qui è sempre così. Ci dobbiamo arrangiare da soli."
"Già."
"Siediti che ti prendo il ghiaccio."
Mi sedetti e mi asciugai il sangue che colava. Cercò di mettermi lui il ghiaccio ma lo presi.
"Non sono un bimba che non si fida a mettere il ghiaccio."
"Mi sa che la marijuana ti ha dato alla testa. Pure la tua maglietta lo dice."
"Io fumo sempre marijuana. Ahahahaha!"
"Si vede infatti."
"Si..."
"Non andare indietro con la testa. Hai messo male il ghiaccio... sei proprio una bambina."
"E come lo dovrei mettere?"
"Così."
Toccò la mano che avevo sopra il ghiaccio e sentii una sensazione strana. Non la provavo da tempo, un certo calore. Le nostre espressioni diventarono serie. Tolse il ghiaccio e pensai che mi volesse baciare così mi avvicinai, ci separavano 2 cm e lui mi mise il ghiaccio dentro la maglietta. Stavo morendo, mi muovevo tutta per togliere il ghiaccio.
"Sei uno stronzo!"
"Lo dicono tutti!"
Presi un bicchiere di te che avevo dietro e lo nascosi.
"Pace fatta?"
"Si."
"Vieni qui."
Gli buttai il te in testa. Allora lui con il dito ne prese un pò che aveva in faccia e si mise il dito in bocca.
"Pesca, il mio gusto preferito."
"Ho tirato a indovinare."
Mi abbracciò e ridevamo quando entrò la Brown. Eravamo nella merda.
"Che sta succedendo qui?"
"Niente." Dissimo.
"Non si gioca nell'infermeria della scuola."
"Mi colava il naso e siamo venuti qui."
"Non mi interessa, voi due dovete pulire tutto il teatro questo pomeriggio. Niente lezione per voi."
"Ma ci dobbiamo preparare per il saggio!"
"Ci pensavate prima di fare gli stupidi. Signorina Katy da lei non mi sarei mai aspettata un comportamento del genere!"
"Scusi."
"Voglio vedere il teatro spendere quindi pomeriggio mettetevi a lavoro."
"Si signora."
Appena se ne andò io e Matthew ci misimo a ridere.
"Signorina Katy!"
"Signor Matthew!"
"Mi concede l'onore di pranzare con me?" Disse mettendosi in ginocchio e prendendomi la mano.
"Certo signor Matthew."
"Ci vediamo dopo al solito posto."
"Va bene."
Andai in classe tutta bagnata e appena aprii la porta; il professor Wilsom mi fermò.
"Signorina Katy le sembra che siamo in piscina?"
"No signore."
"Questa è una scuola seria, una delle migliori. Al posto di divertirsi pensi a studiare."
"Ma io studio professor Wilson."
"Mi parli della seconda guerra mondiale."
"Mi dica quello che vuole sapere."
"Hitler quando invade la Polonia?"
"Il 1 settembre 1939."
"Cosa succede nel 1941?"
"Nel 1941 entrò in guerra anche l'America, perché il Giappone bombardò la base navale di Pearl Harbor. In sole due ore, i Giapponesi distrussero 18 navi da guerra, 230 aerei e uccisero più di 4000 persone."
"Come si conclude la guerra?"
"Truman ordinò di sganciare le prime bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki , perché il Giappone non voleva arrendersi; solo allora il presidente Hirohito dichiarò la resa. La guerra si conclude il 2 Settembre 1945."
"È preparata sull'argomento... A+."
Feci una risatina di soddisfazione.
Finita la lezione presi le mie cose e andai a mangiare con Matthew.
"Scusa il ritardo."
"Ci sono abituato ormai."
"Hai visto Jessie?"
"Non molto di recente. Che rimanga tra di noi, lei mi vuole dalla quarta elementare."
"Sul serio?"
"Si!"
"Poi per un pò di tempo si allontanò da me e si mise con un tizio di nome Jacob."
"Ma a te piace?"
"Non è il mio genere."
"Allora qual'è il tuo genere?"
