Capitolo 44: Un faro nella notte

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Sarah non riusciva a credere ai suoi occhi. La Città Imperiale era ormai irriconoscibile. Molti edifici erano stati rasi al suolo e diversi cadaveri erano sotterrati fra le macerie. La maggior parte dei corpi sparsi a terra, sporchi di sangue, erano civili. Uomini e donne, a volte persino bambini. Le lacrime le salirono agli occhi insieme ad un conato di vomito. Ovunque c'era odore di bruciato, e i corpi dei non morti, già in decomposizione, erano mossi da piccoli spasmi involontari che le fecero venire i brividi. Si mosse lentamente per le vie della città, cercando di non farsi notare. Per sua fortuna, sembrava che in quella zona la battaglia fosse finita da un bel pezzo, ma ancora riusciva a sentire le urla e lo stridio della battaglia che imperversava ad una certa distanza dal palazzo.
Uno strano ruggito la fece irrigidire, sentendo tremare la terra sotto i suoi piedi. Quale creatura poteva emettere un suono simile? Per un momento pensò di fermarsi. Di trovare rifugio in uno degli edifici rimasti ancora in piedi e restare nascosta fino alla fine della battaglia, ma scartò immediatamente questa alternativa. Doveva trovare aiuto, avvertire il popolo della morte del re e uccidere la donna che cercava di usurpare il trono.
Guardò il cielo notturno, che lentamente iniziava a rischiararsi. La notte oramai era quasi finita e stava per cedere il posto ad una nuova alba. Si chiese se sarebbe riuscita a trovare qualcuno in grado di uccidere quella donna. Ricordò con quanta facilità l'avesse piegata al suo volere, senza neppure aprir bocca. Si sfiorò la gola martoriata e strinse i pugni. Se solo avessero agito prima, forse avrebbero evitato tutto questo.
Un suono gutturale la fece irrigidire, riportandola alla realtà. Di fronte a lei c'era un soldato. Indossava una divisa blu, tipica dell'Accademia di Larss. Il suo sguardo era vuoto e la carnagione troppo chiara le permetteva di distinguerne le vene violacee. La cosa che più le mise i brividi però, fu il fatto che il soldato in questione era privo di un arto superiore. La sua ferita non perdeva sangue, e l'uomo non sembrava neppure farci caso.
Quando si accorse della presenza della ragazza urlò. Un urlo stridulo ed inquietante che la costrinse ad arretrare. Si lanciò su di lei con una velocità sorprendente, protendendo il suo unico braccio verso di lei, nel tentativo di afferrarle la gola. Sarah si voltò, correndo più che poteva, ma ben presto il non morto la afferrò per i capelli spingendola a terra con violenza. La donna si coprì il viso con le mani in un vano tentativo di proteggere se stessa da quel pericoloso aggressore, ma per sua fortuna, questo non ebbe il tempo di attaccare. Un uomo balzò su di lui, rapido ed elegante, recidendogli la testa dal collo con un unico colpo sicuro e pulito. Il corpo del non morto cadde a terra con un tonfo, separato ormai dalla sua testa, che rotolò via per una certa distanza.
L'uomo si voltò verso di lei, tendendole la mano. Aveva dei corti capelli castani leggermente arruffati dal vento e occhi verdi come la più fitta delle vegetazioni.
"Tutto bene?"
Sarah arrossì, notando il suo abbigliamento trasandato, ma l'uomo non sembrava averci fatto caso. Il suo sguardo era seriamente preoccupato mentre la guardava, e questo la mise in confusione. Non era abituata a sentirsi guardare così. Se quell'uomo avesse saputo chi era, forse, il suo sguardo sarebbe stato diverso.
Accettò la sua mano e si alzò, abbassando timidamente lo sguardo. "Vi ringrazio"
"Siete ferita?"
La donna scosse la testa con decisione, nonostante il dolore provato in tutto il corpo.
Aaron sorrise "È un sollievo"

