Aaron si fece avanti un po' titubante. Non era ancora sicuro di potersi fidare di quel bestione. Quando il drago si accorse della sua presenza, infatti, mostrò i denti dando vita ad un suono gutturale. Aaron si bloccò, temendo un attacco improvviso. Mia accarezzò le squame dell'animale cercando di calmarlo.
"Tranquilla, è un amico", il drago smise di ringhiare ma continuò a guardare il ragazzo in cagnesco, "Non le stai molto simpatico"
"Si... lo vedo" la cosa era reciproca. Non si fidava di quelle creature.
Molte leggende parlavano di draghi sputa-fuoco che si aggiravano per le montagne, e nessuna di loro finiva bene. I draghi erano creature mostruose che radevano al suolo interi villaggi e ne divoravano gli abitanti. Guardare Mia coccolarlo come fosse un animale da compagnia lo lasciava allibito.
"Come fai a sapere che è una lei?"
La ragazza fece spallucce sorridendo, "Non ne sono sicura. È come se lo sentissi"
"Vuoi dire che ti parla?"
Scosse la testa, "Non le chiamerei parole, ma piuttosto emozioni. Ogni volta che tocco le sue scaglie mi pare di sentirla e di capire qualcosa in più su di lei, e credo che anche lei in qualche modo capisca me" Aaron fu tentato di provare, per capire meglio di cosa stesse parlando, ma lo sguardo severo dell'animale gli fece cambiare idea.
Una cosa anche lui riusciva a capirla. Se non ci fosse stata Mia il drago lo avrebbe azzannato senza pensarci due volte.
"E ora che facciamo?" chiese senza allentare la presa dall'elsa della sua spada.
"Che vuoi dire?"
"Il nostro compito era quello di ucciderla, ma a quanto pare siete diventate amiche"
Mia non poté fare a meno di ridere quanto sentì l'animale sbuffare in direzione di Aaron. Non riusciva a capire per quale motivo provasse tanta ostilità nei suoi confronti ma sapeva che non era una cosa seria e che non lo avrebbe mai attaccato, nonostante il suo sguardo suggerisse il contrario.
"Per via della ferita è stata costretta e nascondersi in questa grotta e, ovviamente, ha avuto delle divergenze con gli abitanti di Aberlon, ma ora che sta meglio potrà tornare a casa. Potremmo sempre dire di averla uccisa, nessuno lo verrà a sapere" il drago le sfiorò il fianco con il muso, chiudendo appena le palpebre "Non c'è di che"
Aaron si grattò la testa nervoso. Lo infastidiva vederle comunicare davanti ai suoi occhi senza capire cosa stessero dicendo.
"Almeno ha un nome questa cosa?"
Il drago sbuffò ancora, stavolta sputando alcune scintille di fuoco che lo costrinsero a indietreggiare.
"Si chiama Delfine"Peter e James continuavano a guardarsi intorno preoccupati. Era quasi notte ormai. Il cielo era tinto di rosso e gli abitanti di Aberlon iniziavano a rientrare nelle loro case dopo una giornata di duro lavoro.
Il fatto che Aaron e Mia non fossero ancora tornati li preoccupava. James aveva proposto di andare a cercarli ma Peter aveva scosso la testa pensieroso. Se fosse accaduto qualcosa di grave se ne sarebbero già resi conto. Inutile preoccuparsi troppo. Sicuramente sarebbero riapparsi poco dopo lasciandoli tutti a bocca aperta.
"Avanti rientriamo" disse al ragazzo "Inizia a farsi tardi"
I due soldati camminavano fianco a fianco. James era un ragazzo molto minuto e notevolmente più basso di Peter. Quest'ultimo era entrato in Accademia con l'aiuto di suo padre, un uomo piuttosto potente, e si era subito scontrato con tutti i suoi istruttori. Era un ragazzo piuttosto orgoglioso e non sopportava che gli venissero impartiti ordini, diversamente da James che, pur di non ritrovarsi nei guai, avrebbe fatto qualsiasi cosa.