"Bhe una tipa come te. Solare, divertente. Non dico che sia brutta ma non fa per me."
"Cambiando discorso meglio ordinare."
"Giusto. Che prendi?"
"Un'insalata tu?"
"Un hamburger."
"Il cameriere si dovrebbe brigare."
"Già."
Vedevo Matthew che cercava di attirare l'attenzione del cameriere ma non ci riusciva così ridevo. Faceva dei gesti strani, mi vergognavo profondamente di stare con lui. Mi arrivò una chiamata.
"Mentre tu cerchi di attirare l'attenzione io vado a rispondere fuori."
Uscii e risposi.
"Katy!" Mi stordirono l'orecchio.
"Ciao ragà! Tutto bene?"
"Si tu?"
"Non mi posso lamentare."
"Clara ha una cosa per te guarda!" Disse Erika.
"È bellissimo Clara!"
Aveva comprato un completino per il bambino.
"Clara ancora non so il sesso." Risi.
"Sicuramente sarà un maschio."
"Sei sempre la solita." Disse Agnese.
"Era molto tempo che non vi sentivo."
"Ci manchi moltissimo!" Disse Erika.
"Anche voi mancate!"
"Da noi sono le sette per ora."
"Da me invece le due."
"Allora devi pranzare. Ti lasciamo mangiare ciao!"
Chiusi la chiamata. Che amiche pazze che avevo! Tornai al ristorante e trovai Matthew circondato da cinque ragazze, mi sentivo di troppo così decisi di andare quando Matthew vedendomi si alzò dalla sedia e disse: "Lasciatemi stare. Voglio un pò di aria! Sono già in compagnia di una ragazza stupenda e voi vi avvicinate. Ma per favore andate via!"
Vedendo la sua reazione mi strappò un sorriso. Si avvicinò verso di me e mi prese la mano. Vedevo le faccie delle sue amiche deluse. Ci sedemmo di nuovo.
"Grazie per prima."
"Di nulla. Solo sono solo delle oche, mentre tu uno spettacolo."
"Non esagerare."
"Alla fine sono riuscito a chiamare il cameriere. Sta portando i nostri piatti."
"Ecco a voi." Disse il cameriere posando i piatti.
"Non vedo la mia insalata!"
"Cambio di programma!"
"Matthew mi hai ordinato una bomba calorica!"
"Prova qualcosa di diverso. Almeno un morso."
"Va bene."
Lo morsi per assaggiare ed era veramente buono.
"Ti devi fidare dei miei gusti."
"Hai ragione è buonissimo."
"Rinforzati che pomeriggio ci aspetta un lungo lavoro."
"Si.."
Finito di mangiare salimmo sopra e ci sdraiammo.
"Non voglio pulire il teatro!"
"Perché?"
"Si ci impiega una vita."
"È così grande?"
"Molto grande. Ci sono più di 500 posti."
"Cosa?!"
"Non lo sapevi?"
"Ci metteremo una vita."
"La Brown è molto severa."
"Meglio andare."
"Hai ragione! Faremo prima."
Andammo a teatro e non potevo credere ai miei occhi. Il teatro più grande che abbia mai visto. Con un grande lampadario di diamanti che illuminava tutto il teatro e un palco molto spazioso.
"Wow!"
"Prendi al volo." Disse lanciandomi una scopa.
"Presa."
"Ottimi riflessi."
"Grazie."
"Tu pulisci sopra, io sotto."
"Va bene."
Presi un secchio d'acqua e iniziai a pulire. Vedevo Matthew che puliva e ridevo. Non sapeva utilizzare il mocio. Era meglio non guardarlo altrimenti non sarei riuscita a pulire. Buttava due litri di acqua a terra e poi passava il mocio. Delle parti erano completamente bagnate, altre meno. Allora scesi e gli presi il mocio.
"Guarda come si fa."
"Siccome non ho mai pulito un pavimento."
"Ma se sei un disastro!"
Lui rise e si toccò i capelli. Non mi voleva dare la soddisfazione di ammetterlo.
"Tieni."
Continuammo a pulire e dopo ore e ore di duro lavoro ce la fecimo. Venne la Brown per dare un'occhiata.