Mia si gettò a terra, sostenendo il corpo di Alec che minacciava di cadere. Il ragazzo si teneva la ferita con le mani e tremava in tutto il corpo. Il respiro era sempre più affannato e gli occhi chiari rivelavano un profondo dolore. La ragazza lo strinse a sé con forza, scioccata.
Guardò Lilith con rabbia, improvvisamente desiderosa di uccidere. Fece per alzarsi ma Lilith pronunciò alcune brevi parole e la ragazza si ritrovò a volare per la stanza, spinta da una corrente d'aria improvvisa e violenta. Rotolò velocemente sul pavimento in marmo, fermandosi solo quando la sua schiena incontrò la parete successiva, colpendola con violenza. Si ritrovò senza fiato, e per un momento il mondo intorno a sé divenne buio.
Lilith si accovacciò accanto ad Alec, guardandolo annoiata.
"Mi deludi davvero Alec" disse scostandogli i capelli dal viso "Vedo che, nonostante tutto, Mia rimane il tuo punto debole"
Mia provò a tirarsi su ma Lilith distese una mano verso di lei e la costrinse a tornare a terra.
"Non essere maleducata. Sto parlando" sorrise appena, cogliendola di sorpresa "Credi di essere l'unica ad essere sconvolta dall'accaduto? Sai io... non avevo bisogno di aiuto per arrivare fin qui. Ero perfettamente in grado di salire al trono per conto mio, ma quando ho visto Alec, così solo, rifiutato da tutti ho pensato che non sarebbe stato male avere qualcuno vicino per una volta. Il suo cuore era così simile al mio..."
Mia fece leva sulle braccia, sentendo i muscoli tremare per lo sforzo. Era come se un grosso peso gravasse sul suo corpo, ed ogni movimento le costava grande fatica.
"Una sola persona gli stava vicino. Tu" fece una pausa, ascoltando il respiro irregolare del ragazzo "Era così strano. Un attimo prima era triste e arrabbiato col mondo intero, poi ti guardava, e il suo cuore batteva così forte! Per quanti poteri possa aver acquisito durante tutti questi anni, non sono mai stata in grado di fare una cosa del genere. Non sono mai riuscita a farmi amare da qualcuno in questo modo"
"Chissà" disse Mia sarcastica "Sarà perché uccidi senza pietà chiunque si metta sulla tua strada?"
Lilith non sembrò aver sentito quel commento e continuò a parlare "Tu eri la sua luce, un faro nella notte. Tutto questo mi ha resa estremamente gelosa. Volevo prendere il tuo posto, essere il punto di riferimento per qualcuno. Volevo che Alec non potesse vivere senza di me"
Abbassò lo sguardo sul ragazzo che nel frattempo era diventato estremamente pallido, e si accigliò.
"Ma hai dovuto rovinare tutto, piccolo ingrato"
Premette la mano sulla sua ferita, sorridendo quando il ragazzo cominciò ad urlare. Alec provò a difendersi ma era troppo debole. Lilith rise di gusto quando sentì la debolezza delle sue mani.
"È interessante vederti ridotto in questo modo sai? Ultimamente ti eri montato un po' troppo la testa" strinse la presa sulla ferita, costringendolo ad urlare di nuovo "Musica per le mie orecchie"
"Non lo toccare!!!" Mia si era alzata all'improvviso, correndo verso di lei. Tese la mano verso l'esterno, attirando a sé la spada di Alec. La lama brillò per un momento, poi si abbatté su quella di Lilith.
Gli occhi rossi della donna brillarono di collera, mentre tentava di fermare il colpo della ragazza. Alla fine, la forza di Mia prevalse sulla sua. Perse l'equilibrio, indietreggiando insicura. Mia attaccò ancora, urlando furiosamente, e costringendola ad arretrare. La donna cercò di evitare i suoi attacchi, ma la ragazza era troppo veloce. La ferì ad un fianco, facendola irrigidire.
Lilith strinse i denti per sopportare il dolore e afferrò la spada della sua avversaria con la mano ferita, affondando la carne nella lama lucente. Mia sussultò, colta di sorpresa, e Lilith ne approfittò. La colpì allo stomaco con un calcio, costringendola a lasciare la presa sulla sua arma. Gettò le spade a terra e sferrò un pugno sul viso dell'avversaria.
Mia rovinò a terra dolorante, e Lilith infierì su di lei, colpendola allo stomaco con forza. La ragazza tossi, mentre la donna continuava a colpire, portandola sul punto del collasso.
"Sono stanca di te! Di quel tuo irritante sorriso, della tua positività! Quando avrò finito con te, farò a pezzi il tuo corpo e lo metterò dove tutti possano vedere!!"
Mia cercò di riprendere fiato, ma quei colpi erano troppo violenti. Se continuava in quel modo, l'avrebbe seriamente fatta a pezzi. Sfiorò il pavimento in marmo e si concentrò, sentendo l'energia fluire attraverso il suo corpo.
Quando il pavimento sotto i suoi suoi piedi iniziò a tremare, Lilith indietreggiò sorpresa, perdendo l'equilibrio. Come poteva quella ragazza fare una cosa del genere? Per incantesimi di quel tipo era necessaria una grande energia. Energia che un semplice essere umano non poteva possedere.
Mia si inginocchiò, tenendo i palmi delle mani ben piantati a terra. Aveva il capo chino e gli occhi chiusi, e parlava velocemente, così piano che la donna non riusciva a distinguere le sue parole.
"Cosa fai?" esclamò Lilith furiosa "Ferma!!"
Il cuore di Mia iniziò a batterle velocemente nel petto, offuscandole la vista, ma la ragazza non smise di parlare. Il marmo sotto i suoi piedi si crepò, crollando in più punti e deformando il pavimento. Forti radici salirono verso l'alto, danzando nell'aria con leggerezza. Lilith saltò di lato, quando una delle radici si avventò su di lei, frustando l'aria con violenza e frantumando il marmo sotto i suoi piedi. La donna urlò, colma di rabbia, lanciandosi sulla ragazza che adesso la guardava con decisione, in silenzio. Mia aspettò che la donna si avvicinasse, poi pronunciò una sola, ultima parola. Le radici si fermarono per un istante, restando immobili rivolte verso l'alto, poi la loro traiettoria cambiò. Le enormi piante si lanciarono verso il basso, puntando tutte nella stessa direzione. Lilith non riuscì a raggiungere il suo obbiettivo. Quando la prima radice la trafisse, più affilata di una spada, si ritrovò a sputare sangue. Le altre radici la colpirono, facendola sussultare. Ben presto, i suoi occhi di fiamma persero il loro calore, la loro luce. Quando Lilith emise il suo ultimo respiro, i suoi occhi erano ormai vuoti, come quelli dei mostri che fino ad ora si era divertita a comandare.
Mia guardò il corpo della donna sospeso verso l'alto, e non provò alcun rimorso. L'immagine di Alec la avvolse, prima di perdere conoscenza.

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