Sembravano passati secoli dall'ultima volta che Mia aveva pianto. Quando i suoi genitori erano morti si era sentita morire con loro. Aveva passato giornate intere con lo sguardo fisso nel vuoto tenendo lontano il mondo intero per paura di pensare. L'avevano portata a Karis, in un vecchio orfanotrofio, e lì avevano tentato invano di farla mangiare.
Era rimasta per giorni immobile nel suo letto a chiedersi per quale motivo fosse accaduta una cosa del genere.
Poi si era messa a sedere e aveva tirato fuori un vecchio libro. L'unica cosa che gli era rimasta di suo padre, il libro che le leggeva sempre prima di andare a dormire. In qualche modo rileggere quelle storie l'aveva aiutata a tornare in se. Ognuno di quegli uomini prima o poi era stato costretto ad affrontare un momento doloroso ma nonostante il loro dolore e la continua sofferenza non si arrendevano mai e lei voleva essere proprio come loro, forte e coraggiosa.
Si chiese se leggere quel libro l'avrebbe aiutata di nuovo. Se ne stava distesa sul letto, con gli occhi che, puntualmente, le si riempivano di lacrime. Non si era neppure accorta di quando Aaron l'aveva presa tra le braccia per portarla al sicuro. Il ragazzo aveva cercato di parlarle per confortarla ma Mia non sembrava aver udito la sua voce. Le coperte erano bagnate per via del fiume di lacrime che aveva versato per tutta la notte. Quando finalmente si decise a guardarsi intorno si rese conto che era in una piccola stanza a lei sconosciuta.
Aaron dormiva sul pavimento con una coperta sulle spalle ma doveva avere freddo. Mia non lo aveva neppure ringraziato, ma le pareva di non avere più voce. Si portò una mano al petto, dove il suo cuore batteva lento e sembrava essersi appena squarciato.
Si capisce davvero quanto ami una persona nel momento in cui la perdi. Ad un tratto ti sembra che nulla abbia più senso e che sorridere sia terribilmente difficile e sbagliato. È come se, all'improvviso, ti ritrovassi al buio, immerso completamente nell'oscurità.
Era Alec la sua luce, e l'aveva abbandonata."Ti senti meglio?"
Aaron le porse una piccola tazza con del latte caldo. Mia non era voluta entrare nella mensa per fare colazione, non se la sentiva di guardare i suoi compagni negli occhi. Non ancora almeno.
"Grazie per quello che hai fatto" rispose lei afferrando la tazza "Non eri obbligato"
"Si che lo ero!" obbiettò lui con fermezza "Un cavaliere aiuta sempre le damigelle in pericolo!" sorrise divertito "Ma non c'è bisogno che te lo dica. Tu avresti fatto lo stesso. Sei l'unica qui dentro che abbia davvero la mente e il cuore di un cavaliere"
"A quanto pare siamo in due" provò a ricambiare il suo sorriso ma le venne fuori una strana smorfia ed Aaron si fece serio:
"Quei ragazzi sono dei veri mostri. Sono stati dei vigliacchi. Ho chiesto di parlare con Kador, farò in modo che vengano espulsi"
Mia fece spallucce, "Non credo che Kador lo farà. Sarà felice di sapere che non sono ben voluta. E comunque... non mi importa di loro. Non me n'è mai importato"
"Non importa cosa pensa Kador di te. Le regole sono regole. Non sono ammesse risse in questo posto e quel ragazzino stava per ucciderti"
"Ragazzino?", stavolta riuscì a ridere, "Non mi sembri tanto più vecchio di Will", poi si guardò intorno, "Ma noto con piacere che hai qualche privilegio. Una stanza singola, che meraviglia"
Aaron le strizzò l'occhio "Beh sai, sono uno dei migliori qui dentro"
Mia lo colpì al petto rischiando di farlo cadere dal letto. Lui rise e si alzò "Non so cosa sia ad angosciarti tanto, ma non permettere a nessuno di abbatterti in questo modo. E comunque sei una donna forte perciò non preoccuparti. C'è la farai" Mia rimase a bocca aperta mentre Aaron usciva dalla stanza per lasciarle un po' di intimità. Non l'aveva forzata a raccontare l'accaduto e non l'avrebbe mai fatto. L'avrebbe semplicemente sostenuta per quello che poteva.
Finalmente all'interno dell'Accademia si era trovata un amico.Mia si guardò intorno decisa. Alla fine era andata a lezione con i suoi compagni per dimostrare loro che non aveva paura. Il motivo principale per cui era uscita allo scoperto, però, era parlare con Alec.
Non aveva la più pallida idea di cosa dire, ma quell'attesa la uccideva. In qualunque caso lei lo amava ed era sicura che anche lui provasse la stessa cosa.
Lo cercò a lungo ma nessuno sapeva dove fosse. Alla fine chiese a Rin che la guardò confuso:
"Credevo che lo sapessi. Voi due eravate molto vicini"
"Sapere cosa?"
"Alec se n'è andato... è venuto da me stamattina, molto presto, e mi ha detto che questo non era il posto adatto a lui", Mia non rispose. Sperò di aver capito male. Sperò che fosse tutto un grosso malinteso. Il suo litigio con Alec, il suo sguardo pieno di odio, la sua indifferenza verso le violenze di Will... chiuse gli occhi con forza sperando di risvegliarsi nel suo letto con la consapevolezza che si era trattato solo di un sogno ma non fu così.
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World of Shadows
FantasyMia ed Alec sono due ragazzi molto diversi fra loro, con una sola cosa in comune. Entrambi hanno una smisurata passione per le vecchie leggende, soprattutto quelle sui cavalieri che rischiavano le loro vite per salvare coloro che amavano! Mia vorre...