"Avete fatto un bel lavoro. Bravi!"
"Grazie." Dissimo.
"Ora potete andare."
Usciti da scuola...
"Che fatica!"
"Già."
"Non ho mai faticato così tanto in vita mia."
"Meglio andare a casa."
"Io devo andare a fare una cosa. Ci vediamo presto."
"Va bene Matthew."
Andai a casa e mi feci una bella doccia fredda. Finito mi buttai sul letto e Jessie venne a svegliarmi.
"Katy stasera c'è una festa."
"Che festa?"
"Ogni venerdì organizzano una festa."
"Ma non sono stata invitata."
"Vieni con me."
"No Jessie sono troppo stanca."
"Dai vieni."
"Okay."
"Preparati!"
Mi misi dei pantaloncini di jeans scuri, una canotta nera e una giacca giallo fluo. Lasciai i capelli sciolti e ricci. Andammo alla festa che si trovava in un grande parco. Jessie mi abbandonò così andai al lago e mi distesi a bere una birra. Quel lago mi ricordava tanto quando Jackson mi aveva portata a ballare al lago. Bevvi un altro sorso di birra. Sentivo la musica e io ero sola distesa in quel prato verde alla riva del lago. Alcune volte venivano le coppie per appartarsi, le guardavo e mi veniva il vomito. Se lo volevano fare andavano in un altro posto... no proprio lì.
"Vedo che ti piace stare da sola." Disse Matthew sedendosi accanto a me.
"Si..."
"Perché continui a guardare il lago?"
"Mi vengono in mente dei ricordi."
"Brutti?"
"Stupendi!"
"Vuoi andare a ballare."
"Non mi va, non ero nemmeno sicura di venire."
"Perché?"
"Sono distrutta."
"Ti capisco."
"Vai a ballare e divertiti! Non capisco perché vuoi stare qui."
"Perché ci sei tu!"
"Non scherzare!"
"Dico sul serio."
Si alzò e fece alzare anche me. Mi prese le mani e iniziammo a girare. Mi divertivo molto con lui.
"Lo vedi che sei più bella quando sorridi!"
"Tu mi fai sorridere!"
"Ti voglio bene!"
"Anch'io!"
"Che ne dici se andiamo via da qui?"
"E dove vuoi andare?"
"Al solito posto."
"Andata."
Salii in macchina con lui e mi portò al nostro solito posto. Ci distesimo sul prato.
"Qui è molto meglio."
"Con te ogni posto è più bello!"
"Ci stai provando?"
"No, cerco solo di essere gentile. E se fosse così?"
"Cosa?"
"Se ci stessi provando?"
"Non voglio relazioni al momento."
"Perché non mi dai una possibilità?"
"Matthew tu conosci la mia situazione molto bene."
"Io sono diverso dagli altri Katy."
"Sai che la mia vita è un'inferno?"
"Lo so."
"Allora perchè ci provi?" Dissi cambiando il tono della voce.
"Perché voglio conoscerti."
"Tu non mi conosci affatto."
"Illuminami allora."
Due lacrime mi scesero ed arrivarono nella mia mano che era sul prato ormai intrecciata alla sua, le lacrime bagnarono anche la sua mano. Allora mi asciugò le lacrime. Non volevo perdere un prezioso amico per dei sentimenti non ricambiati. La sua mano calda sulla mia guancia mi faceva provare delle emozioni che avevo già avuto con Jackson. Cercavo di evitare il suo sguardo abbassando la testa ma lui con la sua mano la mise sotto il mio mento e sollevò l mia testa. I nostri sguardi si incrociarono e mi baciò. Mi staccai subito dalle sue labbra e corsi via; andai in camera e volevo solo piangere.
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Dance with Romeo
RomanceKaty, 17 anni, orfana dall'età di 14; ballerina in cerca di fortuna. Jackson, 19 anni, il classico ragazzo viziato da papà che vuole tutto ad ogni costo. Nulla è semplice per Katy, vede la vita un pò più complicata rispetto agli altri. Ha paura di p...