Lilith guardò con indifferenza i tre uomini di fronte a se. Si stupì del fatto di non essere riuscita a sentire la loro presenza. Erano piuttosto imponenti e avevano uno strano sguardo negli occhi.
Si erano diretti con sicurezza verso di lei, sorridendo malignamente. Avevano con se delle armi molto belle. Sembravano spade da cavaliere, luminose ed affilate, ma Lilith capì immediatamente che non si trattava di cavalieri. Probabilmente le avevano rubate a qualche ufficiale ubriaco.
"Guarda un po' che cosa abbiamo" disse uno dei tre uomini. A giudicare dal suo atteggiamento doveva essere il capo, "Non sai che è pericoloso andare in giro tutta sola?"
Uno dei suoi compagni si leccò le labbra, osservandola attentamente dalla testa ai piedi "È da tanto che non vediamo una bella donna passare da queste parti"
Lilith ignorò il commento, indecisa sul da farsi. Non aveva voglia di sporcarsi le mani, ma sarebbe stato inevitabile.
Si fece avanti sorridendo e venne colta da una strana eccitazione quando vide gli sguardi degli uomini che le osservavano con orrore quegli occhi tanto insoliti.
"Ma cosa sei?" chiese l'uomo sulla sinistra. Fece per indietreggiare ma qualcosa lo bloccò. Alle sue spalle c'era un ragazzo. Indossava un mantello nero e aveva il viso nascosto da un cappuccio. L'unica cosa che riuscì a vedere, prima che lo immobilizzasse, furono i suoi occhi, chiari e freddi come il ghiaccio.
Alec gli portò una mano sulle labbra, per soffocare il grido che lanciò nel momento in cui gli affondò il pugnale nella gola. L'uomo non ebbe neppure il tempo di provare a divincolarsi. La lama lo trapassò da parte a parte e nel momento in cui il ragazzo alle sue spalle allentò la presa cadde a terra ormai privo di vita.
I suoi compagni imprecarono, voltandosi sorpresi. Il secondo uomo, quello che doveva essere il capo di quello sfortunato trio, afferrò la sua spada e tentò di colpirlo alla testa con un poderoso fendente ma Alec si chinò verso il basso e afferrò il pugnale con entrambe le mani conficcandoglielo nel fianco. L'uomo gemette, lasciando cadere la sua arma, ed Alec estrasse il pugnale, sporcando il mantello di sangue. Lo colpì ancora, stavolta all'altezza del cuore, e allontanò con un calcio quella che ormai era solo una carcassa priva di vita.
L'ultimo rimasto teneva la spada dritta di fronte a se, pronto a ricevere l'attacco dell'avversario. Le sue mani tremavano visibilmente ed Alec si chiese se avesse mai impugnato un'arma in vita sua.
Fissò l'elsa della spada e sussurrò alcune brevi parole. La lama cambiò colore, accendendosi di un rosso vivo, ed iniziò a bruciare. L'uomo urlò, lasciandola cadere a terra e osservando con orrore i palmi delle sue mani ormai bruciati. Alec approfittò della sua distrazione. Si lanciò su di lui e fendette l'aria con la lama tagliandogli di netto la gola. Rimase immobile per qualche secondo, osservando in silenzio i cadaveri degli uomini che aveva appena ucciso, e nessuna emozione attraversò il suo volto. Lilith ebbe un brivido e trattenne una risata.
"Sei in ritardo" si avvicinò al giovane, scostando il cappuccio per vederlo meglio in viso. Si alzò sulle punte e lo baciò, sfiorandogli appena la lingua.
Quando Alec sentì la sua mano scorrergli lungo il petto, verso il basso, la afferrò con fermezza e si allontanò guardandola con disprezzo.
"Non giocare con me"
Lilith si accigliò, atteggiandosi per apparire offesa "Come sei crudele Alec. Così ferisci i miei sentimenti"
Il ragazzo non vi badò.
"Tu non hai sentimenti"
Lilith, suo malgrado, si ritrovò a sorridere. Guardò i tre uomini stesi a terra. Il loro sangue aveva macchiato il manto erboso della foresta.
"Sarà meglio eliminare le prove", schioccò le dita e guardò i loro corpi bruciare.
Alec si allontanò senza dire una parola. In tutti questi anni non si era ancora abituato allo sguardo folle di quella donna. Raccolse da terra una delle spade che in precedenza avevano usato quegli uomini e la osservò attentamente. Era davvero molto bella. C'era un'incisione sulla lama: forza.