Sussultarono quando sentirono chiudersi alcune finestre. Era sempre così ad Aberlon. Da quando la creatura misteriosa aveva iniziato ad infestare la loro foresta al calar del sole si rifugiavano tutti in casa, chiudevano porte e finestre, e non uscivano fino al giorno seguente.
Quella forte paura era contagiosa. I due giovani soldati avrebbero voluto qualcosa di più di una piccola tenda per ripararsi dai pericoli della notte, ma purtroppo quello era ciò che Kador gli aveva messo a disposizione.
"Non vedo l'ora di tornare in Accademia. Non appena Aaron e Mia torneranno butterò giù quella maledetta tenda"
James sospirò esausto.
Aberlon non lo faceva impazzire ma l'idea di tornare in Accademia dove probabilmente i suoi compagni avrebbero passato il loro tempo a prenderlo in giro non lo entusiasmava affatto.
"Hei Thom! Dov'eri finito?" James alzò lo sguardo sorpreso. Thom era tornato nella sua tenda molto presto senza dire una parola e da allora non lo avevano più visto. Il ragazzo camminava verso di loro con estrema lentezza.
James lo osservò attentamente, colto all'improvviso da una strana sensazione. Aveva lo sguardo basso ed era stranamente pallido. Barcollava appena, come se fosse ferito ad una caviglia. Peter accelerò, ansioso di raggiungere l'amico. James era troppo silenzioso per i suoi gusti.
Quel ragazzino lo annoiava a morte. Quando Thom fu abbastanza vicino, James venne accecato da uno strano bagliore. Il ragazzo aveva qualcosa tra le mani. Sembrava... "Peter!" esclamò sconvolto. Purtroppo il suo avvertimento arrivò troppo tardi. Thom fendette l'aria col coltello che aveva tra le mani, provocando un'enorme ferita sul petto di Peter.
Il sangue gli schizzò sul viso pallido, ma non sembrò farci caso.
I suoi occhi erano bianchi, privi di luce. James rabbrividì. Sembravano gli occhi di un cadavere! Vene violacee marcavano i suoi lineamenti e le labbra, semiaperte, avevano assunto un colore verdastro.
Peter cadde a terra con un tonfo e iniziò a tossire sangue. Tentò di spostarsi su un lato, ma non riusciva a muoversi, e il sangue che risaliva alla sua gola minacciava di strozzarlo.
Thom sollevo il coltello, pronto a colpire ancora, ma James prese la rincorsa e si lanciò su di lui facendolo cadere a terra. Il coltello gli sfuggì di mano rotolando lontano.
James cercò di tenerlo a terra ma il ragazzo era troppo forte. Lo colpì allo stomaco con violenza e lo costrinse a lasciare la presa. Quando James cadde a terra tossendo Thom afferrò di nuovo il coltello e lo puntò verso il basso per ferire il ragazzo.
James rotolò, evitando il colpo, e si rialzò in fretta, bianco in viso. Il movimento improvviso gli fece girare la testa ed iniziò a barcollare. Thom ne approfittò per attaccare. Iniziò a fendere l'aria con la lama, producendo uno strano suono con la gola. James arretrò, tentando di evitare gli attacchi del ragazzo, ma questo era troppo veloce. Serrò i denti quando sentì la pelle lacerarsi sul suo petto. Poi, improvvisamente, Thom lasciò cadere la lama e scattò verso di lui. Lo colpì allo stomaco con un calcio, costringendolo a piegarsi in avanti per via del dolore, poi gli afferrò la testa, piegando il ginocchio verso l'alto, e colpendolo sul naso. Il dolore fu così forte che per un momento non vide più nulla.
Quando la vista ritornò, si trovò faccia a faccia con Thom, con quel viso che una volta era stato così familiare e che ora sembrava il viso di un fantasma. Questo gli portò le mani pallide intorno al collo e iniziò a stringere.
James si dimenò, tentando di respirare. Non voleva morire così.
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World of Shadows
FantasíaMia ed Alec sono due ragazzi molto diversi fra loro, con una sola cosa in comune. Entrambi hanno una smisurata passione per le vecchie leggende, soprattutto quelle sui cavalieri che rischiavano le loro vite per salvare coloro che amavano! Mia vorre...