Doveva essere la spada di un cavaliere. Accarezzò il filo della lama con la punta delle dita e si ritrovò a pensare a Mia. Ormai erano anni che non aveva sue notizie. Chissà se era cambiata, se era riuscita a realizzare il suo sogno. Si chiese se lo amasse ancora e se fosse stata disposta a riprenderlo con se un giorno, ma scacciò immediatamente quel pensiero. Ormai avevano preso due strade diverse, riconciliarsi sarebbe stato impossibile. In più, per quanto la amasse, non era sicuro di volerlo.Mia si rigirò per l'ennesima volta. Non riusciva a dormire. Continuava a rivedere lo sguardo di Thom che tentava di estrarre la spada di Aaron dal suo petto.
Lui e Mia erano arrivati appena in tempo per evitare una catastrofe. Erano ancora nella grotta con Delfine quando Thom aveva attaccato i loro compagni. All'improvviso il drago aveva alzato il muso e le aveva trasmesso una strana inquietudine.
Quando la ragazza si era resa conto che stava per accadere qualcosa di brutto si era fiondata ad Aberlon con Aaron e ciò che aveva visto l'aveva lasciata senza parole. Non poteva fare a meno di sentirsi spaventata. Ciò che era successo non era normale. Sicuramente si era trattato di una specie di incantesimo, e se c'era qualcuno che passava il suo tempo a fare incantesimi simili doveva stare in guardia perché non si sarebbe fermato.
Ad un tratto si ritrovò a pensare ad Alec e al giorno in cui lo aveva visto utilizzare la magia. L'idea di imparare era partita da lui. Era per questo che Mia si era lasciata ossessionare da quel vecchio libro di incantesimi. In qualche modo pensava che leggendolo si sarebbe potuta sentire di nuovo vicina al ragazzo. Ovviamente era stato un pensiero sciocco, e se n'era resa subito conto, ma poi la magia aveva iniziato ad incuriosirla e non era riuscita a smettere di leggere.
Si mise a sedere e si guardò intorno, cercando nella sua piccola tenda qualcosa che potesse esserle utile. Afferrò una ciotola d'argilla che in precedenza aveva riempito d'acqua per potersi sciacquare il viso appena sveglia e la appoggiò di fronte a se. Respirò a fondo, indecisa sul da farsi. Aveva letto di un incantesimo in grado di mostrarle qualsiasi cosa. Spesso era stata tentata di usarlo per poter rivedere il viso di Alec ma non ne aveva mai avuto il coraggio. Ora però non poteva più aspettare. Non riusciva a capirne il perché, ma sentiva di doverlo fare.
Chiuse gli occhi e pensò intensamente ad Alec, alla prima volta che lo aveva visto, a come l'aveva baciata dichiarandole il suo amore.
Quando riaprì gli occhi si rese conto che un'immagine era apparsa sull'increspatura dell'acqua. All'inizio era molto confusa ma pian piano si fece sempre più nitida fino a rivelare una figura maschile avvolta in un manto nero. Mia trattenne il respiro. Alec era seduto a terra, con la schiena poggiata sul tronco di un albero, e guardava verso il basso. Aveva uno sguardo molto serio e i suoi occhi chiari erano diversi da come se li ricordava. Sembravano più maturi.
Sorrise quando vide i suoi capelli. Erano cresciuti. Per un attimo le si offuscò la vista, e questo la sorprese. Non immaginava che rivederlo le avrebbe fatto provare ancora delle simili emozioni dopo tanto tempo.
Poi notò qualcosa di strano. Alec si stava strofinando le mani tentando di far sparire delle macchie di sangue. Le stesse macchie erano anche sul suo mantello.
Qualcuno gli parlò e il ragazzo alzò lo sguardo.
Mia si concentrò, cercando di spostare la visuale all'interno dell'immagine. Di fronte ad Alec c'era una donna.
Un donna bellissima, ma allo stesso tempo stranamente inquietante. Aveva dei lunghi capelli biondo cenere e degli occhi di un insolito color rosso fuoco. La osservò attentamente, sempre più confusa. Chiaramente non era umana e la sua espressione non le piaceva. Sembrava terribilmente crudele.
Che ci faceva Alec con una persona del genere? Mille dubbi iniziarono a turbinarle nella mente. Poi la donna si voltò, guardandola dritta negli occhi, e l'immagine svanì.
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World of Shadows
FantasyMia ed Alec sono due ragazzi molto diversi fra loro, con una sola cosa in comune. Entrambi hanno una smisurata passione per le vecchie leggende, soprattutto quelle sui cavalieri che rischiavano le loro vite per salvare coloro che amavano! Mia vorre...